L’abbattimento dello scheletro dell’ex Icos a Latina apre un capitolo cruciale per la città. Un simbolo di degrado e abbandono, da anni visibile nel cuore urbano, ha finalmente ceduto il passo a un intervento volto a trasformare quell’area in uno spazio funzionale e sociale. L’azione segna l’avvio di un progetto finanziato dal programma nazionale sul miglioramento dell’abitare, con l’obiettivo di ridisegnare il volto di un quartiere e offrirgli nuove opportunità abitative e sociali.
Lo stato di abbandono e l’impatto sull’immagine della città
Per molti anni la struttura dell’ex Icos è rimasta abbandonata, trasformandosi in un emblema negativo per Latina. La presenza di un edificio in rovina ha pesato sull’immagine urbana, danneggiando la percezione pubblica del centro cittadino. Quel degrado silenzioso ha saltato agli occhi di residenti e visitatori, diventando un simbolo di incuria e disattenzione.
Dietro le quinte però, diversi enti e istituzioni hanno lavorato su più fronti per affrontare quella situazione. Nonostante la mole del problema, è stata avviata una concertazione tra vari soggetti pubblici con l’obiettivo di recuperare quell’area. Questo processo, lungo e complesso, si è realizzato grazie a una serie di incontri, proposte e accordi che hanno avuto come scopo comune la rigenerazione e il riscatto dell’area.
La demolizione segna la fine di questa fase di attesa e di immobilismo, restituendo alla comunità la speranza di un nuovo sviluppo, radicato su un progetto chiaro e finanziato.
Il progetto “a gonfie vele”: un modello di edilizia residenziale e sociale
L’intervento che prende il via con questa demolizione si chiama “A Gonfie vele, in direzione ostinata e contraria”. Inserito nella misura 5 del PNRR, rientra nel Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare. Questo piano vuole traghettare l’area verso una nuova dimensione abitativa che non si limiti alle sole case, ma che abbracci anche spazi per le funzioni sociali e i servizi pubblici.
Il progetto prevede, infatti, la realizzazione di un complesso multifunzionale. Al suo interno saranno ospitati alloggi di social housing, pensati per gruppi vulnerabili o categorie con bisogno di supporto abitativo. Questi alloggi saranno affiancati da strutture come biblioteche, centri per anziani, asili nido, e altri servizi rivolti alla comunità.
Non solo spazi sociali, ma anche funzioni amministrative. Nel complesso troveranno sede uffici della Azienda Sanitaria Locale di Latina e della nuova Questura di Polizia, garantendo una presenza diretta dello Stato in un’area che finora era stata trascurata.
Questa integrazione di residenze, servizi sociali e amministrativi crea un modello complesso di edilizia residenziale dal quale la città può ricavare un nuovo punto di riferimento urbano e sociale.
La collaborazione istituzionale e il contributo degli attori locali
Il risultato di questo primo importante passo sul fronte della rigenerazione è stato possibile grazie a una collaborazione intensa fra diversi soggetti. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, ha svolto un ruolo guida nell’avviare e sostenere il progetto. Insieme a lei, gli assessori Carnevale e Muzio hanno seguito da vicino le fasi operative e progettuali.
Un contributo significativo è arrivato dal Commissario Ater Latina, Enrico Della Pietà, e il direttore Massimo Monacelli, che hanno operato per rendere concreti gli obiettivi abitativi. A questi si aggiunge l’apporto dell’onorevole Miele e dell’assessore Tesone, attivi nel sostegno politico e istituzionale del programma.
La commissione urbanistica, filo diretto con le istanze locali, ha assicurato il coordinamento attraverso il presidente Belvisi, mentre i consiglieri Valletta, Cochi e Censi hanno partecipato con impegno alle fasi di verifica e accompagnamento del progetto.
È un caso in cui la sinergia fra politica, enti pubblici e amministratori si è tradotta in un avanzamento concreto di una situazione problematica che da anni comprometteva un pezzo di centro cittadino.
Il futuro del quartiere e le potenzialità di rigenerazione urbana
Con la rimozione definitiva delle strutture fatiscenti dell’ex Icos, si apre una prospettiva nuova per l’area. La rigenerazione non sarà solo fisica, ma anche sociale ed economica. Le nuove abitazioni porranno le basi per una comunità più inclusiva. Gli spazi per anziani, bambini e cittadini permetteranno una qualità della vita diversa rispetto a quella vissuta fino a poco tempo fa.
La presenza di uffici pubblici darà forza a tutto il quartiere, arricchendo l’offerta di servizi e garantendo un presidio costante e diretto dello Stato. Una presenza che si farà sentire nella quotidianità, nella sicurezza e nell’accesso a strutture fondamentali.
Questo progetto testimonia che aree urbane da tempo trascurate possono trasformarsi in poli di nuova vitalità. Il percorso non termina con la demolizione ma si apre a una fase di costruzione che modificherà le relazioni, il lavoro e la vita sociale degli abitanti. I tempi, sotto la guida degli enti e istituzioni locali, si annunciano serrati per realizzare quanto previsto da questo intervento.
Lo strappo con il passato sarà netto. Ora Latina si prepara a rivedere il suo spazio urbano sotto un nuovo sguardo, fatto di cura, funzioni pubbliche e attenzione al sociale.