Nel 2025 i dipendenti delle farmacie private in Abruzzo hanno scelto di scendere in piazza, aderendo alla mobilitazione nazionale per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale. Il nodo centrale resta la questione salariale e il riconoscimento del ruolo del personale in un settore che coinvolge migliaia di famiglie. A Pescara, alla sede di Federfarma Abruzzo, una delegazione di lavoratori e sindacalisti ha tentato un confronto con i rappresentanti dell’associazione, ma senza risultati soddisfacenti.
Il presidio si è svolto davanti agli uffici di Federfarma Abruzzo, in via Raiale a Pescara, punto di riferimento per le farmacie private della regione. Una delegazione formata da lavoratori e rappresentanti sindacali si è presentata per esporre i motivi della protesta e discutere dell’aggiornamento delle condizioni contrattuali. La convocazione era stata ottenuta grazie alla disponibilità mostrata da Federfarma Abruzzo, che però non ha tradotto questa apertura in un reale dialogo.
Durante l’incontro, secondo quanto riferito dalla Filcams Cgil Abruzzo Molise, non sono emerse aperture concrete rispetto alle richieste avanzate dai lavoratori. La delegazione ha infatti rilevato un atteggiamento di chiusura da parte di Federfarma, che non ha voluto accogliere le istanze sul rinnovo del contratto. La tensione è cresciuta perché i lavoratori si aspettavano un confronto più incisivo su miglioramenti salariali e condizioni di lavoro.
La scelta di effettuare un presidio nella sede regionale di Federfarma evidenzia la volontà dei dipendenti di puntare l’attenzione proprio sugli enti che amministrano le farmacie. Pescara diventa così il centro di una mobilitazione che coinvolge tutta l’Abruzzo e si inserisce in un contesto più ampio a livello nazionale, dove le discussioni sulle condizioni del contratto continuano ad essere complicate.
La Filcams Cgil Abruzzo Molise ha ribadito il proprio disaccordo netto sulla proposta avanzata da Federfarma per il rinnovo contrattuale. Secondo il sindacato, l’aumento di 120 euro lordi al mese rappresenta una cifra insufficiente e lontana dal riconoscere il reale valore del lavoro svolto dal personale delle farmacie. La protesta sindacale si è quindi mantenuta ferma, con l’obiettivo di non accettare offerte che non migliorano le condizioni economiche e professionali dei lavoratori.
La richiesta principale riguarda la revisione del salario, che deve tenere conto dell’inflazione che negli ultimi anni ha impattato pesantemente sul costo della vita. Questa variabile economica, sottolineano i sindacati, non è stata adeguatamente considerata nella proposta di aumento. È quindi forte il timore che la situazione peggiori ulteriormente, se le retribuzioni restano ferme a cifre non compatibili con il budget delle famiglie.
Maggiormente rilevante è il richiamo a un riconoscimento economico e sociale più equo per le persone impegnate nelle farmacie private. Il personale non solo esegue mansioni tecniche, ma svolge anche un ruolo di assistenza importante per la cittadinanza. Per questo motivo la Filcams Cgil chiede un contratto che rifletta competenze e professionalità, superando un’offerta che definisce irrispettosa.
La vertenza in Abruzzo rappresenta un esempio di tensione che si ripete anche in altre regioni italiane. Le farmacie private, che costituiscono una parte significativa del sistema sanitario territoriale, sono spesso teatro di discussioni sulla valorizzazione del personale. Il rinnovo del contratto nazionale coinvolge migliaia di operatori che chiedono condizioni più dignitose, soprattutto in un periodo segnato da difficoltà economiche.
Dal punto di vista sindacale, il rinnovo contrattuale dovrebbe superare i limiti legati a incrementi economici modesti per garantire una stabilità maggiore ai lavoratori. Il settore, infatti, richiede competenze specifiche e un impegno professionale quotidiano, elementi che non possono essere ignorati in un dialogo sindacale sensato. La mobilitazione abruzzese si inserisce proprio in questo scenario, dove la ricerca di un equilibrio tra sostenibilità e adeguatezza è ancora lontana.
La decisione di Federfarma di mantenere una proposta ristretta mette in evidenza lo scontro tra visioni diverse: da una parte la richiesta di riconoscimento concreto da parte dei lavoratori, dall’altra una linea più prudente nell’esborso economico. Questo confronto continuerà nelle prossime settimane, con possibili nuove iniziative di protesta e incontri istituzionali per riaprire il dialogo.
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