Un cittadino italiano è stato smascherato per aver guidato nonostante la patente revocata, grazie a una patente falsa intestata a un defunto. L’indagine, condotta dal gruppo GPIT , ha messo al centro una rete di complici, tra cui un medico e un’agenzia di pratiche auto. Sono scattate denunce e sanzioni. Ecco come si sono svolti i fatti.
Gli agenti del GPIT hanno fermato un automobilista che, sulla carta, non avrebbe dovuto mettersi alla guida. Era infatti noto che la sua patente era stata revocata da tempo. L’uomo però continuava a circolare regolarmente mostrando un documento di guida apparentemente in regola. Da una verifica approfondita è emerso che la patente era falsa: era intestata a una persona deceduta nel 2016. Questa scoperta ha fatto subito scattare una serie di controlli mirati.
Il cittadino in questione si serviva consapevolmente di questo documento illecito, ottenuto con il coinvolgimento di intermediari poco trasparenti. Guidava così senza alcun titolo valido, esponendo sé stesso e altri a rischi gravi. Al momento del fermo, le forze dell’ordine hanno applicato il fermo amministrativo del veicolo e comminato multe che complessivamente superano i 5 mila euro.
Le indagini hanno messo in luce l’importante ruolo svolto da un’agenzia di pratiche auto, che ha favorito l’iter illegale per ottenere la patente. L’agenzia, assieme a un medico specializzato nelle visite mediche per il rilascio delle patenti, ha simulato procedure formali di controllo e certificazione, senza tuttavia rispettare la normativa vigente.
Il medico era responsabile di compilare certificati falsi, attestando condizioni di salute inesistenti o non verificate. In questo modo ha consentito al titolare dell’agenzia e all’automobilista di mettere insieme la documentazione necessaria per la produzione del documento falso. Entrambi sono stati denunciati per truffa e false attestazioni, con l’ipotesi di reato aggravata dalla partecipazione a un sistema illecito.
Oltre ai coinvolgimenti diretti dell’automobilista, del medico e del titolare dell’agenzia, la Procura ha ribadito l’intenzione di approfondire il ruolo di questa struttura in altri possibili casi di irregolarità. Le forze dell’ordine stanno ancora esaminando altri documenti e segnalazioni che potrebbero rivelare una rete più ampia di violazioni simili.
L’ipotesi è che l’agenzia abbia sistematicamente facilitato la produzione di documenti falsi per ottenere patenti di guida a persone non idonee, con il supporto di medici disonesti. Queste pratiche compromettono la sicurezza sulle strade e minano la correttezza delle procedure amministrative.
Ai soggetti coinvolti sono state contestate diverse violazioni penali e amministrative. L’automobilista rischia denunce per truffa, sostituzione di persona, uso di atto falso e falsificazione di generalità. A questi reati si aggiungono ammende amministrative e la perdita del mezzo tramite fermo.
Il medico e il titolare dell’agenzia devono rispondere di false dichiarazioni sui certificati medici e di truffa in concorso. Questi reati sono considerati gravi per le ripercussioni sulla sicurezza pubblica e per l’attività illecita svolta a danno dello Stato.
Il caso rappresenta un esempio concreto delle difficoltà nel controllare certi ambiti amministrativi e della necessità di mantenere alta l’attenzione per impedire che simili frodi continuino a danneggiare la società e le istituzioni. Le indagini andranno avanti, con potenziali sviluppi nelle prossime settimane.
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