La polizia ha fermato due uomini a tarquinia il 19 giugno scorso, a seguito di un’indagine su estorsione aggravata e sequestro di persona. Questi episodi, caratterizzati da violenze e intimidazioni, hanno coinvolto tre persone già note alle forze dell’ordine. Il provvedimento deriva da un’articolata attività investigativa svolta negli ultimi mesi, con l’obiettivo di bloccare una situazione di soprusi che si protraeva da tempo ai danni di una vittima conosciuta dagli arrestati.
Dettagli dell’operazione e arresti a tarquinia
Il 19 giugno la polizia di stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini residenti a tarquinia, rispettivamente di 60 e 42 anni. Entrambi avevano precedenti penali e sono stati ritenuti fortemente coinvolti in un episodio di estorsione aggravata e sequestro di persona. In precedenza era stato arrestato un terzo soggetto, un 30enne del posto, sorpreso in flagranza mentre estorceva denaro alla vittima, durante un controllo appositamente organizzato vicino all’abitazione della persona offesa.
Le indagini, condotte dal commissariato di pubblica sicurezza di tarquinia in sinergia con la squadra mobile della questura di viterbo, hanno permesso di ricostruire i fatti e di individuare responsabilità precise. Il tribunale di civitavecchia ha accolto la richiesta del pubblico ministero e emesso le misure restrittive dopo aver valutato il grave quadro indiziario che pesava sui tre arrestati.
Modalità della violenza e meccanismi dell’estorsione
Gli indagati avrebbero usato minacce e violenza per costringere la vittima a pagare una somma di 300 euro mensili, da versare in modo continuativo e permanente. Il denaro, secondo gli investigatori, serviva a compensare un torto subito da uno degli imputati nei confronti della persona che subiva l’estorsione. La vittima, che conosceva i suoi aggressori, è stata soggetta a una serie di azioni intimidatorie, tra cui un episodio particolarmente grave.
In quell’occasione, l’uomo è stato attirato nel proprio appartamento con un inganno, dove è stato legato a una sedia, percosso brutalmente e minacciato di gravi danni fisici. Durante l’aggressione, durata più di un’ora, gli aggressori hanno puntato contro di lui una motosega elettrica accesa al collo, aumentando così il senso di terrore e pericolo. L’intento era quello di fare pressione fino a ottenere il pagamento richiesto senza possibilità di rifiuto.
Intervento della polizia e impatto dell’azione repressiva
L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha impedito che la spirale violenta proseguisse e si aggravasse ulteriormente. Durante i controlli mirati nei pressi dell’abitazione della vittima, gli agenti sono riusciti a sorprendere in flagrante uno degli autori dell’estorsione, bloccando sul nascere nuovi atti criminosi. L’azione della polizia è stata fondamentale per tutelare l’incolumità della vittima e avviare il procedimento penale contro i responsabili.
Le indagini, avviate dalla procura della repubblica e coordinate da magistrati di civitavecchia, hanno richiesto il lavoro congiunto di vari reparti delle forze di polizia. L’attività investigativa ha implicato pedinamenti, intercettazioni e raccolta di testimonianze utili a ricostruire ogni passaggio della vicenda, consentendo di fornire un quadro probatorio solido che ha convinto il giudice a emettere le misure cautelari.
Conferma dell’importanza del controllo e della repressione
La risposta delle forze dell’ordine a tarquinia conferma l’attenzione verso episodi di violenza legati all’estorsione e sottolinea l’importanza di monitorare e bloccare situazioni di pericolo prima che sfocino in conseguenze più gravi per le persone coinvolte.
