Tra Cercola e San Sebastiano al Vesuvio, due giovanissimi sono stati bloccati dai carabinieri dopo un inseguimento. Il motivo? Cercavano di nascondere il volto con mascherine chirurgiche, ma questa scelta ha spinto i militari a fermarli e scoprire un episodio di rapina con una pistola giocattolo.
Il sospetto scatta per le mascherine chirurgiche indossate in moto
I carabinieri della stazione di Cercola hanno notato quattro persone su due moto, tutte con mascherine chirurgiche a coprire il volto, lungo via Europa. Di solito queste mascherine servono a proteggerci ma vederle tutte insieme in quel contesto ha insospettito i militari: non erano solo precauzioni sanitarie, ma un tentativo di nascondere l’identità . Questa scena insolita ha fatto scattare il controllo. I ragazzi erano in sella a due scooter; i carabinieri hanno iniziato un inseguimento, che si è concluso in via Panoramica Fellapane, a San Sebastiano al Vesuvio. Lì i due più giovani, di 18 e 16 anni, sono stati fermati.
Durante la fuga, uno dei gruppi ha abbandonato una pistola in un cespuglio. La scoperta è stata fondamentale, come si sarebbe visto dopo. Gli altri due uomini, invece, sono riusciti a scappare e sparire tra le vie, sfuggendo ai militari.
Il legame tra la rapina e gli arrestati grazie a smartphone e minaccia d’arma
Le indagini dei carabinieri hanno portato a capire che poco prima quei due giovani avevano aggredito un ragazzo di 25 anni insieme alla fidanzata. Sotto la minaccia di una pistola, i rapinatori erano riusciti a portare via denaro contante e un cellulare. Lo smartphone della vittima è servito come prova. Attraverso la sua identificazione è stato possibile collegare i due ai fatti di rapina.
La violenza e il furto sono stati confermati con chiarezza. La pistola ritrovata durante la fuga è risultata essere un’arma giocattolo, priva di tappo rosso, quindi apparentemente reale ma non funzionante. Questo dettaglio non ha comunque scusato i due giovani, considerati responsabili di rapina aggravata, porto abusivo di armi e ricettazione.
Il destino processuale dei giovani arrestati e il recupero della pistola
Dopo l’arresto, il diciottenne è stato condotto in carcere, mentre il minorenne è stato trasferito in un centro di prima accoglienza. La differenza di trattamento riflette le normative vigenti riguardo ai minorenni e maggiorenni coinvolti in reati di questo tipo. Il sequestro della pistola, nonostante fosse giocattolo, è stato rilevante per ricostruire la dinamica della rapina e per documentare l’uso dell’arma come mezzo di intimidazione.
Il procedimento legale richiederà accertamenti e indagini che potranno chiarire ogni dettaglio dell’episodio. Intanto, la presenza armata, seppure simulata, fa emergere elementi di pericolosità e preoccupazione nelle zone interessate. Le forze dell’ordine hanno confermato la vigilanza e il controllo nella zona tra Cercola e San Sebastiano al Vesuvio, per prevenire altri episodi analoghi e garantire la sicurezza dei cittadini.