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Arriva a Frosinone il pacemaker bicamerale miniaturizzato senza fili per regolare il cuore

Frosinone segna un nuovo traguardo nella cardiologia interventistica con l’adozione del pacemaker AVEIR DR, un dispositivo bicamerale senza fili che agisce su entrambe le camere del cuore. Questo strumento innovativo offre un’alternativa mininvasiva ai tradizionali pacemaker, migliorando la qualità di vita dei pazienti affetti da disturbi del ritmo cardiaco. La procedura si svolge senza necessità di grandi incisioni, aumentandone sicurezza e rapidità.

Caratteristiche principali del pacemaker bicamerale aveir dr

Il pacemaker AVEIR DR si distingue per l’assenza di fili, il che elimina molte complicazioni legate agli elettrocateteri tradizionali. È formato da due unità separate, una impiantata nell’atrio destro e l’altra nel ventricolo destro, capaci di comunicare e sincronizzarsi in tempo reale. La batteria ha una durata prevista superiore a 15 anni, riducendo la frequenza degli interventi di sostituzione.

Questi piccoli dispositivi miniaturizzati non richiedono incisioni maggiori: vengono inseriti attraverso la vena femorale grazie a una procedura di cardiologia interventistica in anestesia locale. La tecnologia i2i™ di Abbott, che connette i due pacemaker, si basa su impulsi a bassa energia trasmessi usando la conducibilità naturale del corpo umano. Ciò permette ai dispositivi di coordinare lo stimolo elettrico per garantire battiti regolari e sincronizzati tra atrio e ventricolo.

Sensori e funzionalità adattive

Ogni unità è dotata di sensori di movimento che registrano l’attività fisica del paziente e modificano la frequenza cardiaca secondo le esigenze, rendendo il sistema adattivo. Inoltre, in caso di necessità, il pacemaker può essere facilmente rimosso o sostituito.

Intervento a frosinone e ruolo del team medico

L’operazione, effettuata al presidio ospedaliero Spaziani di Frosinone, è stata guidata dal dr. Iannucci, a capo dell’unità operativa di aritmologia dell’ASL locale, e dal dr. Mollo, responsabile della cardiologia. Si tratta delle prime due implantazioni di questo dispositivo nella struttura, che apre nuove opportunità di cura per pazienti con indicazioni a pacemaker bicamerale.

L’intervento si svolge in anestesia locale, riducendo i rischi legati alla sedazione profonda o generale. I pacemaker sono inseriti con cateteri attraverso la vena femorale, evitando complicazioni da elettrocateteri fissati alla parete cardiaca. La piccola dimensione e la tecnica senza fili limitano anche le infezioni e il disagio post-operatorio.

Contributo del personale infermieristico

Il successo dell’impianto è stato possibile anche grazie al lavoro degli infermieri Giovanni Petrucci, Valeria Marocco, Antonella Tagliaferri, Assunta Pennacchia, Silvana Lombardi, che hanno supportato la funzione aritmologica. Il loro contributo ha garantito la gestione del paziente prima, durante e dopo l’intervento, assicurando un decorso regolare.

Benefici clinici e impatto sulle cure cardiache

Questa innovazione rappresenta un passo avanti nella stimolazione cardiaca. I pacemaker tradizionali monocamerali senza fili erano limitati all’applicazione in una sola camera del cuore, mentre il modello bicamerale AVEIR DR riesce a coordinare atrio e ventricolo destro, migliorando la sincronizzazione e la funzionalità cardiaca.

La durata estesa della batteria riduce la necessità di interventi ripetuti, mentre le dimensioni ridotte del dispositivo lo rendono meno invasivo e più comodo per il paziente. Questi vantaggi si traducono in una migliore qualità della vita e minori rischi di complicazioni legate all’impianto.

Tecnologia implant-to-implant

La tecnologia di comunicazione implant-to-implant assicura una risposta cardiaca adeguata alle esigenze fisiologiche del paziente, soprattutto durante l’attività fisica. La possibilità di rimuovere o sostituire i dispositivi evidenzia un’attenzione anche alle soluzioni future e alla gestione a lungo termine.

In sintesi il pacemaker bicamerale leadless introduce nuove prospettive per la cardiostimolazione, accettando sia sfide cliniche che pratiche, e rappresenta una novità importante anche per centri cardiologi emergenti come quelli di Frosinone.

Monica Ghilocci

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