L’indagine aperta dalla Procura di Napoli si concentra sui perni e bulloni della struttura a cui era ancorato il montacarichi precipitato venerdì scorso al Rione Alto. Quel drammatico incidente sul lavoro ha provocato la morte di tre operai impegnati in una delicata operazione sul lastrico solare, mentre trasportavano rotoli bituminosi senza alcuna imbragatura di sicurezza. A partire da sabato, è previsto l’intervento per smontare la struttura, con l’obiettivo di ricostruire la dinamica del crollo attraverso una serie di verifiche tecniche mirate.
Le circostanze del crollo al rione alto
Il tragico episodio è avvenuto durante un lavoro in quota, intorno ai venti metri di altezza, senza le adeguate misure di sicurezza individuale. I tre operai – Vincenzo Del Grosso, 54 anni; Ciro Pierro, 62 anni; Luigi Romano, 67 anni – stavano trasportando rotoli di materiale bituminoso sul lastrico solare di un edificio quando la struttura portante del montacarichi ha ceduto. Senza imbragature né dispositivi di protezione individuale, sono precipitati, subendo lesioni fatali. Oltre all’aspetto umano gravissimo, la vicenda ha aperto un’inchiesta che punta a chiarire se e come la sicurezza sul posto di lavoro sia stata rispettata e quali responsabilità possano emergere.
Il ruolo decisivo dei perni e bulloni nella ricostruzione dei fatti
La Procura ha disposto un accertamento irripetibile sui sistemi di ancoraggio della struttura, con particolare attenzione a perni e bulloni. Questi elementi di fissaggio sono cruciali per capire se l’installazione presentasse difetti o se un cedimento meccanico abbia contribuito al disastro. Le verifiche tecniche includeranno rilievi fotografici precisi e la raccolta di dati sullo stato degli elementi metallici. L’analisi potrà svelare se la struttura sia stata montata correttamente o se vi siano stati errori o mancanze nell’assemblaggio, che hanno reso la situazione pericolosa e inadeguata alle attività svolte.
Le operazioni di rimozione e le figure coinvolte nelle indagini
Da sabato mattina inizieranno le operazioni di rimozione della struttura, che richiedono l’impiego di una grossa gru. La logistica di questo intervento è complessa per via dell’altezza e della posizione della struttura stessa. A queste operazioni parteciperanno tecnici incaricati dalla Procura, ma anche i consulenti di parte designati dal collegio difensivo dei quattro indagati. Gli avvocati Mauro Zollo, Giovanni Fusco, Mattia Floccher e Dezio Ferraro rappresentano questi soggetti, mentre le famiglie delle vittime stanno valutando la nomina di propri periti di parte per assistere ai sopralluoghi. La presenza di tutti i protagonisti è fondamentale per garantire trasparenza e verifiche accurate durante tutte le fasi dell’esame.
L’importanza delle prove tecniche per stabilire responsabilità e dinamiche
I rilievi fotografici e i controlli sulla tenuta dei perni e bulloni saranno elementi chiave per ricostruire la dinamica del cedimento. La Procura punta infatti a chiarire se la causa sia riconducibile a carenze strutturali, errori di montaggio o violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. Solo un’analisi dettagliata potrà fornire risposte sui motivi alla base del crollo e sul perché gli operai fossero privi degli strumenti di protezione. Il lavoro della magistratura si avvale anche della testimonianza raccolta attraverso questi accertamenti, indispensabili per formulare eventuali accuse penali a carico degli indagati e capire come evitare che simili tragedie si ripetano.