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Mirko tucciarone e la rete di spaccio tra Roma e Abruzzo smantellata dalla procura di l’Aquila

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Un’indagine della procura di l’aquila ha portato all’arresto di mirko tucciarone, 40 anni, originario di formia e attivo con un ristorante a roma, ritenuto il capo di una vasta rete di spaccio di droga che si estende dall’abruzzo fino alla capitale e dintorni. I dettagli emersi dalle indagini rivelano un’organizzazione articolata, con ruoli ben precisi e violenze dirette contro chi non pagava i debiti. Ecco come si è sviluppata l’operazione e chi sono i protagonisti coinvolti.

Mirko tucciarone: il ruolo di capo e organizzatore dell’attività criminale

Secondo il gip marco billi, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, mirko tucciarone era il promotore e motore principale dell’organizzazione. Non solo gestiva il traffico di sostanze stupefacenti, ma curava anche l’approvvigionamento destinato al territorio abruzzese. Era lui a stabilire i prezzi di acquisto e vendita della droga e a gestire direttamente i proventi, sia personalmente sia tramite intermediari.

Tucciarone aveva inoltre responsabilità operative importanti: coordinava spedizioni punitive e attivava richieste estorsive contro chi non pagava i fornitori. L’organizzazione si basa dunque non solo sulla vendita ma anche sull’imposizione della disciplina interna e sul controllo del territorio, dimostrando come una rete criminale possa estendersi ben oltre il semplice spaccio.

L’indagine partita da una denuncia a pescara e i primi sospetti

Le indagini sono scattate nel novembre 2023, dopo che un piccolo spacciatore di pescara, alessandro caroli, si è rivolto alla squadra mobile. Caroli ha denunciato le richieste estorsive subite e ha ammesso un debito molto elevato nei confronti del gruppo. A giustificare la sua denuncia sono state le intimidazioni a cui è stato sottoposto, tra cui episodi di violenza come il lancio di una bomba carta sul suo balcone.

Questo episodio ha dato il via all’azione investigativa, che ha portato gli agenti a seguire le tracce degli organizzatori. La denuncia di Caroli ha spalancato la porta su una rete molto più potente, dove figure chiave come tucciarone gestivano traffico e violenze in modo sistematico e coordinato.

I ruoli chiave di nicola creanza e altri membri pontini nell’organizzazione

Un ruolo di assoluto rilievo nel gruppo criminale è quello di nicola creanza, corriere di fiducia di tucciarone. Creanza si occupava di trasportare la cocaina da roma verso l’abruzzo e recuperava personalmente i guadagni dai pusher di media entità, garantendo così il passaggio della droga e il flusso di denaro tra i livelli della catena.

Oltre a tucciarone e creanza, nell’organizzazione figurano altri due uomini provenienti dal pontino, vicini a ruoli di comando: vincenzo zompatori, 37 anni, e rechard bosetti dela pena, 35 anni. Entrambi risiedono a cisterna, anche se Bosetti è domiciliato a grosseto. Vengono considerati il «braccio operativo» di Tucciarone e del gruppo, protagonisti anche di attentati punitivi nei confronti di persone come alessandro caroli.

Questi elementi mostrano come la rete fosse costruita attorno a figure con compiti precisi, capaci di gestire sia la parte finanziaria sia l’aspetto violento necessario a mantenere il controllo sulle attività illegali.

La gestione della rete e le modalità di controllo sul territorio

L’inchiesta ha svelato una gestione rigorosa delle attività di spaccio. Tucciarone controllava direttamente il prezzo della droga e l’amministrazione dei guadagni; garantiva inoltre il coordinamento di spedizioni punitive per chi non rispettava gli accordi, con intimidazioni violente per imporre il pagamento dei debiti.

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Questa struttura autoritaria e violenta era supportata dalla collaborazione tra figure dislocate tra roma, abruzzo e pontino. Il coinvolgimento di soggetti in territori diversi testimonia la capacità di allargare il raggio d’azione e di mantenere i contatti necessari per gli affari criminali.

L’associazione criminale aveva sviluppato un sistema collaudato, capace di rispondere efficacemente a problematiche interne, prevenendo dissidi e punendo in modo rapido chi non si atteneva alle regole imposte dal sodalizio.

I risvolti dell’operazione e le ricadute sul territorio abruzzese e laziale

L’arresto di mirko tucciarone e dei suoi collaboratori ha avuto un impatto immediato, smantellando una parte significativa del traffico di cocaina tra roma e l’abruzzo. La rete sgominata si estendeva su diverse province, interessando anche la gestione del ristorante che Tucciarone conduceva nella capitale, forse come copertura per le attività illecite.

L’operazione ha posto al centro dell’attenzione la capacità delle forze dell’ordine di intercettare le dinamiche di traffico e violenza che spesso si nascondono dietro realtà apparentemente legittime come un’attività commerciale.

Gli arresti e le accuse rivolte ai membri dell’organizzazione, tra cui estorsione e coordinamento di azioni punitive, confermano il peso della criminalità organizzata sul tessuto sociale ed economico delle aree coinvolte, alimentando un clima di paura e controllo.

Il procedimento proseguirà con lo sviluppo degli interrogatori e delle ulteriori attività investigative per ricostruire con maggior precisione tutte le ramificazioni del sodalizio e per verificare eventuali coinvolgimenti estesi.

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