Nel 2025, un gruppo di ricercatori dell’istituto Biogem in Irpinia ha individuato un biomarcatore cruciale per il cancro gastrico. La proteina, denominata HUNK, sembra giocare un ruolo decisivo nella proliferazione delle cellule tumorali dello stomaco e potrebbe aprire nuove strade per trattamenti più mirati ed efficaci. Lo studio, frutto di un lavoro approfondito del gruppo di Biologia Cellulare e Preclinica Oncologica guidato da Geppino Falco, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell Communication and Signaling, aggiungendo un tassello importante alla comprensione di questa malattia.
Gli studiosi di Biogem hanno concentrato le loro ricerche su come HUNK, acronimo di Hormonally Upregulated Neu-associated Kinase, influenzi la crescita del tumore nello stomaco. Questo biomarcatore si è dimostrato attivo nel favorire la divisione cellulare, consentendo alle cellule tumorali di moltiplicarsi più rapidamente. Hunk, infatti, regola processi fondamentali legati alla divisione cellulare e alla capacità delle cellule di resistere a situazioni di stress.
Un aspetto chiave della sua attività è la capacità di mantenere in vita le cellule cancerose, proteggendole da meccanismi naturali che dovrebbero portarle alla morte programmata. Questo aiuta il tumore a svilupparsi e a diffondersi nell’organismo. Il lavoro di Falco e dei suoi collaboratori fornisce dettagli precisi sulle funzioni di questa proteina, che sembrano aggirare le difese cellulari normali e permettere la sopravvivenza del cancro, rallentando un possibile stop alla crescita del tumore.
Sempre dalle ricerche di Biogem è emerso che HUNK ha un effetto diretto sull’innalzamento dei livelli di MUC16, una proteina conosciuta come CA-125. Questo marcatore è ampiamente usato per monitorare la diffusione di tumori, soprattutto quello ovarico, ma negli ultimi tempi è risultato coinvolto anche nel cancro gastrico.
Secondo quanto spiegato dal coordinatore dello studio, Geppino Falco, la presenza di MUC16 nel tumore dello stomaco sarebbe legata proprio all’attività di HUNK. Ciò suggerisce che la proteina non solo sostiene la crescita del tumore in modo diretto, ma contribuisce anche a modificare l’ambiente molecolare, favorendo un quadro più aggressivo della malattia. Questa scoperta aggiunge un importante tassello al quadro clinico e patologico del cancro gastrico.
Il gruppo di ricerca di Biogem, con Pellegrino Mazzone e Giuseppina di Paola tra i coautori, ha evidenziato come la scoperta di HUNK possa aprire la strada a nuove cure. Se si riuscisse a sviluppare farmaci in grado di bloccare questa proteina, si potrebbe rallentare o fermare la crescita del tumore allo stomaco. Questi trattamenti sarebbero più precisi rispetto alle terapie attuali, agendo su un bersaglio specifico.
Giuseppina di Paola ha sottolineato come HUNK potrebbe diventare un obiettivo per farmaci innovativi, consentendo di personalizzare le cure. L’obiettivo è di ottenere risultati migliori, con meno effetti collaterali rispetto alle terapie tradizionali e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Questi passi potrebbero portare a un aumento delle probabilità di successo nella lotta contro il cancro gastrico, una delle forme di tumore più letali.
Lo studio condotto a Biogem è particolarmente significativo perché individua un meccanismo molecolare finora poco esplorato del tumore allo stomaco. Le evidenze raccolte permettono di considerare HUNK non solo come un marcatore diagnostico, ma anche come chiave per nuove strategie terapeutiche. Il lavoro scientifico, pubblicato su una rivista internazionale, offre strumenti utili per approfondire la biologia tumorale in questa specifica patologia.
Dal punto di vista pratico, il riconoscimento di HUNK e delle sue funzioni potrebbe portare a sviluppare test diagnostici più precisi. Inoltre, la ricerca potrà stimolare altre indagini volte a capire come questa proteina interagisce con altri fattori cellulari e molecolari nel microambiente tumorale. Il passo successivo sarà tradurre queste scoperte in trattamenti che nei prossimi anni potrebbero entrare nelle pratiche cliniche. Lo studio di Biogem rafforza il ruolo della ricerca italiana nel campo dell’oncologia molecolare.
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