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Annullata la misura cautelare per il minorenne pakistano arrestato a Caserta per tentato omicidio della madre

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La corte di cassazione ha deciso di annullare la misura cautelare in carcere per un ragazzo pakistano di 16 anni, arrestato lo scorso 26 marzo nel casertano con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della madre. Il caso, che ha attirato l’attenzione per la complessità delle dinamiche familiari e le accuse incrociate tra genitori e figli, è ora rinviato al tribunale per i minorenni di napoli. Indagini difensive hanno fatto emergere dettagli inquietanti, tra cui la possibile somministrazione di sostanze tossiche al giovane mentre si trovava nella casa famiglia dove si è svolto l’accoltellamento.

Il dramma familiare tra accuse di abusi e conflitti violenti

Nel nucleo familiare, il ragazzo di 16 anni e i suoi fratelli hanno denunciato la madre per presunti abusi sessuali subiti. La madre, a sua volta, ha presentato una denuncia contro il marito, accusandolo di manipolare i figli e di averli indotti a inventare false accuse contro di lei. Secondo questa versione, la donna sarebbe vittima di violenza psicologica e fisica da parte del marito e della sua famiglia d’origine. Queste tensioni hanno spinto il tribunale per i minorenni di napoli a intervenire prelevando i ragazzi dalla custodia dei genitori e affidandoli a una casa protetta destinata a donne maltrattate, che in realtà era anche il luogo di rifugio della madre. Qui si è poi consumato l’episodio dell’accoltellamento.

Le scoperte delle indagini difensive e il sospetto di avvelenamento

Le indagini difensive, condotte dagli avvocati luigi ferrandino e domenico cesaro, hanno portato alla luce risultati inattesi dai controlli sanitari eseguiti sull’adolescente al momento dell’arresto presso l’istituto penale minorile di nisida. È emerso che nelle settimane antecedenti all’evento violento il giovane avrebbe ricevuto un mix di sostanze tra cui ecstasy, oppiacei, metadone e barbiturici. Questi farmaci sono stati individuati in dosi tossiche, incompatibili con un semplice uso ricreativo, lasciando ipotizzare un avvelenamento volontario. Il legale del minore ha formulato l’ipotesi che la madre possa aver tentato di intossicarlo per impedirgli di testimoniare contro di lei nelle accuse di abusi sessuali. Non riuscendoci, sempre secondo questa tesi, avrebbe poi tentato di ferirlo con un coltello. Il ragazzo, difendendosi, avrebbe sottratto l’arma e a sua volta colpito la madre.

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La denuncia del padre e la richiesta di ulteriori accertamenti

Il 4 giugno 2025, il padre dei quattro ragazzi ha sporto una formale denuncia, chiedendo che venissero disposti accertamenti anche sui due fratelli e la sorella ancora presenti nella casa famiglia, per verificare se anche loro fossero stati sottoposti al medesimo trattamento di somministrazione di sostanze tossiche. La sua richiesta fa emergere nuove piste investigative che riguardano l’intera famiglia e il percorso di protezione avviato dai servizi sociali. Intanto il tribunale per i minorenni di napoli si prepara a riprendere il caso sulla base della complessa rete di elementi raccolti, tra testimonianze, perizie mediche e risultanze investigative.

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