La questione della terra dei fuochi torna al centro dell’attenzione con un incontro promosso a Napoli per approfondire il legame tra inquinamento ambientale e danni alla salute umana. L’evento, fissato per il 25 giugno presso Castel Capuano, vede protagonisti esperti di diversi settori chiamati a discutere le conseguenze e le responsabilità dopo la sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia.
L’appuntamento è promosso dalla Fondazione dell’avvocatura napoletana per l’Alta formazione forense in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e altre realtà locali come la biblioteca De Marsico e la Fondazione Castel Capuano. Tra i temi principali, il richiamo alla sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo che ha riconosciuto una violazione del diritto alla vita da parte dello Stato italiano nella gestione della terra dei fuochi.
Il presidente della Fondazione Alfredo Sorge ha rimarcato la gravità della situazione spiegando che “l’Italia è chiamata ad adottare misure entro due anni per prevenire e contrastare l’inquinamento, causa di malattie e morti premature.” Il tema si intreccia con problematiche giuridiche, sanitarie e sociali, e sarà affrontato da un parterre variegato, tra cui magistrati, medici e anche rappresentanti della chiesa.
La sentenza che riguarda la terra dei fuochi segna un passo rilevante nella lotta contro l’inquinamento tossico nell’area tra Napoli e Caserta, dove da anni si registrano sversamenti abusivi di rifiuti pericolosi. La Corte ha riconosciuto che l’assenza di interventi efficaci ha messo in pericolo la salute e la vita dei cittadini.
La decisione impone allo Stato un obbligo preciso: mettere in campo misure urgenti e concrete per proteggere la popolazione da ulteriori esposizioni nocive. Una scadenza di due anni detta dalla Corte diventa così un punto di riferimento per le istituzioni italiane chiamate a trovare soluzioni immediate e a rendere conto di eventuali omissioni.
Il caso rappresenta un precedente importante per la tutela ambientale, ribadendo che “la salvaguardia della vita deve prevalere davanti a qualsiasi interesse economico o politico.”
L’iniziativa a Castel Capuano riunisce figure impegnate su vari fronti. Tra i relatori spiccano Carmine Foreste e Alfredo Sorge, rispettivamente presidente e vicepresidente del Foro di Napoli, insieme a Luca Zanchini della biblioteca De Marsico, Maria Rosaria Covelli e Aldo Policastro della Corte d’Appello, Nicola Gratteri e Giuseppe Cimmarotta della Procura della Repubblica.
Non mancano rappresentanti della magistratura come la presidente del Tribunale Elisabetta Garzo e figure simboliche nella lotta contro la camorra, come don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano noto per la sua opposizione alle attività illegali nell’area. Sul fronte medico e scientifico interverranno esperti come Antonio Marfella, Luigi Montano e altri studiosi che porteranno dati e osservazioni sul legame tra inquinamento e malattie.
L’evento vuole mettere a confronto esperienze e conoscenze, stimolando un dialogo capace di influire su futura azione pubblica e sensibilizzazione sociale.
Il dibattito sul territorio avvelenato dalla terra dei fuochi richiede un approccio che vada oltre il solo aspetto giudiziario. Coinvolgere giuristi, scienziati e rappresentanti di istituzioni diverse crea le condizioni per una comprensione più chiara delle cause, degli effetti e delle responsabilità.
Da un lato, la presenza di magistrati e procuratori porta alla luce le azioni legali e le indagini in corso contro chi ha causato o tollerato lo smaltimento illecito dei rifiuti. Dall’altro, gli interventi di medici e ricercatori illustrano le conseguenze dirette sulle persone esposte all’inquinamento, confermando dati sanitari raccolti negli anni.
La partecipazione di don Maurizio Patriciello evidenzia invece il ruolo delle comunità locali, segnate da fenomeni criminali e dalla lotta civile per riconquistare un ambiente vivibile. In questo senso, l’incontro si configura come un passo utile per costruire una risposta collettiva e articolata al danno ambientale e sociale accumulato negli ultimi decenni.
Napoli si conferma, così, teatro di un confronto necessario per affrontare una emergenza che ha pesanti ricadute sulla salute e sul futuro di intere generazioni.
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