Una storia che parla di medici, tecnologia e forza di volontà. Al Policlinico “Vanvitelli” di Napoli un adolescente con una scoliosi grave ha ripreso a camminare e respirare meglio dopo due interventi chirurgici complessi. Il percorso chirurgico e riabilitativo condotto da esperti ha fatto emergere il ruolo cruciale della sanità pubblica nel trattare casi difficili con risultati significativi.
Il contesto del policlinico vanvitelli e la chirurgia vertebrale
Il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Vanvitelli”, diretto dal professor Enrico Pola, è uno dei centri più qualificati in Italia per la cura delle malattie vertebrali complesse. Ogni anno si effettuano oltre 400 interventi spinali, con una particolare attenzione ai casi difficili come la scoliosi grave. La struttura utilizza regolarmente il sistema Halo di trazione vertebrale pre-operatoria, una pratica ancora poco diffusa negli ospedali pubblici italiani.
Tecniche e supporto multidisciplinare
La presenza di una sala operatoria con monitoraggio neurofisiologico continuo assicura un controllo costante durante le operazioni, riducendo rischi neurologici. L’equipe multidisciplinare vede coinvolti chirurghi, anestesisti, fisioterapisti e altri specialisti per coprire ogni aspetto del trattamento. Questo supporto integrato permette di affrontare casi di alta complessità con sicurezza. Il Policlinico “Vanvitelli” non è solo centro clinico, ma anche polo di ricerca e formazione universitaria, contribuendo all’aggiornamento delle metodiche chirurgiche e all’addestramento di nuovi professionisti in questa branca.
Il caso clinico: scoliosi severa e terapia a tappe
Nel dicembre 2024, un ragazzo di 16 anni è arrivato al Policlinico “Vanvitelli” insieme alla famiglia, con una diagnosi di scoliosi idiopatica a doppia curva, con una deformazione superiore ai 130 gradi. Una condizione molto severa che compromette mobilità e funzioni respiratorie. Dopo una valutazione approfondita condotta dal professor Enrico Pola e dal professor Luigi Aurelio Nasto, è stato deciso di procedere con un percorso terapeutico articolato.
La gravità del quadro e l’età del paziente rappresentavano una sfida significativa: la colonna vertebrale deformata influisce sullo sviluppo e sulla qualità di vita, aumentando il rischio di complicazioni se non trattata adeguatamente. Il team medico ha optato per un approccio chirurgico in due tempi, che ha consentito una correzione progressiva, riducendo i rischi intra-operatori e favorendo il recupero post-operatorio.
Approccio chirurgico a due tempi
L’intervento è iniziato con una fase di trazione vertebrale tramite sistema Halo, avviata a marzo 2025. Questo dispositivo, un telaio metallico fissato al cranio, ha permesso allungamenti graduali della colonna, diminuendo le tensioni e preparando la struttura vertebrale in vista dell’intervento. La trazione è durata due mesi ed è stata seguita da un monitoraggio clinico continuo.
Percorso chirurgico e tecniche utilizzate
Il 29 aprile 2025 è stato eseguito il primo intervento, detto “tempo toracico”, realizzato attraverso un accesso anteriore. Questa fase ha permesso di affrontare le curve laterali della scoliosi direttamente, migliorando la mobilità della gabbia toracica. Sei giorni dopo, il 7 maggio, si è svolto il secondo intervento, il “tempo posteriore”, che ha previsto l’inserimento di barre e viti per stabilizzare la colonna e fissare definitivamente la correzione ottenuta. Entrambe le procedure si sono concluse senza complicanze, segno della precisione e competenza dell’equipe operatoria.
Una riabilitazione efficace
Dopo una degenza regolare e un decorso post-operatorio positivo, il giovane ha iniziato la riabilitazione fisica. Oggi, a distanza di pochi mesi, cammina con più facilità e respira meglio, mostrando un netto miglioramento nel benessere generale. La famiglia ha espresso grande riconoscenza verso tutto il personale medico e infermieristico, sottolineando la cura attenta ricevuta in ogni fase del percorso.
Risultati e impatto sulla qualità di vita
Il ragazzo ha raccontato di sentirsi “libero nel proprio corpo”, una condizione impensabile prima degli interventi. La trasformazione riguarda non solo gli aspetti clinici, ma anche il futuro che ora appare più aperto e senza limitazioni. La storia sottolinea come la chirurgia vertebrale avanzata possa restituire una qualità di vita e offrire speranze concrete in situazioni finora molto complesse.
Riflessioni sulla sanità pubblica a napoli
La vicenda del giovane e dei suoi familiari dimostra che la sanità pubblica, con personale preparato e risorse adeguate, può rispondere con efficacia a casi medici gravissimi. Il direttore generale dell’AOU Vanvitelli ha voluto rimarcare come questa operazione sia un esempio di ciò che si può ottenere con un lavoro accurato e attento ai dettagli.
Napoli, spesso associata a sfide nel sistema sanitario, qui offre un modello di eccellenza, confermato dai risultati ottenuti in sala operatoria e dal percorso riabilitativo seguito con successo. La condivisione di competenze, l’uso di tecnologie avanzate e l’attenzione al percorso del paziente caratterizzano questa realtà ospedaliera, evidenziando un livello di assistenza riconosciuto anche fuori dai confini regionali.