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Regolamentazione del flusso turistico sui sentieri del parco nazionale d’abruzzo per tutelare il camoscio appenninico

Da fine luglio a metà settembre il parco nazionale d’abruzzo, lazio e molise ha introdotto limitazioni precise sull’accesso ad alcuni sentieri molto frequentati. Questa misura si concentra sulla protezione del camoscio appenninico, specie simbolo e delicata, in un periodo di grande afflusso turistico. La gestione mira a trovare un equilibrio tra la conservazione degli ambienti naturali e la possibilità per i visitatori di vivere esperienze di trekking nelle zone più suggestive del parco.

Il ruolo delle guide e la gestione delle escursioni protette

I gruppi accompagnati dalle guide sono soggetti a un controllo preciso che regola il numero totale di visitatori. Le escursioni sono a pagamento e permettono non solo di esplorare in sicurezza, ma anche di apprendere dettagli sull’ambiente circostante. Le guide forniscono informazioni sulle caratteristiche del parco, sulle specie protette e sulle regole di comportamento per non interferire con la natura.

La presenza delle guide valorizza la fruizione del parco: chi partecipa impara a rispettare gli habitat e a evitare comportamenti che potrebbero arrecare danni. Ad esempio, gli escursionisti sono invitati a non lasciare rifiuti, a non disturbare gli animali, a rimanere fuori dalle aree di nidificazione e a muoversi nei sentieri indicati per limitare l’erosione del terreno.

Questo approccio risponde a un bisogno crescente di equilibrio tra turismo e tutela ambientale. Le visite accompagnate prevengono inoltre incidenti e smarrimenti lungo percorsi spesso impegnativi e assicurano un contatto diretto con esperti locali.

Il sistema adottato dal parco dimostra come una gestione attenta, anche in presenza di un numero considerevole di visitatori, possa proteggere ecosistemi delicati senza escludere il pubblico. Quest’esperienza diventa così non solo un’attività ricreativa ma anche un’opportunità educativa e culturale, legata alla salvaguardia del patrimonio naturale appenninico.

I sentieri interessati e le modalità di accesso nel periodo estivo 2025

Le limitazioni saranno attive dal 26 luglio fino al 14 settembre 2025. Sono coinvolti tre sentieri riconosciuti tra i 153 ufficiali del parco. Il sentiero I1 parte da Civitella Alfedena e arriva al Rifugio di Forca Resuni, una zona nota come Val di Rose. Qui si incontrano ambienti montani dai paesaggi spettacolari e una biodiversità tra le più ricche del parco.

Il sentiero F1 parte da Val Fondillo e raggiunge la cima del Monte Amaro, una delle vette più alte e suggestive dell’appennino centrale. Questo percorso è frequentato ogni anno da appassionati di escursionismo e montagna, attratti dalla bellezza del paesaggio e dalla stretta relazione con la natura selvaggia.

Infine il sentiero L1 parte dal Pianoro Campitelli per arrivare al Monte Meta, un’altra cima iconica che domina la regione con la sua imponenza. Questo sentiero offre panorami mozzafiato e consente l’osservazione della fauna tipica, ma richiede sensibilità nel rispetto dell’ambiente.

Dal 27 luglio, l’accesso a queste tre vie è consentito solo tramite prenotazione obbligatoria di un’escursione con guide qualificate. Questi professionisti sono incaricati dal parco per garantire un’esperienza sicura e al tempo stesso rispettosa degli ecosistemi attraversati. Le guide, oltre a condurre i gruppi lungo il percorso, condividono conoscenze su flora, fauna e storia naturale del territorio.

L’importanza della regolazione del flusso turistico per il parco nazionale d’abruzzo

La regolamentazione riguarda i sentieri I1, F1 e L1, fondati su un principio che da più di trenta anni guida il parco: limitare i danni causati dalla sovrafrequentazione e preservare habitat sensibili. Il Parco nazionale d’abruzzo, lazio e molise spiega che Val di Rose, Monte Amaro e Monte Meta rappresentano vere e proprie “cattedrali di biodiversità”. Questi ecosistemi si basano su equilibri fragili che rischiano di subire peggioramenti irreparabili se le presenze non vengono gestite con attenzione.

La scelta di imporre un “numero chiuso controllato” si è rivelata un compromesso praticabile perché consente di mantenere vivo il contatto con la natura, senza ridurne la qualità o danneggiare specie protette come il camoscio appenninico. Con il passare degli anni, il parco ha adattato questo sistema per far fronte allo sviluppo del turismo naturalistico e agli aumenti significativi di visitatori durante la stagione estiva. L’obiettivo è evitare situazioni di degrado ambientale, erosione dei sentieri e disturbo agli animali.

Le attenzioni sono rivolte non solo alla salvaguardia degli animali ma anche alla tutela del paesaggio complessivo, che si presenta nelle aree coinvolte come un patrimonio naturale e culturale. Gli habitat silenziosi e intatti sono fragili come un’opera d’arte e vanno preservati con altrettanta cura.

Monica Ghilocci

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