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a parigi 100 anni fa l’italiano fernando jacopozzi accendeva per la prima volta la tour eiffel

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Parigi celebra il centenario della prima illuminazione della tour Eiffel, un evento che ha segnato la trasformazione della città in quella che oggi chiamiamo la “ville lumière”. Tutto grazie a un italiano, fernando jacopozzi, un ingegnere fiorentino che ha portato la luce sui monumenti più iconici della capitale francese. Questo anniversario si intreccia con la storia di un uomo eclettico che ha scritto pagine importanti della cronaca culturale francese e italiana.

Il legame di fernando jacopozzi con parigi e la sua prima impresa militare

Fernando jacopozzi nacque a Firenze nel 1877 e arrivò in Francia ancora giovane, nel 1900, proprio quando la belle époque iniziava a dare colore alle città europee. La sua passione per la luce e la tecnologia lo portò a lavorare come ingegnere e imprenditore, diventando noto come un vero “mago della luce”. Nel 1918, durante la prima guerra mondiale, gli fu affidato un compito delicato e segreto: costruire una Parigi “finta” nella regione della Somme, per confondere i bombardieri tedeschi. Questo inganno visivo, un trompe-l’œil su larga scala, doveva proteggere la vera capitale dai raid aerei. Il progetto funzionò e rese jacopozzi un uomo di rilievo, tanto che ricevette la Legion d’Onore per il suo contributo.

L’illuminazione della tour eiffel per l’exposition des arts décoratifs

Il momento che ha fatto entrare fernando jacopozzi nella leggenda avvenne il 4 luglio 1925, in occasione dell’exposition des arts décoratifs di Parigi. A jacopozzi fu chiesto di illuminare la tour eiffel, chiamata la “dama di ferro”, con un impianto luminoso mai visto prima. In soli due mesi la sua azienda riuscì a installare più di 250.000 lampadine sul monumento alto 300 metri. Operai funamboli si arrampicarono sui suoi piloni per fissare i fili e le luci, senza incidenti gravi ma con molto coraggio. Il risultato furono nove diversi quadri luminosi che trasformarono l’evento in uno spettacolo unico. A sostenere la spesa fu André Citroën, imprenditore allora poco noto, che capì l’opportunità di una pubblicità gigante proprio sulla torre, dando al suo marchio una visibilità mai vista.

La scritta citroën sulla tour eiffel e il ruolo nella cultura popolare

La scritta di citroën, alta venti metri, salì sulla torre lo stesso anno dell’illuminazione e rimase visibile per quasi dieci anni. Era in stile art déco, caratterizzata da una lucentezza impressionante, eccessivamente rara finché il comune di Parigi concesse una sola volta un “pannello pubblicitario” così importante. Quel messaggio pubblicitario non solo influenzò i cittadini, ma entrò anche nell’immaginario collettivo francese ed europeo. Quando charles lindbergh atterrò a Parigi nel 1927 dopo la sua trasvolata atlantica, la luce con il nome di citroën guidò il suo arrivo. Lindbergh fu applaudito sulla Senna e accolto come un eroe. Quell’evento segnò un altro momento cruciale nel rapporto tra tecnologia, società e immagine pubblica, tutto sotto la luce firmata jacopozzi.

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Altri progetti luminosi di jacopozzi e la sua vita personale a parigi

Dopo la tour eiffel, jacopozzi continuò a plasmare il volto di Parigi con l’illuminazione di diversi monumenti simbolo: la basilica del Sacro Cuore a Montmartre, la Colonna Vendôme, l’Hôtel National des Invalides, l’Arco di Trionfo, l’Opéra Garnier, Place de la Concorde, l’Église de la Madeleine e la Cattedrale di Notre-Dame. Durante il periodo natalizio portava luci colorate nelle vetrine dei grandi magazzini, creando scenari capaci di attirare folle di cittadini e turisti. Nella vita privata, fernando adottò il nome francese “Fernand” dopo aver sposato Jeanne Emma Vivien. La coppia ebbe una figlia, Donatella. Per il pubblico restò sempre quel genio della luce capace di trasformare la città in un teatro di spettacoli luminosi mai visti prima, alti anche trenta metri, con animazioni e colori.

Il ricordo di fernando jacopozzi nel centenario dell’illuminazione della tour eiffel

A cento anni dalla sua grande opera, fernando jacopozzi torna sotto i riflettori con eventi culturali che celebrano il gemellaggio fra Roma e Parigi. Il festival Dolce Vita sur Seine, che si tiene all’Arènes de Lutèce nel luglio 2025, parla del forte legame storico e culturale tra le due città, con una rassegna parallela alla Casa del Cinema di Roma. È una nuova occasione per riscoprire il ruolo di un uomo che ha cambiato per sempre la notte parigina, trasformando la tour eiffel in un segno luminoso riconosciuto in tutto il mondo, segnando così una pagina fondamentale nella cronaca culturale franco-italiana.

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