L’imprenditore titolare dell’azienda per cui lavoravano i tre operai morti venerdì scorso in un cantiere di Napoli era stato condannato a fine 2022 per lesioni personali colpose, ma poi assolto per prescrizione nel settembre 2023. La notizia ha riacceso i riflettori su rischi e responsabilità nei luoghi di lavoro edile, con parentesi di dolore e mobilitazione tra colleghi, legali e rappresentanti politici. Durante una conferenza stampa, è emerso un quadro di persistente vulnerabilità per i lavoratori e le richieste di interventi più severi sulle norme di sicurezza.
La vicenda processuale e la prescrizione sullo sfondo dell’incidente mortale
Alla base della querelle c’è il caso giudiziario dell’imprenditore sotto accusa per un incidente accaduto prima della tragedia di venerdì 2025. Nel 2022 l’uomo era stato condannato per lesioni personali colpose, ma proprio pochi mesi fa la sentenza è stata annullata, per effetto della prescrizione del reato. E’ un aspetto che pesa molto sulle famiglie e i colleghi delle vittime di questo ultimo, tragico episodio.
I fatti si sono svolti a Napoli e nella sua area metropolitana, dove i tre operai Vincenzo del Grosso, 54 anni, Ciro Pierro, di 62 e Luigi Romano, di 67 anni, hanno perso la vita lavorando. Il richiamo forte durante la conferenza stampa ha riguardato la continuità tra i casi. Cioè, le condizioni di rischio che hanno portato ai decessi non sarebbero mai state rimosse, anzi il quadro generale sarebbe rimasto invariato.
La testimonianza dell’ex operaio e le mancanze nella sicurezza
Nel corso dell’incontro con i giornalisti è intervenuto anche un ex operaio dell’azienda, che nel 2015 subì un gravissimo incidente simile a quelli più recenti. Giuseppe Iaquinangelo oggi vive su una sedia a rotelle e affronta problemi neurologici: la sua testimonianza ha offerto una testimonianza concreta e drammatica sulle mancanze che si ripetono.
Testimonianze dirette e impegno legale per cambiare le norme
Sul palco della conferenza stampa si sono alternati l’ex operaio, con il suo avvocato Giovanna Iodice, ed esponenti del mondo politico e sindacale. L’avvocato ha ricordato l’incidente grave del 2015 e sottolineato la necessità di una tutela più forte per i lavoratori, soprattutto nei cantieri privati dove spesso mancano controlli efficaci.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, presente all’evento, ha annunciato un’iniziativa parlamentare: una proposta per abolire la prescrizione dei reati connessi alla sicurezza nei cantieri edili. A suo avviso, chi espone i lavoratori a rischi mortali deve sempre essere chiamato a rispondere delle proprie azioni, senza scampo di impunità.
Iniziative per segnalazioni dirette dal territorio
Borrelli non si è fermato alle parole e ha aperto una linea WhatsApp per ricevere segnalazioni sulle irregolarità nei cantieri. Il numero 3662662829 è attivo da subito per raccogliere informazioni direttamente dai cittadini e dai lavoratori, con l’obiettivo di vigilare più da vicino sulle condizioni di lavoro.
Il quadro della sicurezza nei cantieri a napoli e possibilità di monitoraggio pubblico
Napoli resta una delle città dove la sicurezza nei cantieri è un problema annoso e spesso fatale. Incidenti gravi come quello di venerdì scorso mettono in luce il vuoto di controlli e la fragilità delle tutele. Molte ditte operano con standard bassi e senza un rigoroso rispetto delle normative.
Le morti di Vincenzo del Grosso, Ciro Pierro e Luigi Romano attestano l’urgenza di un’azione più pragmatica da parte delle istituzioni per evitare che episodi simili si ripetano. Una vigilanza più stretta, combinata alla possibilità di fare segnalazioni rapide e verifiche sul territorio, potrebbe ridurre il rischio di altri incidenti.
La partecipazione collettiva e la prevenzione
La nuova linea diretta voluta da Francesco Emilio Borrelli vuole rompere l’isolamento di chi lavora in condizioni difficili, offrendo un canale per denunciare situazioni pericolose. È un tentativo per valorizzare la partecipazione collettiva nella prevenzione e controllo, mettendo sotto pressione chi deve garantire la sicurezza.
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di scontri e discussioni sul rispetto delle regole e delle responsabilità nelle costruzioni, ma anche sull’efficacia del sistema giudiziario nel reagire con tempismo alle violazioni legate alla salute dei lavoratori.
Il caso aperto a Napoli è uno degli esempi più recenti di come la giustizia e la sicurezza sul lavoro siano temi ancora da governare con decisione, per proteggere chi lavora e ridurre i rischi di danni irreparabili.