La storia del carabiniere giuseppe covino, originario di roccabascerana, torna a vivere attraverso l’intitolazione di una caserma che ne celebra il sacrificio. Nel settembre del 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale, covino intervenne per impedire la distruzione del palazzo dei telefoni a napoli, un gesto di coraggio che gli costò la vita. L’omaggio a monteforte irpino ha ricordato il contesto di quei giorni e l’importanza della memoria storica sul territorio campano.
Giuseppe Covino, ventottenne di nascita e membro dell’Arma dei Carabinieri, si trovava in licenza durante uno dei momenti più delicati della seconda guerra mondiale in Italia. Senza esitazioni raggiunse i suoi compagni d’armi a Napoli, dove le truppe tedesche in ritirata minacciavano di distruggere il Palazzo dei Telefoni, un edificio strategico di grande valore comunicativo e simbolico per la città. In quel contesto, il suo intervento mirava a fermare la cancellazione di un patrimonio fondamentale per Napoli.
Purtroppo, durante l’azione, covino fu catturato insieme ad altri tredici commilitoni. La loro prigionia si concluse tragicamente con la fucilazione nel campo di concentramento di Teverola, in provincia di Caserta. Quel sacrificio segnò profondamente il territorio irpino e la memoria collettiva dei carabinieri in Campania.
La cerimonia per l’intitolazione della caserma a giuseppe covino si è svolta a monteforte irpino, un comune vicino ad avellino, in presenza di autorità civili e militari di alto livello. Il prefetto Rossana Riflesso ha rappresentato la prefettura di Avellino, insieme ai vertici del tribunale locale, mentre la componente giovanile era ben rappresentata da gruppi scout e scolaresche, segno dell’importanza della trasmissione della memoria alle nuove generazioni.
Tra i partecipanti spiccava il generale Canio Giuseppe La Gala, comandante della Legione Carabinieri Campania, che ha sottolineato il valore dell’esempio di covino per l’Arma. L’evento ha incluso la partecipazione della pronipote di covino, Federica Mazzone, che ha contribuito a mantenere vivo il legame familiare con la figura del carabiniere.
Durante la cerimonia è stato letto un messaggio del ministro della Difesa Guido Crosetto, in cui si evidenziava il valore della memoria storica nel mantenere vivi i sacrifici fatti durante momenti storici difficili come la seconda guerra mondiale. Il ruolo di giuseppe covino, che con il suo sacrificio ha impedito la distruzione di un sito strategico come il palazzo dei telefoni di napoli, rappresenta una testimonianza importante per la difesa della patria e la tutela del patrimonio nazionale.
Questa iniziativa si inserisce in un percorso più ampio in tutta Italia, dove luoghi e istituzioni riconoscono i protagonisti del passato che hanno contribuito a salvare e difendere territori e comunità, in particolare in regioni come la campania, che hanno vissuto duramente gli eventi bellici. Riconoscere questi nomi aiuta a consolidare una memoria collettiva concreta e a trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza del prezzo pagato per la libertà.
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