Un grave attacco notturno di un branco di lupi ha portato alla morte di quasi quaranta animali in un allevamento di Massa d’Albe. L’agricoltore proprietario della stalla ha denunciato l’accaduto alle autorità e prevede di avviare una richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione Abruzzo. La vicenda mette in luce le difficoltà degli allevatori nelle aree montane italiane in cui la fauna selvatica convive con le attività rurali.
Nella notte, un gruppo di lupi è entrato all’interno della stalla di un allevatore a Massa d’Albe, comune dell’Abruzzo situato in provincia dell’Aquila. Le creature selvatiche hanno aggredito e ucciso un numero elevato di capre e altri tipi di bestiame, arrivando a danneggiare circa 40 animali in totale. Tra questi c’erano ovini recentemente acquistati, quindi non ancora ambientati nella struttura. Questa circostanza ha aggravato il danno subito dall’agricoltore, che aveva investito in nuovi esemplari per ampliare la sua attività.
L’invasione dei lupi si è verificata durante le ore notturne, momento più vulnerabile per la protezione del bestiame. Il proprietario ha scoperto in seguito il massacro e l’entità delle perdite ed è stato costretto a chiamare i carabinieri forestali per i rilievi del caso. Un evento che non solo ha portato a significative conseguenze economiche ma ha anche segnato una crescente tensione tra la tutela della fauna e le esigenze degli allevamenti nelle aree montane.
L’agricoltore ha denunciato l’accaduto e ha manifestato l’intenzione di rivolgersi a un legale per chiedere un risarcimento danni alla Regione Abruzzo. Il danno subito include la perdita di circa una trentina di capre e altri capi di bestiame, con un impatto diretto sulle finanze dell’azienda. L’allevatore si trova ora a dover affrontare anche costi aggiuntivi legati alla sostituzione degli animali sbranati e al rafforzamento delle difese della struttura per evitare nuovi attacchi.
Questi episodi sono sempre più frequenti in diverse aree dell’Appennino, dove la presenza di lupi ritorna stabilmente. Pur trattandosi di specie protette, i lupi possono rappresentare un serio pericolo per gli animali allevati, specialmente quando le misure di contenimento e prevenzione non sono adeguate. La richiesta di risarcimento alla Regione testimonia il tentativo di ottenere un sostegno economico per arginare le perdite e tutelare chi vive di allevamento in queste zone.
Il coinvolgimento dei carabinieri forestali è fondamentale per documentare i fatti con rilievi precisi. Questi accertamenti costituiscono la base per eventuali indennizzi e per valutare lo stato della fauna selvatica sul territorio. L’allevatore mostra una determinazione evidente nel cercare giustizia e supporto dopo questa notte devastante.
Il caso di Massa d’Albe si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà nella gestione della presenza di predatori come i lupi nei territori rurali d’Italia. Le aree montane offrono habitat naturali privilegiati per questi animali, che col tempo hanno allargato i loro territori fino a sfiorare comunità umane e attività agricole. La convivenza tra fauna e allevamenti richiede interventi mirati, da un lato per tutelare specie tutelate, dall’altro a proteggere le aziende che basano la loro economia sul bestiame.
Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicati gli episodi di predazione con danni ingenti per gli allevatori. Le misure preventive adottate spesso non bastano a garantire la sicurezza degli animali, perché il lupo riesce a penetrare recinzioni e sistemi di difesa tradizionali, specie di notte. La complessità di queste situazioni spinge le istituzioni a trovare nuovi strumenti di gestione e sostegno economico, ma le risposte restano limitate e il problema aperto.
La richiesta di risarcimento da parte dei danneggiati mette in luce la necessità di un dialogo efficace tra autorità, agricoltori e protezione ambientale. Uno scontro di interessi che richiede soluzioni chiare e un impegno concreto per evitare che eventi simili si ripetano in futuro tramite politiche che sappiano bilanciare le diverse esigenze presenti sul territorio italiano.
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