Negli ultimi mesi le forze di polizia e vari enti hanno intensificato i controlli nella Terra dei fuochi, area gravemente colpita da roghi di rifiuti e sversamenti illeciti. Questi interventi sono scaturiti anche in seguito alla sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che ha condannato l’Italia per la mancata bonifica di diverse zone tra le province di Caserta e Napoli. Le azioni di controllo hanno portato a sanzioni per quasi 7 milioni di euro, oltre 130 denunce e sequestri su larga scala, confermando la necessità di un impegno concreto per tutelare l’ambiente e la salute pubblica.
Le sanzioni e i sequestri nelle ultime operazioni sul territorio
La somma delle multe elevate a carico di trasgressori ha raggiunto quasi 7 milioni di euro, cifra che indica la portata dei fenomeni illegali ancora presenti. Le attività di controllo hanno permesso di denunciare 139 persone, di cui oltre 50 sono state colte in flagranza di reato, principalmente per trasporto e sversamento illecito di rifiuti e per l’innesco di roghi. Il sequestro di oltre 300 veicoli, in gran parte autocarri utilizzati per il trasporto irregolare di materiali, ha bloccato una parte significativa del sistema illegale.
Gli interventi si sono estesi anche alle attività commerciali e industriali: 80 aziende sono state poste sotto sequestro, su un totale di 225 controllate, a conferma dell’ampiezza dell’indagine e delle violazioni rilevate. Gli sforzi si sono concentrati soprattutto nelle province di Caserta e Napoli, seguendo punti critici identificati anche dalla sentenza CEDU.
Soggetti coinvolti e modalità dei controlli
I controlli sono stati realizzati da un’ampia rete di enti e forze dell’ordine: reparti territoriali e specialistici delle polizie, unità dell’esercito impegnate nel contingente Strade Sicure – Terra dei Fuochi, polizie locali e metropolitana. A supporto operativo si sono aggiunti tecnici dei vigili del fuoco, tecnici dell’ARPAC e dell’Ispettorato del Lavoro, nonché operatori delle ASL e dell’ICQRF. Il coordinamento è stato affidato ai prefetti di Napoli, Michele Di Bari, e di Caserta, Lucia Volpe, con l’assistenza del rappresentante ministeriale incaricato del contrasto ai roghi di rifiuti.
L’attenzione si è concentrata su specifiche aree, frequentate da traffici illeciti e punti di sversamento. Tra queste, in provincia di Caserta, sono finite sotto sorveglianza le zone di San Felice a Cancello, Gricignano di Aversa, Casagiove e Castel Volturno. Nell’area metropolitana di Napoli, invece, le operazioni hanno riguardato Acerrano, Nolano, Quarto, Pomigliano d’Arco e Casandrino.
Focus sul trasporto illecito e sulle attività sospette
Le operazioni hanno incluso verifiche su strada di autocarri destinati al trasporto di materiali di risulta e metalli ferrosi. Questi veicoli rappresentano una delle principali modalità usate per il movimento illegale di rifiuti e materiali da smaltire senza autorizzazioni. Oltre ai mezzi, le forze dell’ordine hanno ispezionato officine meccaniche, depositi di materiale edile e ferrosi, scoprendo otto siti sequestrati .
È stata individuata anche un’azienda tessile abusiva, priva delle necessarie autorizzazioni ambientali, insieme a un’area privata di circa mille metri quadrati destinata allo stoccaggio irregolare di elettrodomestici e rifiuti speciali. Questi ritrovamenti mostrano quanto sia radicata l’attività illecita.
Il comitato interprovinciale e le strategie per i prossimi mesi
Il 18 giugno si è svolta una riunione del comitato interprovinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la presenza dei prefetti di Napoli e Caserta, del procuratore generale presso la corte di appello di Napoli, Policastro, del commissario nazionale per le bonifiche, Vadalà , e del presidente ANCI regionale, Morra. L’incontro ha puntato a rafforzare le azioni di controllo con due direttive precise.
La prima prevede che i servizi di vigilanza si intensifichino, soprattutto nei punti noti per reiterati sversamenti e lungo le rotte di trasporto dei rifiuti, anche durante le ore più sensibili. Da poco, il compartimento della polizia stradale Campania-Basilicata ha ricevuto rinforzi. La prima operazione in questa nuova fase ha già portato a due denunce, cinque veicoli sequestrati, due attività fermate e sanzioni per oltre 14mila euro.
La seconda direttiva punta sui controlli alle imprese produttive e commerciali, per verificare il rispetto delle norme ambientali lungo tutta la filiera produttiva. Nel quadro degli obiettivi fissati, le prefetture stanno promuovendo anche attività di formazione per gli operatori, organizzate dalla polizia metropolitana di Napoli. Un protocollo siglato con il consorzio Polieco si concentra sul ritiro e riciclo delle plastiche agricole, prevenendo così il rischio che materiali facilmente infiammabili si accumulino nei territori sensibili.
Le operazioni di questi mesi rappresentano un passo concreto verso una gestione più rigorosa del territorio, dopo anni di segnalazioni e denunce. La partita sulla bonifica e sul contrasto ai roghi non si ferma, ma adesso coinvolge forze unite e una maggiore presenza sul campo. Il controllo si fa più stretto, costringendo gli illeciti a ritirarsi o a modificare i propri metodi, nel tentativo di fermare danni ambientali e rischi per la salute nei comuni della Terra dei fuochi.