Lavoratrici e lavoratori precari del ministero della giustizia attendono risposte sul loro futuro a pochi mesi dall’approvazione della legge di bilancio 2025. A un anno dalla scadenza degli attuali contratti finanziati con fondi PNRR, le organizzazioni sindacali chiedono con urgenza la stabilizzazione di tutto il personale coinvolto, sottolineando il ruolo decisivo di questi lavoratori nella gestione della macchina giudiziaria italiana.
La situazione al ministero della giustizia: 12.000 precari in bilico
Al ministero della giustizia sono quasi 12.000 i lavoratori precari assunti grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza . Questi dipendenti hanno contribuito a ridurre l’arretrato giudiziario e a introdurre strumenti digitali e organizzativi innovativi utili a modernizzare tutto il sistema. I contratti, in scadenza entro il 2025, non hanno ancora ricevuto una prospettiva concreta di rinnovo o stabilizzazione.
Il problema principale riguarda la possibilità che vengano confermati posti di lavoro solo per una parte di questa forza lavoro, come ipotizzato nelle linee guida del governo. La scelta di stabilizzare solo metà dei precari rischia di lasciare migliaia di persone senza occupazione. Senza contare che l’eventuale perdita di questi lavoratori aumenterebbe il carico di lavoro per il personale con contratto a tempo indeterminato, peggiorando ulteriormente le condizioni operative dei tribunali italiani.
Le organizzazioni sindacali FP CGIL, UIL PA e USB PI, rappresentando direttamente i precari, richiamano l’attenzione sulle ricadute di questa gestione frammentaria. Il sistema giudiziario, già segnato da lunghe attese e inefficienze, rischia di subire un contraccolpo grave.
La mobilitazione in programma
Fra le risposte alla situazione ci sono due giornate di assemblee e presidi organizzate per il 30 giugno e 1 luglio 2025 in tutta Italia. Le iniziative coinvolgeranno i presidi davanti ai palazzi di giustizia e tribunali, offrendo uno spazio di confronto per i lavoratori e per chi vuole supportare la richiesta di stabilizzazione integrale delle 12.000 persone.
La mobilitazione dei sindacati per la stabilizzazione completa
Le organizzazioni sindacali sottolineano la necessità di un investimento adeguato che garantisca l’assunzione stabile di tutti i precari impegnati nel sistema giudiziario. Le lotte sindacali, sollecitate dai lavoratori, mirano a ottenere garanzie occupazionali e tutele che oggi mancano, con la prossima legge di bilancio che rappresenta un passaggio decisivo.
Rosanna Ferreri, segretaria regionale Funzioni Centrali FP CGIL Campania, ha messo in evidenza la situazione critica in Campania: «Il ministero è sotto organico, i 12.000 precari rappresentano una risorsa imprescindibile per il funzionamento della giustizia». Ha ricordato come il governo abbia previsto la stabilizzazione solo per il 50% di questi lavoratori e ha espresso preoccupazione per l’incertezza sul futuro a solo un anno dalla scadenza dei contratti.
Manifestazioni a Napoli e torre annunziata, pressione sulla politica
Fra gli appuntamenti più importanti, a Napoli è prevista un’assemblea con presidio il 30 giugno dalle 10 alle 12 presso piazzale Porzio, di fronte al Palazzo di Giustizia. Il giorno successivo, 1 luglio, la mobilitazione si sposterà sotto il tribunale di Torre Annunziata con lo stesso orario.
Queste iniziative hanno lo scopo di far sentire la voce dei lavoratori e di richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di mettere a disposizione risorse in legge di bilancio per una stabilizzazione completa e senza esclusioni. Sarà un momento cruciale per capire se il governo risponderà alle richieste o se si proseguirà con uno stato di precarietà che lancia dubbi anche sul futuro della giustizia italiana.