L’azienda speciale ABC di Latina si trova al centro di un acceso dibattito a pochi giorni dal previsto incontro tra sindacati e amministrazione comunale. Dopo le parole della sindaca Matilde Celentano e i rilievi emersi dalla recente due diligence, le organizzazioni sindacali FP CGIL, FIT CISL e FIADEL hanno preso una posizione netta, invitando a un confronto immediato e onesto con il Comune. Nel frattempo, i lavoratori legati al sindacato Psa Ugl sono tornati a manifestare in piazza, sottolineando il clima di disagio all’interno dell’azienda. L’appuntamento chiave per definire gli sviluppi è fissato per il 27 giugno, quando la sindaca dovrebbe incontrare tutte le rappresentanze sindacali.
Criticità e richieste dei sindacati dopo l’incontro con il comune
Sinora l’unico confronto tra sindacati e Comune è stato giudicato insufficiente. FP CGIL, FIT CISL e FIADEL hanno sottolineato l’urgenza di affrontare in modo approfondito la complessità della situazione di ABC, da tempo agitata da problemi economici e organizzativi. Nei loro comunicati si legge che la pressione sull’ambiente lavorativo è costante e gravosa, vista l’assenza di una prospettiva chiara per il futuro dell’azienda. La tensione tra lavoratori cresce, mentre l’assenza di un dialogo concreto alimenta un clima di sfiducia.
Le sigle sindacali hanno ribadito la necessità di superare le polemiche mediatiche, troppo semplicistiche per descrivere uno scenario che richiede scelte precise e capacità di assumersi responsabilità da parte delle istituzioni. La critica si concentra sull’approccio pubblico che, a parere dei sindacati, ha alimentato contrasti invece di cercare soluzioni condivise. Questo ha contribuito a complicare ulteriormente la situazione già fragile dell’azienda, che gestisce un servizio pubblico essenziale come quello della raccolta e gestione dei rifiuti a Latina.
La difesa delle progressioni verticali e la richiesta di trasparenza gestionale
Uno dei punti più discussi riguarda le progressioni di carriera adottate nel 2021, finite sotto accusa per aver inciso negativamente sui costi del personale. I sindacati spiegano che quelle promozioni non erano privilegi o favori, ma riconoscimenti legittimi previsti dai contratti di lavoro. Questo chiarimento mira a ridurre le polemiche che hanno coinvolto direttamente i lavoratori, su cui pesa la responsabilità di decisioni di natura contrattuale e non discrezionale.
Parallelamente a questo punto, si inserisce la richiesta di maggiore trasparenza nella gestione economica dell’azienda. I rappresentanti dei lavoratori chiedono di mettere a tema, insieme al Comune e alla dirigenza, il bilancio attuale, le condizioni organizzative interne e le prospettive di sviluppo o riorganizzazione del servizio. La loro disponibilità al confronto riguarda soprattutto la sostenibilità economica e l’efficienza di ABC, puntando a evitare scelte drastiche come una possibile liquidazione.
costruire il dialogo e le possibili soluzioni per il futuro di ABC
Le organizzazioni sindacali sottolineano che si deve aprire un tavolo permanente di confronto cui partecipino sindaco, assessori, dirigenti di ABC e rappresentanti dei lavoratori. I temi sul tavolo includono l’intera struttura dell’azienda: dalle risorse finanziarie disponibili al modello organizzativo, fino alla salvaguardia dei posti di lavoro. L’ipotesi di intervenire sulle progressioni verticali appare complessa, in quanto si tratta di diritti acquisiti e difficilmente contestabili, ma non si esclude una ridefinizione generale delle modalità operative e dei costi.
Il Comune si trova davanti a un bivio: per non arrivare a smantellare l’azienda e mantenere la gestione pubblica del servizio, deve necessariamente trovare formule in grado di contenere le spese e rendere sostenibile il bilancio. Ridimensionare i costi significa soprattutto riorganizzare il lavoro e i processi, senza intaccare le garanzie contrattuali dei dipendenti. Il percorso resta incerto ma necessario, di fronte a un contesto che richiede scelte concrete.
Minaccia di agitazione e appello alla trasparenza da parte dei sindacati
Le sigle CGIL, CISL e FIADEL hanno lanciato un avvertimento chiaro nel caso in cui il Comune si chiudesse al dialogo. Hanno espresso la disponibilità a proclamare lo stato di agitazione e a chiedere l’intervento del Prefetto per far ripartire il confronto istituzionale. Questi passaggi mostrano una tensione crescente e un senso di urgenza tra i lavoratori, determinati a non subire il silenzio e la mancanza di risposte.
Il messaggio finale si concentra sull’importanza di mettere al centro i diritti del personale e la qualità del servizio pubblico, evitando che l’azienda venga smantellata o ridotta drasticamente. La richiesta alla politica locale è quella di abbandonare le polemiche e assumersi responsabilità di governo, con una visione che tuteli le esigenze cittadine e l’occupazione. La questione va seguita da vicino nei prossimi giorni, con un attenzione che non accenna a calare.