La necessità di rivedere il ruolo e le funzioni delle province italiane torna al centro del dibattito istituzionale, con un incontro significativo previsto per il 24 giugno 2025 a Castel di Sangro, in abruzzo. Questo appuntamento riunisce rappresentanti delle province, regioni e comuni per discutere i passi successivi alla legge Delrio, purtroppo mai seguita da un’effettiva chiarezza normativa. Il tema riguarda da vicino la comunicazione fra enti locali e la ridefinizione delle competenze, per fronteggiare le difficoltà accumulate in oltre dieci anni. I dettagli della proposta in esame saranno al centro del dialogo, con l’obiettivo di restituire alle province un ruolo più definito e risorse per operare meglio.
Il contesto della legge delrio e l’incertezza normativa sulle province
Nel 2014, la legge Delrio ha modificato profondamente il sistema delle province italiane, ma i risultati non hanno risolto le criticità attese. A dieci anni dall’entrata in vigore, il quadro rimane segnato da confusione e da decisioni rimandate a livello nazionale. Questa mancanza di certezza ha prodotto effetti negativi sulle organizzazioni territoriali e sulle amministrazioni pubbliche più vicine ai cittadini. L’incertezza ha limitato l’efficienza degli enti locali e ha lasciato le province senza una chiara identità istituzionale, ostacolando la capacità di gestire servizi fondamentali.
Le posizioni dei presidenti upi e provincia dell’aquila
I presidenti di Upi, Pasquale Gandolfi, e della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, hanno evidenziato come la situazione non possa proseguire senza un intervento deciso, soprattutto sulle leggi regionali che finora hanno reso la gestione ancora più frammentata. “Senza regole precise e risorse adeguate, le province non possono assumere personale qualificato né sviluppare progetti stabili.” Questo blocco rallenta interventi necessari in settori come la viabilità, l’istruzione tecnica e ambientale, e la gestione dei servizi essenziali.
La proposta di legge regionale: obiettivi e punti chiave
Il documento che l’Upi propone alle regioni punta a riportare ordine e chiarezza alle funzioni delle province, togliendole da un limbo legislativo. L’idea è di partire dai territori, considerando le specificità locali e riuscendo a creare una rete più solida tra Enti Regionali, Provinciali e Comunali. L’obiettivo dichiarato è restituire alle province funzioni ben precise e le risorse necessarie per svolgerle.
Funzioni e governance stabile
La proposta mira a garantire una governance stabile per le province, capace di assumere personale qualificato e consolidare le strutture amministrative. Si vuole coinvolgere direttamente le regioni in un confronto per ridefinire cosa rimane alle province, specialmente riguardo servizi che richiedono un coordinamento più vicino alla popolazione e alle imprese. Tra i temi in discussione ci sono la semplificazione burocratica, l’ottimizzazione delle risorse economiche disponibili e la restituzione di competenze oggi gestite dalle Regioni, che però potrebbero essere svolte con più efficacia a livello provinciale.
Pasquale Gandolfi e Angelo Caruso sottolineano che “senza questo riordino rischia di continuare la frammentazione degli interventi e la mancanza di un sistema amministrativo coerente, con conseguenze dirette sugli utenti dei servizi pubblici.”
Il ruolo delle istituzioni locali nell’incontro a castel di sangro
L’evento in programma il 24 giugno al Museo Aufidenate di Castel di Sangro coinvolge figure chiave della politica locale e regionale. Si attendono interventi del presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dei presidenti delle province abruzzesi e molisane. Questo permette un confronto a più voci, con la presenza del sottosegretario alla Presidenza della giunta regionale del Molise, Vincenzo Niro, e del presidente Anci Molise, Gianfranco Paolucci.
L’evento è pensato come un dibattito sulle difficoltà esistenti nel sistema degli enti territoriali, evidenziando le diverse esigenze e aspettative. L’inclusione di attori come l’Anci è fondamentale per costruire un modello condiviso che tenga conto delle specificità dei comuni e delle province, bilanciando efficacia e prossimità ai cittadini.
Non solo si discuterà di un testo di legge ma anche di un percorso collaborativo, con l’obiettivo di stabilire un quadro istituzionale più equilibrato, capace di evitare duplicazioni inutili e di puntare su servizi più chiari, accessibili e coordinati.
Le sfide da affrontare per la riorganizzazione delle province in abruzzo e molise
Le province in abruzzo e molise devono superare diversi punti critici per tornare a operare con efficacia. Il primo riguarda proprio la mancanza di stabilità finanziaria e gestionale, dovuta a continui cambiamenti normativi e anche ai tagli. Senza fondi certi, ogni programma rischia di rimanere sulla carta. Serve una base finanziaria sicura per assicurare continuità alle attività.
Le difficoltà del personale e coordinamento regionale
La seconda difficoltà è legata alla forza lavoro, spesso insufficiente o non adeguatamente formata. Questo limita la capacità delle province di gestire in modo completo servizi chiave come la manutenzione delle strade provinciali o il coordinamento delle attività socio-culturali a livello locale.
Infine il ruolo delle regioni nel coordinamento diventa cruciale. Solo attraverso un dialogo costante tra livelli regionali e provinciali si possono definire i confini di competenze senza lasciare vuoti o sovrapposizioni. Il modello che si prospetta punta a coinvolgere attivamente ogni ente territoriale, definendo in modo chiaro funzioni e responsabilità, per evitare sprechi e favorire il buon governo.
Questa fase è delicata per abruzzo e molise, perché segna un tentativo di risposta alle criticità accumulate negli anni, provando a costruire un sistema più stabile e chiaro, capace di rispondere meglio alle esigenze delle comunità locali.