Il 30 giugno 2025, alle 21:30, ai giardini della filarmonica romana torna l’emozionante concerto dei munedaiko, gruppo italiano specializzato nei tamburi giapponesi taiko. Lo spettacolo propone ritmi potenti e vibrazioni che da secoli accompagnano riti, guerre e momenti di condivisione culturale in Giappone. L’evento si arricchisce di un altro concerto, quello della flautista armena veronika kizanishvili, che aprirà la serata alle 20 eseguendo musiche armene e georgiane.
La tradizione millenaria del taiko e il suo ruolo in giappone
I tamburi taiko hanno origini antichissime, risalenti a circa 2000 anni fa. Inizialmente usati nelle battaglie, venivano suonati per intimidire i nemici con un ritmo potente e profondo, capace di amplificare la forza del gruppo in campo. Con il tempo, questi strumenti hanno assunto un peso importante anche in ambito culturale, religioso e popolare.
Nei riti buddisti e shintoisti, ad esempio, il taiko accompagna le cerimonie sacre e le festività, segnando momenti di preghiera e purificazione. Secondo alcune credenze popolari giapponesi, le vibrazioni del tamburo scacciano spiriti maligni e impurità, portando armonia e protezione agli ambienti e alle persone presenti. La musica del taiko, più che un semplice suono, è vista come un mezzo rituale e spirituale che lega chi suona con chi ascolta, creando un legame profondo dentro e fuori dal corpo.
Il gruppo munedaiko e la diffusione del taiko in europa
Il gruppo munedaiko nasce a Roma nel 2014 grazie a mugen yahiro e ai suoi fratelli naomitsu e tokinari yahiro, tutti percussionisti che hanno scelto di portare la tradizione giapponese in Italia e in Europa. L’obiettivo è mantenere viva questa musica e farla conoscere al pubblico europeo, spesso distante da usanze tanto antiche e radicate.
Per praticare il taiko serve un allenamento fisico e mentale rigoroso. I musicisti cercano di risvegliare la forza interiore, lavorando su armonia tra corpo, cuore e mente. L’esibizione non è solo un concerto ma un momento di trasmissione di energia, dove chi suona comunica con intensità chi lo ascolta. Il ritmo, le vibrazioni e la presenza scenica attraggono spettatori da ogni età e provenienza, coinvolgendoli nel battito sincopato e nel movimento sincronizzato tipico del taiko.
Il concerto di apertura con veronika kizanishvili tra musiche armene e georgiane
Prima dell’esibizione dei munedaiko, alle 20, si esibiranno la flautista armena veronika kizanishvili e la pianista oh yunwoo, proponendo un repertorio dedicato alle musiche armene e georgiane. La scelta è particolarmente significativa per valorizzare compositori poco noti nel panorama europeo. Tra questi spicca elena mardian, compositrice armena nata nel 1960, a cui kizanishvili ha dedicato un progetto discografico e editoriale.
Nata a Tbilisi in Georgia, veronika kizanishvili si è trasferita a Roma, dove si è laureata al conservatorio di Santa Cecilia nel 2014, perfezionandosi poi all’Accademia internazionale di Imola. La sua tecnica e sensibilità interpretativa le permettono di affrontare con profondità le sonorità tradizionali di Armenia e Georgia, creando atmosfere intense e rare.
Uno scambio culturale unico tra oriente e caucaso
L’incontro tra la musica antica dei tamburi giapponesi e le note del flauto armene apre la serata a uno scambio culturale che valorizza tradizioni diverse ma ugualmente radicate, offrendo al pubblico un’esperienza sonora che unisce mondi distanti.