Una piccola, nata prematura alla 30° settimana di gestazione, ha superato una sfida incredibile grazie a un intervento svolto ancora prima di venire alla luce e a un successivo intervento chirurgico subito dopo il parto. La neonata, che pesava meno di due chili ma portava un tumore enorme rispetto al suo peso corporeo, sta adesso tornando a casa con la famiglia, seguita da un’équipe medica specializzata.
La nascita e l’operazione chirurgica per rimuovere il tumore sacro-coccigeo
Due settimane dopo l’intervento intrauterino, la piccola è venuta al mondo all’ospedale Bambino Gesù tramite parto cesareo. Al momento della nascita, il peso della neonata era di 1,9 chili. Immediatamente è stata operata per rimuovere completamente la massa tumorale di circa 800 grammi, un peso rilevante pari a oltre la metà del suo peso corporeo.
L’operazione è durata circa tre ore e ha incluso anche la ricostruzione della regione sacrale interessata dal tumore. Lo scopo principale era eliminare la massa senza compromettere le strutture vitali vicine, come il retto e i nervi coinvolti nelle funzioni della vescica e del colon. Questo intervento ha richiesto coordinazione e precisione, considerando la fragilità della neonata appena uscita dal grembo materno.
Il coordinamento tra équipe ospedaliere e la gestione multidisciplinare del caso
La complessità del caso ha richiesto la collaborazione tra numerose équipe di due ospedali diversi. Dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù hanno partecipato specialisti di medicina e chirurgia fetale e perinatale, terapia intensiva neonatale, chirurgia neonatale e pediatrica, oltre ad anestesia e perioperatorio. L’ospedale san Pietro Fatebenefratelli ha fornito il contributo delle unità operative di ostetricia, anestesiologia e neonatologia.
Il coordinamento tra questi professionisti è stato cruciale per garantire una pianificazione dettagliata del percorso assistenziale della piccola durante tutte le fasi, cioè prenatale, perinatale e postnatale. Questa organizzazione ha permesso di intervenire con rapidità in ogni momento e di affrontare la delicata fase post-parto con un intervento chirurgico complesso subito dopo la nascita.
La diagnosi e l’intervento intrauterino che ha salvato il feto nel grembo materno
L’intervento fetale è stato eseguito presso l’ospedale san Pietro Fatebenefratelli da un’équipe multidisciplinare guidata dagli specialisti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Intorno alla 28° settimana di gestazione, la diagnosi ha rivelato un teratoma sacro-coccigeo del peso di 800 grammi, una massa che superava la metà del peso attuale della piccola. Questo tumore si sviluppa nella parte finale della colonna vertebrale e, seppur di solito benigno, può causare problemi seri, come lo scompenso cardiaco fetale o la morte in utero.
L’intervento intrauterino aveva lo scopo di evitare il peggioramento delle condizioni della piccola, riducendo il rischio di scompenso cardiaco e la possibile idrope fetale, condizioni che avrebbero potuto portare a una nascita estremamente precoce o a esiti fatali. L’équipe ha scelto il momento preciso per agire, stabilizzando il feto e prolungando la gravidanza per offrire maggiori possibilità di sopravvivenza alla neonata.
Le condizioni attuali della neonata e il programma di controlli futuri
Oggi, a poche settimane dalla nascita, la piccola si trova in buone condizioni di salute. Respira senza supporti meccanici e si alimenta autonomamente per bocca. La famiglia potrà presto accoglierla a casa, continuando però il percorso di controlli chirurgici e oncologici previsti per monitorare ogni possibile evoluzione.
Il Bambino Gesù segue circa 4-5 casi all’anno di teratoma sacro-coccigeo, con sei bambini diagnosticati e trattati proprio in questo ospedale negli ultimi anni. Il rigore nella diagnosi, la prontezza negli interventi e il supporto multidisciplinare restano elementi fondamentali per affrontare questa rara patologia, che presenta rischi importanti per la vita del neonato.