La questione legata al permesso di costruire sull’area dell’ex Arciero Marmi, situata in via Vincenzo Grosso a Cassino, resta al centro di un acceso dibattito tra il Comune e i ricorrenti che contestano la regolarità delle autorizzazioni rilasciate. Le recenti decisioni del Tar di Latina e del Consiglio di Stato hanno influito direttamente sul stato dei lavori nel cantiere, spingendo l’amministrazione a confermare la sospensione delle opere in attesa della pronuncia definitiva.
L’avvocato Benedetto Giovanni Carbone, che rappresenta i signori Manzi, ha sollecitato il Comune di Cassino a rispettare integralmente l’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato. Nella nota inviata dall’avvocato si invita il sindaco Enzo Salera e i dirigenti della Polizia Locale, dell’Urbanistica e dello Sportello unico dell’edilizia a porre sotto attenta vigilanza il blocco dei lavori previsti dal permesso di costruire n. 2805 emesso il 4 aprile 2024. Secondo l’avvocato Carbone, la sentenza del Tar di Latina, numero 396 del 2025, ha annullato il permesso di costruire e non ne ha disposto semplicemente la sospensione come contestato dal Comune.
Il confronto si concentra sul fatto che, anche se il comunicato ufficiale del Comune non parla esplicitamente di annullamento a primo grado, la domanda cautelare di sospensione della sentenza era stata presentata in appello proprio per ottenere lo stop immediato delle opere. Il Consiglio di Stato ha accolto questa richiesta temporanea, fissando l’udienza di merito per il 6 novembre 2025, data in cui sarà presa una decisione definitiva sulla legittimità del permesso.
Il sindaco Enzo Salera ha ribadito che la competenza per rilasciare i permessi di costruire spetta agli uffici tecnici e non alla sua figura. Lo stesso ha confermato che i lavori nel cantiere di via Vincenzo Grosso restano sospesi, in linea con quanto previsto dalla sentenza del Tar e dal comunicato inviato alla stampa nei giorni scorsi. L’attesa si concentra quindi sulla pronuncia del Consiglio di Stato, che analizzerà le questioni sollevate dai ricorrenti, tra cui Maria Ginevra Simonelli e Paolo, Emy e Nicola Manzi.
Il Comune ha sottolineato la necessità di attendere il verdetto definitivo senza alimentare inutili polemiche, specie di natura politica, che hanno preso piede negli ultimi giorni. Chi utilizza questa vicenda come strumento di scontro politico dovrà confrontarsi con i tempi della giustizia amministrativa, lasciando che la decisione degli organi competenti prenda il sopravvento.
L’area dell’ex Arciero Marmi rappresenta un punto cruciale per lo sviluppo urbano di Cassino. Il blocco dei lavori ha inevitabilmente un impatto sull’economia locale, ma garantire il rispetto delle norme e della regolarità dei permessi è diventato prioritario per le istituzioni. La sentenza finale, attesa il 6 novembre, potrà chiarire se l’edificazione potrà proseguire o se dovranno essere attuate modifiche sostanziali alle autorizzazioni o ai progetti presentati.
Il caso richiama attenzione sulla gestione amministrativa e sul controllo degli strumenti urbanistici, elementi fondamentali per evitare contenziosi lunghi e costosi. Intanto il Comune mantiene una linea ferma, bloccando i lavori, mentre i ricorrenti attendono di vedere riconosciute le loro ragioni. Lo sviluppo di questa vicenda coinvolge non solo gli interessati diretti, ma tutta la comunità di Cassino, attenta alle scelte sull’uso del territorio e alla trasparenza degli atti pubblici.
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