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Ultimo round per Boxing For Change, il progetto europeo che unisce scuola, periferie e istituti minorili con il pugilato

Il progetto biennale “Boxing For Change – #WithBoxingYouLearn!”, promosso dalla Federazione Pugilistica Italiana in collaborazione con partner internazionali, ha raggiunto la sua fase finale nel 2025. Questa iniziativa, finanziata dall’Unione Europea con il programma Erasmus, ha coinvolto migliaia di giovani tra scuole e carceri minorili, puntando su sport e educazione. Il pugilato è diventato veicolo per promuovere inclusione sociale, rispetto delle regole e crescita personale in contesti svantaggiati di Italia, Spagna e Romania.

Un progetto sponsorizzato dalla commissione europea per promuovere l’educazione attraverso il pugilato

Il progetto ha preso avvio nel 2024, con la selezione da parte della Commissione Europea tramite il bando Erasmus “Cooperation Partnership – Sport”. L’obiettivo è stato mettere in moto un programma educativo e sportivo che toccasse realtà fragili, come scuole di periferia e istituti penitenziari minorili. I partner principali sono stati la Federazione Pugilistica Italiana, la fondazione Scholas Occurrentes voluta da Papa Francesco e la federazione pugilistica della Romania. A loro si sono aggiunti Sport Senza Frontiere, la federazione spagnola, Eurocube e BlancDeNoir.

Fasi del progetto

Il percorso si è composto di quattro fasi: formazione per insegnanti e tecnici, lezioni pratiche di pugilato, video-lezioni e incontri motivazionali con atleti. In totale, il progetto ha coinvolto 40 scuole italiane distribuite soprattutto in aree considerate a rischio, includendo 37 istituti di scuola secondaria di primo e secondo grado e due carceri minorili. Sono stati raggiunti oltre 2.000 giovani, di cui circa 1.750 studenti normodotati e 250 ragazzi detenuti. A supervisionare il programma, 80 tecnici federali e 40 insegnanti.

Questa iniziativa ha voluto anche dare un segnale di attenzione verso i diritti delle nuove generazioni, puntando su pari opportunità e un approccio educativo che va oltre la mera pratica sportiva. L’idea è fondare una cultura della legalità e del rispetto reciproco incidendo su luoghi di apprendimento difficili.

La presenza del pugilato educativo nei carceri minorili: il caso dell’ipm di nisida

Uno degli aspetti più significativi del progetto riguarda l’introduzione della disciplina pugilistica nell’Istituto Penale per Minorenni di Nisida, a Napoli. Dal 3 aprile 2024, grazie all’impegno diretto di tecnici federali come Carmela Chiacchio e Flavio Russo e al sostegno del direttore Gianluca Guida, sono state avviate lezioni pratiche mirate a trasmettere l’importanza delle regole, della disciplina e del rispetto di sé e dell’altro. Il pugilato, in questa sede, non è stato semplicemente uno sport ma un mezzo per aiutare i ragazzi a riconoscere i propri limiti e gestire le emozioni.

L’attività coinvolge non solo gli aspetti fisici ma stimola anche la crescita psico-fisica e il senso di appartenenza. Le lezioni si sono svolte seguendo protocolli di sicurezza e in modo costante, con riscontri positivi da parte degli educatori e del personale carcerario. A chiudere il ciclo di lezioni pratiche è stato un incontro molto atteso con il pugile e ambassador del progetto, Emanuele Blandamura.

Incontro motivazionale con i giovani

La presenza di Blandamura, insieme al vicepresidente della Federazione Pugilistica Italiana Rosario Africano, al maestro Peppino Foglia e all’educatore Paolo Spada, ha portato ai giovani un messaggio che incarna la metafora della boxe: “affrontare le difficoltà della vita con determinazione e correttezza.” L’incontro non ha avuto solo un valore sportivo, ma ha rappresentato un momento di condivisione e motivazione rivolta a chi vive condizioni difficili.

L’impatto del progetto nei tre paesi partner: italia, spagna e romania

Dal suo avvio il progetto ha messo in moto attività parallele in Italia, Spagna e Romania. Ogni paese ha attuato interventi rivolti sia alla comunità scolastica sia alle strutture residenziali per giovani a rischio. L’obiettivo comune è stato costruire un percorso condiviso di inclusione attraverso lo sport, la formazione e la cultura del rispetto.

Coordinamento e collaborazione internazionale

La Federazione Pugilistica Italiana ha assunto un ruolo di coordinamento, con incontri periodici tra i partner per confrontarsi sull’avanzamento delle attività. Le scuole coinvolte sono state selezionate in aree con notevoli difficoltà sociali. Questo ha consentito di portare opportunità educative e sportive in contesti dove spesso i ragazzi si trovano a vivere in situazioni di disagio e isolamento.

In Romania e in Spagna, il programma ha seguito modelli simili, adattandosi alle specifiche realtà locali. Le autorità scolastiche e sportive hanno sostenuto l’iniziativa partecipando agli incontri di formazione e accompagnando i ragazzi nelle lezioni di pugilato. Gli organizzatori hanno sottolineato come lo sport contribuisca a migliorare l’autostima e la capacità di relazione, fungendo da supporto per affrontare la vita quotidiana.

Il partenariato tra i diversi attori ha permesso di combinare competenze sportive, educative e sociali, moltiplicando il valore dell’investimento pubblico europeo. Questo approccio trasversale ha favorito la creazione di una rete di sostegno per le nuove generazioni più vulnerabili, portando un’esperienza concreta di partecipazione e sviluppo personale.

I volti e le storie dietro boxing for change

Dietro l’iniziativa ci sono le figure di chi ha lavorato in diretta con i giovani. Tecnici federali come Carmela Chiacchio e Flavio Russo hanno curato la preparazione atletica e il coinvolgimento emotivo dei ragazzi nelle discipline pugilistiche. La loro esperienza si è rivelata fondamentale nella trasmissione di valori come l’autodisciplina, la resilienza e il lavoro di gruppo.

Dal lato educativo, insegnanti e referenti come Paolo Spada hanno accompagnato i giovani nel percorso di crescita con particolare attenzione alle loro esigenze individuali e sociali. La connessione tra sport e scuola ha rappresentato una chiave per far dialogare mondi spesso lontani o in conflitto. Il messaggio di Blandamura durante l’incontro conclusivo ha messo in luce come la boxe possa essere una metafora per superare gli ostacoli della vita.

Il coinvolgimento di personalità sportive ha dato concretezza e autorevolezza al progetto, regalando ai partecipanti un modello di riferimento positivo. Questa esperienza diretta ha creato un’occasione per instaurare relazioni di fiducia e rispetto, pilastri necessari per qualsiasi percorso di inclusione sociale.

Con il supporto di fondazioni, federazioni e organi pubblici, “Boxing For Change” ha proposto un modello replicabile, che unisce sport e istruzione con l’obiettivo di offrire a giovani di diversi paesi strumenti per costruire un futuro più stabile e consapevole.

Monica Ghilocci

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