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Tentativo di introdurre hashish e smartphone nel carcere di castrogno scoperto dalla polizia penitenziaria

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Negli ultimi giorni il carcere di Castrogno, a Teramo, è stato al centro di un intervento della polizia penitenziaria che ha bloccato il lancio di pacchetti contenenti hashish e dispositivi telefonici vietati. Tre pacchetti con droga, quattro smartphone e altrettanti caricabatterie sono stati intercettati prima che potessero essere recuperati all’interno delle mura dell’istituto. L’episodio mette ancora una volta in luce le difficoltà del controllo nelle carceri italiane e le sfide legate alla prevenzione del traffico di sostanze e oggetti proibiti.

Il lancio di pacchetti contenenti hashish e smartphone nel carcere di castrogno

Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi dentro l’area del carcere di Castrogno, una struttura nota per ospitare detenuti di vario profilo. La polizia penitenziaria ha scoperto tre pacchetti contenenti hashish, quattro smartphone e alcuni caricabatterie, tutti materiali vietati alla detenzione e che rappresentano fonte di criticità all’interno degli istituti penitenziari. Il controllo ha evitato che questi oggetti finissero nelle mani dei detenuti, un rischio che può compromettere la sicurezza e l’ordine nel carcere.

Non sono stati individuati finora i responsabili del lancio, un evento che dimostra quanto sia complicato impedire ogni tentativo di introdurre materiali proibiti. Questi pacchetti sono stati lanciati probabilmente da fuori o da altri punti non completamente sorvegliati. L’azione della polizia penitenziaria ha però impedito che la situazione degenerasse, concentrandosi sull’intercettazione e il sequestro immediato del contenuto. Il controllo delle aree esterne e l’intensificazione dei controlli interni restano fondamentali per evitare simili episodi.

Le criticità del carcere di castrogno e la richiesta di nuovi strumenti di controllo

Giuseppe Pallini, segretario provinciale del sindacato autonomo polizia penitenziaria , ha commentato l’episodio evidenziando le falle nella sicurezza del carcere di Castrogno. Secondo Pallini, questi tentativi, seppur non sempre raffinati, confermano una vulnerabilità preoccupante della struttura. Per questo il sindacato ha rivolto nuovamente un appello all’amministrazione penitenziaria per dotare le guardie dei nuovi strumenti tecnici indispensabili all’esterno.

Tra le richieste più urgenti c’è l’impiego di droni per il monitoraggio esterno dell’area, uno strumento che potrebbe allargare il controllo a zone difficili da raggiungere a piedi. Inoltre, Sappe chiede l’attivazione di un nucleo di unità cinofile specializzato nella ricerca delle sostanze stupefacenti all’interno del carcere. L’uso di cani addestrati rappresenterebbe un supporto concreto per contrastare il traffico di droga che spesso alimenta tensioni e reati fra i detenuti.

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La diffusione dei problemi legati alla droga nelle carceri italiane secondo il sappe

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha ulteriormente approfondito la questione sottolineando l’elevata presenza di tossicodipendenti tra i detenuti delle carceri italiane. Secondo le stime del sindacato, circa il 30% dei detenuti soffre di dipendenze da sostanze stupefacenti, con percentuali superiori al 20% tra gli stranieri presenti negli istituti di pena. Questo dato mette in luce una realtà che rivela spiccate difficoltà anche a livello di gestione sanitaria e sociale nelle carceri.

Capece ha inoltre ricordato come l’Italia disponga di normative avanzate che prevedono la possibilità per i tossicodipendenti di scontare parte della pena all’esterno, con l’obiettivo di favorire percorsi di riabilitazione. Nonostante infatti queste leggi, molti detenuti con problemi di droga finiscono comunque per rimanere nelle strutture carcerarie, aggravando situazioni di disagio e conflitto interno. Le istituzioni sono quindi sollecitate a intervenire con politiche efficaci e mezzi adeguati per prevenire il traffico e il consumo di stupefacenti all’interno delle prigioni.

Lo scenario del carcere di Castrogno, con il lancio di hashish e cellulari, si inserisce in questo più ampio problema che interessa molte realtà penalizzate nella gestione e nel controllo. I casi di introduzione di oggetti illegali nelle strutture rimangono frequenti e segnano la necessità di interventi mirati sulle misure di sicurezza esterna e interna.

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