Il movimento 5 stelle ha modificato la regola sui mandati parlamentari dopo il voto online della sua assemblea degli iscritti. Il quesito relativo ai mandati ha ottenuto una larga maggioranza a favore, segnando una svolta importante nella gestione delle candidature future del gruppo. I dettagli della nuova norma e le conseguenze per i politici più noti del movimento sono al centro di questa decisione.
Voto on line e risultati finali sull’assemblea del m5s
L’assemblea degli iscritti del M5s ha espresso ieri sera il suo verdetto attraverso una consultazione online, chiusa con un quorum del 51,8%. Hanno partecipato oltre 51 mila persone, votando sul quesito relativo ai limiti dei mandati parlamentari. Il “sì” ha predominato con 43.236 voti, contro 8.196 contrari.
Il risultato è stato reso noto immediatamente sul sito del movimento, dove è stata anche pubblicata la rendicontazione dei voti. Questa consultazione conferma l’impegno del M5s a rispettare un meccanismo democratico interno, basando decisioni strutturali su un confronto diretto con gli iscritti.
Il numero di partecipanti ha garantito un giudizio rappresentativo del gruppo e ha permesso di consolidare la linea sul limitare della presenza parlamentare degli esponenti m5s a un massimo di tre mandati. Il valore raggiunto da questo voto segna una novità decisiva rispetto al passato.
Le nuove regole sul tetto dei mandati
La modifica più rilevante riguarda il tetto massimo di tre mandati per ogni esponente m5s. Non sarà dunque più possibile un numero indefinito di legislature consecutive. Per arrivare a un terzo mandato, gli attuali direttivi fissano vie precise: il meccanismo detto di “stop and go”.
In pratica, chi ha già completato due legislature consecutive potrà tornare candidato solo a condizione di saltare un mandato di durata parlamentare. Questo significa che, per esempio, un deputato o un senatore che ha già svolto dieci anni al Parlamento, dovrà restare fuori per un ciclo, prima di poter tornare a presentarsi alle elezioni.
Questa regola crea un “ricambio” all’interno del movimento e limita la permanenza continua del medesimo politico nei ruoli pubblici. Ancora, la norma permette a chi ha esaurito due mandati parlamentari di cimentarsi in cariche amministrative regionali o comunali. Così si apre la possibilità di candidarsi come presidente di Regione o sindaco, diversificando i ruoli ma mantenendo attivo il coinvolgimento politico.
Implicazioni per i big del m5s dopo la nuova norma
Alcuni nomi noti del movimento 5 stelle rientrano tra coloro che potrebbero essere riammessi come candidati già nelle prossime tornate elettorali, grazie al voto dello stop and go. Tra loro vi sono figure come Paola Taverna, già vicepresidente del Senato, e Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia.
Entrambi hanno completato due legislature consecutive, ma grazie alla norma approvata, potrebbero candidarsi nuovamente dopo aver saltato il prossimo mandato parlamentare. Significa un possibile ritorno in campo, per rivestire ruoli parlamentari o istituzionali.
Stessa possibilità riguarda anche Roberto Fico, ex presidente della Camera, il cui nome viene accostato a possibili candidature regionali, in particolare nella Campania. Il regolamento lascia aperto questo tipo di percorso, per ampliare lo spettro delle cariche ricoperte dagli esponenti m5s ok.
Questo provvedimento cambierà quindi il volto del movimento, introducendo modalità più elastiche per l’accesso alle candidature, pur mantenendo un tetto massimo di permanenza in Parlamento. Oltre a favorire mosse strategiche sul territorio, questo sistema punta a dare spazio a figure esperte limitando la presenza continuativa in Parlamento.
Il ruolo dei nuovi limiti nel contesto politico attuale
Il M5s si confronta con un sistema politico sempre più competitivo e con un elettorato che cerca rappresentanti nuovi ma con esperienza. La scelta di regolare i mandati attraverso il voto della base indica una volontà di rinnovamento e di disciplina interna.
Il limite posto a tre mandati, e la necessità di interrompere la propria attività parlamentare per ripresentarsi, differenzia il M5s rispetto ad altri partiti che spesso vedono la candidatura di figure politiche per lunghi periodi. Qui si crea un’alternanza normale senza azzerare del tutto l’esperienza acquisita.
Questo sistema può incidere anche sulle strategie elettorali, anticipando possibili candidature localizzate sul territorio, dove l’appoggio del movimento è forte. La legge interna favorisce un’attenzione verso ruoli di comando anche al di fuori del Parlamento.
Il voto del 2025 segna un momento cruciale, da cui dipenderanno anche le mosse future del movimento sul fronte nazionale e locale. La conseguenza sarà un cambiamento profondo nelle scelte di candidature, in linea con il principio di non restare in carica per un tempo illimitato.
Questa soluzione rimodella la pratica politica del M5s, evitando accumuli eccessivi di potere ma lasciando porte aperte a ritorni ponderati. L’esito di questa revisione potrà essere osservato già nelle prossime campagne elettorali che vedranno protagonisti alcuni degli esponenti storici del movimento.