La questione sulla gestione del personale alla Fondazione Città di Terracina torna al centro dell’attenzione con una interrogazione urgente presentata dalla lista civica progetto terracina. Il recente bando di assunzione ha determinato un completamente inatteso ricambio del personale addetto ai siti culturali della città, scatenando dubbi sulla trasparenza e sulle motivazioni dietro la selezione del nuovo staff. Il tema tocca diritti, lavoro e continuità culturale, implicando riflessioni sul ruolo dell’amministrazione comunale e della Fondazione stessa.
A inizio maggio 2025, la Fondazione città di terracina, controllata al 50% dal Comune, ha indetto un bando per assumere cinque impiegati a tempo pieno e indeterminato più un operaio. Il sindaco, in qualità di presidente di diritto o tramite delega, ha un ruolo diretto nella governance della Fondazione. Il punto critico è che il bando non ha previsto criteri di valutazione basati sull’esperienza accumulata dagli operatori che da anni lavoravano nella gestione dei siti culturali.
Per tre anni, una decina di lavoratori hanno operato dapprima con agenzie interinali e successivamente attraverso una cooperativa autonoma. Questi operatori, che avevano diretto diversi servizi culturali, non solo sono stati esclusi senza preavviso, ma anche privati di tutele come la continuità lavorativa. Non è stato richiesto il loro coinvolgimento o priorità nel bando, né si è considerata la conoscenza di una lingua straniera, in particolare l’inglese, che oggi rappresenta una competenza indispensabile per chi opera nel turismo culturale.
Questa esclusione netta, parallela alla mancanza di trasparenza sulle motivazioni e sui criteri di selezione, ha scatenato critiche e richieste di chiarimento. Non sono state pubblicate graduatorie, né è noto chi abbia fatto parte della commissione esaminatrice. La situazione alimenta sospetti di procedure opache e decisioni dettate più da logiche politiche che da valutazioni professionali.
Progetto terracina ha risposto all’esclusione con un’interrogazione urgente, ai sensi dell’articolo 20 del regolamento del Consiglio comunale, chiedendo al sindaco di fornire subito chiarimenti sull’intera procedura. La lista civica vuole sapere quali indicazioni siano state date dall’amministrazione rispetto alla selezione del nuovo personale e come il Comune abbia vigilato sul rispetto delle regole di trasparenza e sulla valorizzazione delle competenze.
Inoltre, progetto terracina vuole capire perché non si sia tenuto conto della necessità di mantenere una continuità operativa, né di riconoscere l’importanza della conoscenza delle lingue straniere per un ruolo così strategico nel campo culturale e turistico. Si chiedono, ancora, se sia prevista una trattativa con la Fondazione e le organizzazioni sindacali per il possibile reintegro degli esclusi. Infine si rinnova la domanda su come il Comune eserciti il proprio controllo operativo, essendo socio di maggioranza relativa in Fondazione.
Le famiglie coinvolte si trovano oggi in una situazione di precarietà e incertezza, dopo anni di impegno sul campo.
Barbara Cerilli, consigliera comunale, ha espresso solidarietà verso chi ha perso il lavoro per questa scelta improvvisa. Ha sottolineato che “non si può ignorare un’ingiustizia che annulla il contributo di persone che hanno lavorato per promuovere la cultura e l’identità cittadina.” Per la consigliera, si è trattato di un comportamento che “riduce lavoratori e famiglie a numeri, ignorando il valore della loro esperienza.”
Cerilli ha puntato l’attenzione sulla responsabilità istituzionale e ha chiesto maggiore trasparenza dalla Fondazione e dall’amministrazione. Ha ribadito che Terracina ha bisogno di scelte pratiche, in grado di sostenere chi lavora per la città, anziché decisioni che isolano e creano ulteriori difficoltà. La vicenda resta aperta, con l’interrogazione che si attende risposta nei prossimi giorni, mentre cresce il dibattito sui diritti dei lavoratori e sulla gestione degli enti culturali pubblici.
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