Il ministero del Lavoro insieme al Dipartimento per le Politiche attive ha lanciato AppLI, una piattaforma digitale pensata per supportare i giovani nella ricerca di occupazione. Ideata come strumento integrato per i servizi pubblici, da Centri per l’Impiego a Inps e Regioni, questa applicazione punta a superare le difficoltà di accesso e comunicazione tra i giovani disoccupati e il sistema lavorativo.
AppLI: una piattaforma dedicata ai giovani fuori dal lavoro e dallo studio
In Italia ci sono oltre un milione di giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET. Per anni intercettarli si è rivelato un nodo difficile per le istituzioni. Roberto Santangelo, assessore alla Formazione e alle Politiche Sociali della regione Abruzzo, ha evidenziato come il vero problema fosse il linguaggio: fino ad ora gli strumenti messi a disposizione non parlavano la stessa “lingua” delle nuove generazioni. AppLI cambia questo approccio, usando l’intelligenza artificiale per offrire risposte più adatte e personalizzate. Così si potranno creare percorsi mirati per guidare i giovani verso un lavoro concreto.
Tre aspetti chiave affrontati da appLI
La piattaforma, infatti, affronta tre aspetti chiave contemporaneamente. Primo, intercetta quei giovani NEET evitando che restino tagliati fuori dal mercato del lavoro. Secondo, interviene sul mismatch tra domanda e offerta occupazionale grazie al collegamento con il SIISL, il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, e con l’Inps. Terzo, assicura trasparenza, rispetto dei diritti e tracciabilità degli interventi, grazie agli algoritmi che tutelano le persone coinvolte. Questo meccanismo cerca di trasformare in dati concreti il problema dell’esclusione giovanile.
Come funziona appLI e perché può fare la differenza
AppLI è una piattaforma basata su intelligenza artificiale, formata per rispondere alle esigenze specifiche del mondo del lavoro italiano. Non si limita a fornire informazioni generiche: conserva la storia personale degli utenti che si rivolgono al sistema, propone soluzioni e percorsi che variano da caso a caso. In pratica, si configura come un assistente virtuale disponibile ogni giorno, senza limiti di orario, capace di affiancare i giovani nel loro percorso occupazionale.
Integrazione con i servizi pubblici per un coordinamento efficace
L’integrazione con i servizi pubblici fa sì che AppLI diventi un ponte tra i Centri per l’Impiego, le Regioni e Inps, favorendo un coordinamento più fluido. Non solo fornisce i dati aggiornati sulle offerte e le opportunità, ma aiuta anche le istituzioni a intervenire nel modo più efficace. Grazie a questo strumento, il servizio pubblico sul lavoro si avvicina ai cittadini, rispondendo con rapidità a domande specifiche e adattandosi ai cambiamenti del mercato.
L’impatto atteso sull’inclusione lavorativa e la formazione professionale
Secondo Santangelo, AppLI introduce una vera svolta nelle politiche attive del lavoro rivolte ai giovani. La formazione non sarà più un’offerta generica da inseguire, ma un processo guidato che si avvicina direttamente alle esigenze degli utenti. Il sistema selezionerà informazioni e corsi mirati, adeguandoli alle caratteristiche dei singoli e alle richieste del mercato. Questo dovrebbe contribuire a ridurre la distanza tra le competenze disponibili e quelle richieste dai datori di lavoro.
Collaborazione istituzionale e sviluppo tecnologico
Il progetto ha visto il coinvolgimento diretto del ministero del Lavoro, del ministro Marina Calderone e dell’Inps, che hanno lavorato in partnership per dare vita allo strumento. Con AppLI, il sistema pubblico mette a disposizione uno snodo cruciale per rendere operative le politiche attive attraverso l’uso di tecnologie digitali. Questa linea sembra indicare una direzione chiara: mettere la tecnologia al servizio della creazione di lavoro e di opportunità per i giovani più in difficoltà.
Lo sviluppo di AppLI rappresenta un tentativo concreto di colmare il vuoto che spesso separa offerte e domande di lavoro giovanile. La piattaforma ha tutte le caratteristiche per diventare uno strumento centrale, sia per chi cerca occupazione sia per chi deve fornire assistenza e formazione. L’esperimento si muove in una direzione che potrebbe segnare un cambiamento nel modo in cui il sistema pubblico affronta le sfide sociali ed economiche del presente.