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La cessione della discarica di cerreto della mad scuote la politica e la zona di roccasecca

La notizia della possibile vendita della discarica di Cerreto della Mad, nell’ambito della provincia di Frosinone, ha attirato l’attenzione dei politici locali e regionali. Tra chi ironizza e chi lancia allarmi, il nodo resta la gestione di un territorio già segnato da problemi ambientali e giudiziari. Il passaggio della proprietà all’imprenditore ciociaro Rosettano Navarra, prevista per ottobre, rischia di far emergere nuove tensioni in un contesto già complesso, tra firme in tribunali, contestazioni e la necessità di garantire un corretto smaltimento rifiuti sul territorio laziale.

La politica reagisce tra ironia e preoccupazione sulla vicenda di cerreto della mad

Nicola Ottaviani, deputato leghista, non manca di commentare con ironia la situazione, parlando di “scherzo di pessimo gusto” e ipotizzando un possibile “colpo di sole” dentro il centrodestra regionale. Questo atteggiamento è in netto contrasto con l’opinione del sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco, che punta invece l’attenzione sulla distanza fra percezione e realtà: molti già sanno come finirà la vicenda, ma non tengono conto dei fatti concreti. La deputata del Movimento 5 Stelle, Ilaria Fontana, ha alzato la voce chiedendo se il ministro Pichetto Fratin sia informato della situazione e se il Governo sia pronto a usare le prerogative legali per evitare un danno ulteriore a una zona già martoriata. Insomma, più di qualche esponente politico cerca di anticipare problemi e criticità. Questa incertezza sembra rivelare che gli effetti della cessione appariranno chiari e pesanti molto presto.

Nel corso di questo scambio di opinioni, la questione sembra scivolare dal piano politico a quello concreto, legato all’impatto ambientale e sociale che la discarica potrebbe nuovamente avere. Chi si occupa della gestione pubblica ha davanti una responsabilità pesante: quello che si muove nel segreto degli uffici potrebbe influenzare molto la vita di migliaia di persone.

L’impianto mad e la cessione a rossetano navarra: un passaggio in vista a ottobre

Valter Lozza, noto imprenditore già coinvolto in scandali per corruzione legati alla gestione dei rifiuti, ha avviato la cessione della discarica alla società di Rosettano Navarra, imprenditore locale della Ciociaria. La Mad, sotto la cui gestione sono emerse condanne , sta per consegnare formalmente la proprietà, salvo sorprese, nel prossimo autunno davanti a un notaio.

L’operazione si è sviluppata dopo che Lozza ha conferito l’incarico alla società Kpmg Advisory, con sede legale nei Paesi Bassi e specializzata in cessioni e acquisizioni. Kpmg ha svolto un lavoro di selezione tra varie offerte, mettendo sul tavolo nomi importanti come Acea Ambiente, Hera, A2A, EcoEridania, Iren. Il soggetto scelto è stato Navarro, che ha offerto una proposta più vantaggiosa economicamente e pare meno preoccupata dalle questioni giudiziarie pendenti. Le attività preliminari di “due diligence”, cioè quelle indagini su documenti, bilanci e situazione del personale, sono ancora in corso sotto la regia di Kpmg.

Dietro queste trattative non ci sono solo aspetti finanziari: si tratta di cercare una strada per far funzionare un impianto che da anni divide la comunità locale e che dovrebbe servire a smaltire rifiuti di Frosinone. Sul tavolo pendono incognite importanti, visto che le contestazioni giudiziarie e amministrative sul sito sono tutt’altro che chiuse.

La situazione degli impianti per rifiuti nel lazio: crisi e autorizzazioni

Lo scenario regionale aiuta a capire le ragioni di queste mosse: la discarica di Viterbo, finora unico sito laziale attivo, è quasi esaurita. A Latina è arrivato il via libera all’impianto Aprilia Ambiente, gestito dall’imprenditore Fabio Altissimi. A Roma si pensa a un inceneritore moderno, capace di bruciare i rifiuti indifferenziati senza bisogno di depositarli in discarica. Nel frattempo, Ama ha organizzato una gara triennale per conferire i rifiuti solidi urbani fuori dal territorio della capitale, selezionando operatori anche europei da Austria e Olanda.

Alla luce di questi dati, la struttura di Cerreto sembra destinata a rimanere di servizio primario per la sola provincia di Frosinone. Non è escluso, comunque, che nel Lazio siano ancora conferiti rifiuti di Roma o di altre province in impianti extra Ato: si tratta di situazioni eccezionali, legate a carenze temporanee di posti idonei, autorizzate tramite ordinanze urgenti.

Questo quadro dimostra che la questione non è un mero scontro politico, ma una risposta a esigenze materiali di gestione dei rifiuti in un territorio che fatica a garantirne lo smaltimento adeguato.

Il contenzioso sull’autorizzazione al quinto bacino e le preoccupazioni di roccasecca

Dopo aver esaurito quattro bacini, Lozza aveva ottenuto via libera per aprire un quinto sito, ma la sua volontà di bloccare i lavori ha fermato l’avvio. Nonostante tutto, l’autorizzazione al quinto bacino resta valida e azioni di movimento terra sono già cominciate. Questo ha acceso l’allarme fra la popolazione, stanca di decenni di battaglie contro la discarica e l’inquinamento. Il sindaco Sacco ha mandato agenti della polizia locale e tecnici comunali direttamente sul posto per ottenere chiarimenti, senza però riuscire a ottenere risposte soddisfacenti.

Il travagliato percorso amministrativo rischia ora di complicarsi ulteriormente. L’autorizzazione che permette l’esercizio del quinto bacino è stata firmata da Flaminia Tosini, proprio la funzionaria condannata in primo grado per corruzione. Questo solleva un nodo giuridico importante: la validità dell’atto potrebbe essere messa in discussione, essendo la sua legittimità legata a eventuali rapporti personali fra funzionari, che in certi casi comportano l’astensione dal procedimento.

Per il Comune di Roccasecca l’autorizzazione è già oggetto di ricorso davanti al Tar Lazio e la richiesta di revoca in autotutela è ferma in Regione, in attesa della sentenza di secondo grado. Inoltre il tribunale di Cassino deve ancora decidere su un contenzioso civile che coinvolge una parte del terreno, dove si troverebbe una strada comunale mai passata in proprietà privata.

C’è infine una ordinanza della provincia di Frosinone del 2021 che obbliga alla bonifica di alcune aree già piene e contestate della discarica. Tutti questi elementi contribuiscono a tenere in equilibrio precario la ripresa dell’attività a Cerreto.

La gestione della discarica di Cerreto della Mad rivela un intreccio fitto tra interessi economici, questioni legali e tensioni sociali. Anche se l’operazione di vendita pare ormai avviata, gli ostacoli e i punti interrogativi restano numerosi. Nel cuore della Ciociaria la battaglia sullo smaltimento dei rifiuti continua senza sosta, con molti occhi puntati sulla Regione Lazio e sulle decisioni che saranno prese nelle prossime settimane.

Monica Ghilocci

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Monica Ghilocci

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