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Crisi marelli e rischio per lo stabilimento di caivano: allarme sui posti di lavoro in italia

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La situazione della Marelli, colosso industriale nel campo dei componenti automotive, desta crescente preoccupazione soprattutto per i siti produttivi italiani. In particolare lo stabilimento di Caivano, in provincia di Napoli, rischia di subire ripercussioni significative a causa dei cambiamenti nelle strategie aziendali e delle nuove difficoltà finanziarie manifestate dal gruppo. La firma notable di una procedura Chapter 11 negli Stati Uniti ha acceso un campanello d’allarme tra i sindacati, che da tempo chiedono una revisione delle attività assegnate al sito campano.

Preoccupazioni dal sindacato sulla tenuta occupazionale di caivano

Giuseppe Raso, segretario generale della Fismic di Napoli e membro della segreteria nazionale del sindacato, ha espresso le sue riserve riguardo al futuro di Marelli a Caivano. I circa 200 dipendenti impiegati sul posto vivono un periodo d’incertezza a causa delle scelte dell’azienda, orientate verso la produzione di sistemi di scarico, un settore che rischia l’obsolescenza con la crescita dell’elettrificazione nel settore automotive. Raso ha sottolineato che da tempo, durante i diversi incontri con la direzione Marelli, si è cercato di spingere per l’introduzione di nuove lavorazioni più allineate con le tendenze del mercato, ma senza riscontri concreti.

Criticità nella strategia industriale del sito

Il nodo centrale è proprio l’assenza di una strategia industriale adeguata per il sito di Caivano che ne compromette la capacità di adattarsi al mutamento tecnologico in corso. La produzione attuale si concentra su tecnologie destinate infatti a perdere rilevanza con l’espansione dei veicoli elettrici. Ecco perché il segretario sindacale evidenzia il rischio che l’intero stabilimento possa presto trovarsi in una situazione critica, mettendo a repentaglio il lavoro di centinaia di persone e la tenuta produttiva italiana legata a Marelli.

Le ripercussioni della procedura chapter 11 sul gruppo marelli

Nei giorni scorsi Marelli ha ufficializzato l’avvio della procedura Chapter 11 negli Stati Uniti, una misura che consente all’azienda di riorganizzare i debiti sotto la protezione della legge fallimentare americana. Questo passo, per quanto diretto a salvaguardare la continuità aziendale, mette in luce un quadro economico complesso con impatti pesanti anche sui centri produttivi italiani. Il Capitolo 11 implica un irrigidimento delle risorse e una revisione degli investimenti, che potrebbero tradursi in tagli o riduzioni delle attività in stabilimenti considerati meno sostenibili.

Rischio marginalizzazione e perdita tecnologica

Per Caivano la situazione si fa quindi delicata, visto che le linee produttive di sistemi di scarico rischiano di venire marginalizzate o addirittura eliminate. In effetti il gruppo, oltre a dover far fronte alla crisi finanziaria, è sotto pressione dal mercato globale che sta rapidamente cambiando modelli e domanda. Il ruolo dei siti italiani, tradizionalmente fondamentali per Marelli, potrebbe ridursi a causa di mancanza di rinnovo tecnologico e investimenti insufficienti.

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Richiesta di diversificazione delle lavorazioni come via per salvare caivano

La richiesta dei sindacati, che emerge da tempo e in modo insistente, è di orientare le attività di Caivano verso tecnologie più moderne e compatibili con le tendenze del mercato. Si tratta di introdurre produzioni diverse dagli attuali sistemi di scarico, favorendo componenti legati all’elettrificazione o altri segmenti dell’automotive emergenti. Questa diversificazione permetterebbe di mantenere occupazione e valore produttivo in un momento di forti cambiamenti.

In sostanza l’appello è rivolto a Marelli per un cambio di passo che garantisca un futuro industriale al sito e protegga i posti di lavoro. La mancanza di segnali concreti da parte dell’azienda ha provocato non solo preoccupazioni, ma anche un allarme sulla stabilità complessiva delle attività italiane del gruppo. Il confronto con il Ministero delle imprese e del Made in Italy, rappresentato dal ministro Urso durante l’incontro al MIMIT, si è svolto proprio per affrontare queste questioni e monitorare la situazione, dimostrando l’importanza strategica del tema all’interno del tessuto industriale nazionale.


La vicenda Marelli a Caivano apre una fase cruciale nel destino dei lavoratori e delle produzioni italiane. Il rischio che la crisi finanziaria americana si traduca in tagli e chiusure nel nostro paese è al centro del dibattito tra sindacati, azienda e governo. Non si tratta più solo di situazioni temporanee, ma di scelte decisive per il mantenimento di un’importante realtà industriale nel sud Italia.

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