L’attenzione verso il paesaggio vesuviano si arricchisce di un nuovo contributo con la proiezione del docufilm “Paesaggi Possibili”, un’opera che unisce scienza, arte e tradizione per raccontare i legami profondi tra ambiente e identità. La presentazione pubblica avverrà a Boscoreale nel contesto delle celebrazioni in onore di Santa Maria Salome e Maria SS. del Carmine. Questo lavoro riprende un percorso iniziato a Napoli e sposta lo sguardo verso luoghi che sfuggono all’attenzione quotidiana, invitando a una riscoperta sensibile del territorio che circonda il Vesuvio.
Dal cuore di napoli a boscoreale: il viaggio del docufilm paesaggi possibili
La prima anteprima di “Paesaggi Possibili” si è tenuta a Napoli, precisamente a Palazzo Serra di Cassano, una cornice che lascia spazio a riflessioni sulla natura e sulla storia del paesaggio vesuviano. Ora questa produzione dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali si trasferisce a Boscoreale, dove sarà proiettata il 18 luglio 2025 nel cortile del Palazzo Comunale, situato in piazza Pace.
Il lavoro, diretto da Claudio Rodolfo Salerno, permette di approfondire il rapporto tra natura, cultura e memoria proprio laddove il vulcano domina il paesaggio. Il docufilm non si limita alla semplice rappresentazione visiva, ma intreccia narrazioni scientifiche e artistiche con letture, interviste e momenti dedicati alla comunità locale. L’idea è quella di proseguire in quella direzione, coinvolgendo anche altre città ai piedi del Vesuvio. Ogni luogo coinvolto riflette i contenuti della pubblicazione “L’evoluzione del paesaggio vesuviano”, che traccia le trasformazioni ambientali e culturali di quest’area.
Questa tappa a Boscoreale, inserita in una cornice di festa religiosa, favorisce un dialogo tra passato e presente, tra dimensioni materiali e immateriali dell’identità territoriale. L’evento assume così una doppia valenza: culturale e sociale.
Paesaggi e luoghi invisibili: il racconto artistico e scientifico nel docufilm
Il docufilm si presenta come un mosaico di esperienze e visioni diverse per raccontare spazi spesso dimenticati o nascosti. Immersi fra androni, rampe di scale polverose, terrazzi affacciati sul mare e vecchie torri campanarie, gli spettatori si confrontano con un tempo sospeso. Questi luoghi abbandonati, invasi dalla vegetazione e silenziosi, mostrano una bellezza particolare che ci ricorda quanto la natura, a volte fragile e sfuggente, continui a vigilare su ciò che resta.
Attraverso l’arte si guarda con occhi diversi la realtà, anche nei posti più oscuri l’illuminazione arriva grazie alla sensibilità creativa. Il docufilm mescola frame, suoni e parole per stimolare una riflessione profonda sul legame tra memoria, spazio e identità. Letture poetiche si alternano a interventi scientifici, performance musicali e interviste a esperti e cittadini. Questo intreccio produce una narrazione che va oltre la superficie per indagare come i paesaggi si formino anche attraverso la storia umana e i suoi ricordi.
Il materiale raccolto in questi anni ha nutrito la stesura del volume “L’evoluzione del paesaggio vesuviano”, che documenta le trasformazioni ambientali, sociali e culturali di quest’area fin dalle sue origini a oggi.
Fatti d’acqua e domus romane: un omaggio al fotografo gabriele pierro
Tra i segmenti più suggestivi del docufilm c’è “Fatti d’acqua”, dedicato a gabriele pierro, fotografo noto per le sue immagini di domus romane e paesaggi vesuviani antichi immersi sotto la pioggia. L’installazione multischermo accompagna le immagini con il suono delicato di un temporale, evocando l’atmosfera di un tempo lontano.
Il lavoro si concentra su elementi architettonici come compluvium e impluvium, tradizionali sistemi di raccolta dell’acqua piovana nelle case romane. Le immagini diventano così testimonianza di un rapporto antico con la natura, mentre il suono dell’acqua richiama la persistente presenza del clima e del paesaggio.
Questa parte dell’opera ricostruisce la sensibilità artistica di pierro, restituendo alla memoria il suo modo di vedere il paesaggio. Il suo interesse per le rifrazioni della luce sull’acqua e per le strutture architettoniche emerge come un filo che lega passato e presente, arte e natura.
La processione della madonna della neve a torre annunziata: un racconto tra fede e tradizione popolare
Un’altra sezione affronta la dimensione religiosa e culturale del territorio, con uno sguardo sulla processione della madonna della neve a torre annunziata, patrona dei pescatori. Il docufilm non si limita alla celebrazione del rito, ma ne propone una lettura emotiva e visiva.
Attraverso le immagini scorrono volti intensi, gesti spontanei e abiti a volte dai colori eccentrici, che testimoniano una religiosità permeata di tradizioni e vita quotidiana. La figura della madonna si alterna a quella delle donne in processione, sottolineando un’identificazione materna con la comunità.
Il paesaggio marino, silenzioso e immobile, osserva questa scenografia di fede e devozione. Il racconto mette in evidenza la forza emotiva che questi eventi mantengono, anche in un contesto contemporaneo.
Le vie aperte: tra memoria, mito e paesaggio marinaro
Infine, “Le Vie Aperte” è un’installazione site-specific realizzata nelle zone marinaresche, che esplora la relazione tra il paese e il porto attraverso rampe simboliche. Questi passaggi rappresentano scelte tra il passato e il futuro, tra ascesa e discesa.
Il pescatore qui diventa Glauco, figura mitologica che incarna memoria e cambiamento, mentre il Mar Mediterraneo si staglia come custode dell’identità locale. Le immagini in bianco e nero restituiscono realismo e profondità, evidenziando l’anima del luogo senza filtri.
L’opera richiama alla riflessione sulla perdita di memoria collettiva e sulla necessità di custodire il patrimonio culturale legato al mare e alla pesca.
I protagonisti e gli interventi durante la serata di boscoreale
La serata di proiezione al Palazzo Comunale di Boscoreale vedrà la presenza di figure istituzionali e culturali. Sono previsti interventi di: avv. Pasquale Di Lauro, sindaco di Boscoreale, on. Mario Casillo, consigliere regionale, Ilaria Cotarella, giornalista dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, don Alessandro Valentino, parroco della chiesa dell’Immacolata Concezione di Boscoreale e Claudio Rodolfo Salerno, presidente dell’istituto.
Il dibattito sarà moderato da Luigi Buffone, esperto in management e media dell’istituto. A completare il progetto hanno contribuito diversi professionisti tra cui Raffaele Riccardi , Lino Monaco e Nicola Buono con il Vesuvian Soundscape, Stefano Piancastelli , Anita Pagano e Dario Macellaro .
Il risultato è un lavoro collettivo che unisce competenze multiple per raccontare la complessità di un territorio attraverso un linguaggio che mescola immagini, suoni e riflessioni.