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Roberto vannacci e le sue dichiarazioni controverse: dal fascismo a putin fino alla politica italiana

Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, ha acceso il dibattito con una serie di dichiarazioni rilasciate dalla Versiliana, durante lo spettacolo teatrale de La Zanzara. Nel cuore della Toscana, il politico ha affrontato temi delicati e controversi, toccando il passato di Latina, il conflitto in Ucraina e figure di spicco della politica europea. Le sue frasi hanno diviso il pubblico presente, riaprendo discussioni su argomenti di grande attualità e dal forte impatto emotivo.

I riferimenti al fascismo e la storia di latina

Durante l’evento, Vannacci ha rivendicato alcune iniziative del regime fascista, come la bonifica dell’Agro Pontino e la nascita della città di Latina. Ha citato l’istituzione dell’Inps, sottolineando questi fatti come aspetti positivi dell’epoca mussoliniana. Queste affermazioni hanno acceso il dibattito, perché Latina è proprio una città nata in quel periodo, simbolo concreto di quel progetto di bonifica e di sviluppo. La città conserva tuttora tracce storiche legate a quel passato, che molti ritengono difficile da riabilitare.

Il politico ha poi ribadito che il fascismo è un capitolo chiuso da ottant’anni, mettendo in dubbio che chi oggi esegue il saluto romano possa considerarsi fascista. Queste parole rientrano in una più ampia linea revisionista del suo pensiero. La rivalutazione di Mussolini prosegue anche con il paragone positivo con Winston Churchill, indicato come militare e primo estimatore del Duce. Le frasi di Vannacci si inseriscono in un contesto in cui il passato torna nuovamente a provocare tensioni nelle discussioni pubbliche, soprattutto in città come Latina che portano i segni di quell’epoca.

Posizione netta sul conflitto ucraino: la scelta di putin

Il tema del conflitto in Ucraina ha trovato un posto centrale nel discorso di Vannacci. L’eurodeputato ha espresso una preferenza senza mezzi termini per Vladimir Putin rispetto a Volodymyr Zelensky. Ha motivato questa scelta sottolineando che Putin è un politico di lungo corso, mentre Zelensky prima del conflitto era noto soprattutto come comico. Ha poi aggiunto che Putin governa supportato dal popolo russo, e che nel paese si svolgono regolarmente le elezioni.

Vannacci ha dato un giudizio critico anche sulle accuse rivolte a Putin per la morte dell’oppositore Aleksey Navalny. Ha dichiarato di non credere alla colpevolezza di Putin finché non verranno presentate prove oggettive a sostegno di queste accuse. Queste parole rientrano in una posizione che tende a ridimensionare le critiche al Cremlino, e hanno creato ulteriori polemiche, specie in un momento in cui la guerra in Ucraina continua a mietere vittime e preoccupazioni a livello internazionale.

Difesa di valerij gergiev e critica alle istituzioni europee

Nel corso della serata, è stato affrontato anche il caso del direttore d’orchestra russo Valerij Gergiev, bandito da alcune esibizioni in Italia per le sue posizioni filo-governative rispetto a Mosca. Vannacci ha preso le difese di Gergiev, evidenziando come fosse stato invitato da un esponente della sinistra e che un artista debba poter svolgere il proprio ruolo indipendentemente dalle sue idee politiche.

Ha inoltre insistito sul rispetto della proprietà privata, segnalando che nessuno dovrebbe toccare i beni di Gergiev, protezione garantita dalla Costituzione italiana. Secondo lui, Gergiev merita di esibirsi anche in sedi istituzionali come il Parlamento europeo, se la sua qualità artistica lo sostiene. Questa posizione ha sollevato discussioni sul confine tra cultura e politica, su quanto e come l’arte debba essere coinvolta nelle tensioni internazionali o nelle sanzioni culturali.

Provocazioni finali: schlein e von der leyen nel mirino

A chiudere la sua partecipazione, Vannacci ha lanciato un’ultima provocazione riguardo alla politica europea. In un ipotetico confronto per “salvare il mondo”, ha detto che sceglierebbe Elly Schlein piuttosto che Ursula von der Leyen. Ha motivato questa preferenza soprattutto con il desiderio di “farle un dispetto”, affermando che la presidente della Commissione europea gli dà l’impressione di non avere dietro di sé un reale sostegno, mettendo in dubbio la sua effettiva leadership.

Questa battuta ha evidenziato definitivamente il tono provocatorio che ha animato l’intera serata, basato sul mettere in discussione personaggi ed eventi attuali con parole nette, senza mezzi termini. Il confronto acceso su questi rappresentanti politici mette in luce spaccature interne e incertezze che segnano l’ampio dibattito sulla direzione futura dell’Europa e dell’Italia.

Monica Ghilocci

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