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Frontale sfiorato lungo la strada regionale 509 a san donato val di comino per auto in sosta vietata

Nel cuore della Valle di Comino, la serata di domenica ha rischiato di finire in tragedia sulla strada regionale 509, nota per i suoi panorami ma anche per le criticità legate alla sosta irregolare. Un suv ha dovuto invadere la corsia opposta per superare una fila di auto parcheggiate in divieto, trovando una moto che arrivava in senso contrario. Lo scontro frontale è stato evitato per poco e ha messo nuovamente in luce i problemi di sicurezza causati dalla sosta selvaggia in questa zona frequentata da residenti e turisti.

Il rischio traffico lungo la sr 509 a san donato val di comino

La strada regionale 509 collega la valle di Comino a Forca d’Acero ed è un percorso montano amato soprattutto nei mesi estivi. È percorsa da auto, moto e ciclisti che cercano la frescura o vogliono ammirare il panorama di belvedere di via Piave. Tuttavia, molte aree della carreggiata sono strette e non pensate per gestire un traffico intenso che si combina con soste selvagge.

Pericolo evitato di poco

Domenica scorsa, poco dopo il punto panoramico, un suv è stato costretto a spostarsi sulla corsia opposta per superare alcune auto parcheggiate in modo irregolare sulla corsia di destra. Questa manovra ha portato a un pericolo immediato, con una moto in arrivo che ha dovuto sterzare bruscamente per evitare l’impatto. Il motociclista ha urtato contro un muretto, riportando solo un grande spavento. A quel punto è chiaro che la strada, oltre al valore paesaggistico, ha un problema vero di sicurezza legato alla sosta eccessiva e illegale.

La situazione lungo la sr 509 si ripete ogni fine settimana, soprattutto d’estate, quando la presenza di auto parcheggiate in divieto è una costante. Questo crea strettoie e rende difficile il passaggio soprattutto tra veicoli voluminosi come suv o furgoni. Il rischio è che si possa verificare un incidente grave, con conseguenze che potrebbero essere ben peggiori del solo spavento.

Sosta vietata ignorata: un problema che si ripete da anni

Il motociclista coinvolto nell’episodio non ha nascosto la sua rabbia nel raccontare quanto accaduto. Dice di percorrere quella strada quasi ogni fine settimana d’estate e di assistere sempre al medesimo problema: autoveicoli lasciati in sosta in divieto lungo tratti che dovrebbero restare liberi per garantire il passaggio. Non si tratta solo di turisti o visitatori, ma anche di residenti che spesso parcheggiano sotto le proprie abitazioni, contribuendo a restringere la carreggiata.

Nonostante i divieti siano chiaramente segnalati, i controlli appaiono irrisori. Chi dovrebbe far rispettare le regole spesso non interviene o lo fa in modo sporadico. La domanda del motociclista riguarda proprio la mancanza di una presenza costante delle forze dell’ordine o di altri enti preposti: “Aspettiamo che succeda qualcosa di grave prima di reagire?”. Il timore di chi circola frequentemente su questi tratti è che, senza un piano serio di controllo e sanzioni, la situazione peggiorerà.

Rischi e mancanza di vigilanza

Questa mancanza di vigilanza lascia la strada esposta a rischi importanti. Auto e moto devono a volte rischiare manovre pericolose per evitare ostacoli imprevedibili. Il fatto che gli incidenti più seri non siano ancora avvenuti grazie a un pizzico di fortuna non basta. Serve un cambio di passo per affrontare la questione della sosta selvaggia in modo concreto e duraturo.

La necessità di interventi concreti per la sicurezza stradale

La strada regionale 509, oltre al valore turistico e paesaggistico, rappresenta un collegamento importante per residenti e visitatori. La presenza sistematica di veicoli parcheggiati in modo irregolare compromette la sicurezza di tutti. L’episodio di domenica dimostra con chiarezza che la situazione può degenerare con poco.

Interventi per evitare incidenti gravi

Per evitare che la sr 509 diventi un luogo di incidenti gravi serve un intervento deciso. Rafforzare la segnaletica è un passo, ma non basta. Occorre una presenza attiva e regolare di agenti per i controlli, soprattutto nei fine settimana quando la strada è più frequentata. Potrebbero essere utili anche misure dissuasive più evidenti, come rimozioni forzate o telecamere di sorveglianza.

Chi si occupa della gestione della strada deve prendere atto del problema senza attendere un grave incidente. Ogni fermata in divieto riduce lo spazio di manovra, crea pericoli e aumenta la tensione tra chi guida. La sicurezza stradale su questo tratto di montagna non può essere affidata alla fortuna o alla buona volontà degli automobilisti.

L’allarme nasce da un fatto reale, recente, che mette a rischio persone e mezzi. La strada panoramica deve restare accessibile e sicura, un obiettivo possibile solo con un impegno chiaro delle autorità competenti e una vigilanza costante sul rispetto delle regole.

Paolo Ludovichi

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Paolo Ludovichi

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