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Il comune di aprilila respinge l’ampliamento del pollificio bio romagna nella zona colle di mare

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Il Comune di Aprilia ha fermato il progetto di ampliamento di un allevamento di galline ovaiole nel territorio di Colle di Mare. La decisione, arrivata il 22 luglio 2025 dalla Commissione straordinaria con poteri di Consiglio comunale, ha respinto la proposta della società agricola Bio Romagna. L’intervento riguardava la costruzione di nuovi capannoni oltre gli spazi già esistenti, previsti in deroga rispetto alle norme urbanistiche. Questa scelta influenzerà la conferenza dei servizi convocata dalla Regione Lazio, chiamata a esaminare i piani aziendali presentati.

I motivi del no della commissione straordinaria di aprilila al progetto bio romagna

La Commissione straordinaria di Aprilia, composta da Vincenza Filippi, Enza Caporale e Rita Guida, ha mantenuto una posizione ferma contro il progetto di ampliamento del pollificio di Bio Romagna. La delibera del 22 luglio 2025 spiega che la richiesta di costruire una superficie coperta di quasi 11mila metri quadrati si scontra con le norme vigenti per gli annessi agricoli, che mirano a gestire gli impatti urbanistici e ambientali. Le dimensioni previste superano i limiti stabiliti.

Secondo la Commissione, il progetto avrebbe ripercussioni negative sulla qualità della vita nel quartiere e sul territorio. Si citano problemi legati all’urbanistica, con impatti diretti sulle strutture locali. La viabilità, già in difficoltà in alcune zone, rischia ulteriori complicazioni, legate soprattutto al maggior movimento di mezzi pesanti e lavoratori. Sul fronte ambientale, le dimensioni e la natura dell’ampliamento comporterebbero un aumento delle emissioni odorose e un consumo significativo di risorse, come l’acqua e il suolo agrario, già sotto pressione nell’area di Colle di Mare.

La Commissione ha deciso di rendere chiaro il proprio parere negativo, da far valere nelle prossime fasi di valutazione regionale. Non è solo un rifiuto tecnico, ma un’attenzione alle condizioni ambientali e sociali dei residenti.

Le preoccupazioni urbanistiche e ambientali che pesano sull’area di colle di mare

Nel luglio 2025, la richiesta di Bio Romagna si è scontrata con una tradizione di opposizione fortemente motivata a partire da almeno tre anni prima. La Commissione Urbanistica e Ambiente già nell’ottobre 2022 aveva espresso il proprio giudizio contrario, concentrandosi su varie criticità.

Il lotto interessato dal progetto si trova a ridosso delle zone chiamate Lampione e Colle di Mare, aree coperte da una variante speciale del piano regolatore legata al recupero di nuclei abitativi abusivi. Questi agglomerati sono sottoposti a particolari restrizioni per tutelare la qualità della vita e la conservazione del territorio. Inserire un capannone industriale di grandi dimensioni vicino a queste zone avrebbe alterato significativamente l’equilibrio urbanistico, declassando le condizioni dell’area.

La questione delle emissioni odorigene è stata un punto centrale. L’allevamento di galline produce odori che possono propagarsi e creare disagio ai residenti. Questo problema si lega a doppio filo con le distanze ridotte tra le costruzioni rurali e le abitazioni. Inoltre, il consumo elevato di suolo agricolo minaccia la preservazione di aree verdi e coltivabili, mentre il prelievo intensivo di risorse idriche rischia di impoverire una zona già vulnerabile.

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Questi elementi avevano portato anche nel passato i tecnici e gli amministratori a opporsi, senza cambiare orientamento nel tempo.

Il contesto di contrarietà in cui si inserisce la bocciatura del pua

Il rifiuto del progetto Bio Romagna aggiunge un altro capitolo a una serie di decisioni critiche prese dall’amministrazione comunale di Aprilia. Nelle settimane precedenti, l’Ente aveva negato un progetto simile proposto da Ovo Lazio, sempre nella stessa area Colle di Mare. Entrambi i piani prevedevano un aumento significativo delle strutture per la produzione di uova.

Questi no riflettono una preoccupazione persistente delle istituzioni locali verso gli impatti sul territorio legati ad allevamenti intensivi in aree con una presenza abitativa e ambientale fragile. Lo scontro coinvolge anche i cittadini residenti nelle vicinanze, che negli ultimi anni si sono fatti sentire attraverso proteste e iniziative.

Le loro richieste si concentrano sulle condizioni di vivibilità, la presenza di odori sgradevoli e il rischio di un degrado ambientale dovuto a questi impianti. La pressione dei residenti sembra aver inciso nelle valutazioni, confermando una linea dura da parte degli amministratori per preservare caratteristiche della zona.

Il dibattito in corso vede quindi la Regione Lazio valutare attentamente tutte le posizioni, mentre l’esito della conferenza dei servizi definisce il futuro dello sviluppo agricolo-industriale nella zona di Aprilia. Questa vicenda rimane al centro dell’attenzione pubblica, tra esigenze produttive e difesa del territorio e della comunità locale.

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