La città di napoli ha ospitato una delegazione di bambini saharawi provenienti dai campi profughi del fronte polisario, nell’ambito di un progetto di solidarietà che si rinnova da oltre venticinque anni. L’iniziativa, che mette al centro il dialogo e l’inclusione, è stata celebrata in via verdi alla presenza di rappresentanti istituzionali e associazioni locali impegnate per i diritti dell’infanzia.
La visita ufficiale nella sala consiliare di napoli con la presidente del consiglio comunale
La mattina del 3 giugno, nella sala consiliare di via verdi, la presidente del consiglio comunale di napoli, enza amato, ha dato il benvenuto a undici bambini saharawi, ospiti della città per due settimane. Questi giovani provenienti dai campi profughi collegati al fronte polisario, sono stati accompagnati da francesca doria, presidente dell’associazione tiris, l’organizzazione che da anni cura il progetto di accoglienza.
Durante l’accoglienza, amato ha definito i bambini “piccoli ambasciatori di pace”, riconoscendo il loro ruolo nel trasmettere messaggi di speranza e fratellanza, semplicemente con la loro presenza. Il gesto simboleggia il continuo impegno di napoli verso la solidarietà internazionale, un tratto che la città conserva sin dal 1998, anno di avvio del progetto. La presidente ha anche ringraziato doria e i volontari, sottolineando il valore umano e culturale dell’iniziativa.
Il ruolo delle istituzioni locali tra accoglienza e diritti dell’infanzia
All’incontro hanno preso parte anche maura striano, assessora all’istruzione, e antonio de iesu, assessore alla legalità. Entrambi hanno rimarcato l’importanza di sostenere progetti che guardano alla pace, con particolare attenzione all’infanzia e agli scambi culturali.
Striano ha evidenziato che i bambini non si trovano qui solo come ospiti, ma come portatori di un messaggio che va oltre ogni confine. Ha invitato a ricordare il valore di “costruire ponti, non muri”, una metafora che richiama la necessità di una società aperta e inclusiva. L’assessore alla legalità de iesu ha sottolineato come iniziative simili possano rendere la comunità più consapevole e pronta ad accogliere realtà diverse.
napoli si presenta così come un esempio nel sud italia per la capacità di intrecciare solidarietà e azioni civiche, mantenendo un dialogo aperto verso tematiche globali.
Attività culturali e ricreative per i bambini durante il soggiorno a napoli
Il soggiorno dei bambini saharawi durerà circa due settimane, durante le quali saranno inseriti in diverse attività pensate per offrire esperienze sportive, culturali e sociali. Impareranno a conoscere la città attraverso visite al museo di capodimonte, all’acquario di napoli e al quartiere di san giovanni a teduccio.
In questo ultimo luogo, i piccoli ospiti parteciperanno al campo estivo organizzato dall’istituto comprensivo scialoja cortese rodinò, un’occasione per vivere momenti di apprendimento e svago con i coetanei locali. Sono previste anche giornate in piscina e attività sportive presso il dojo kodokan, un ambiente dove sono promosse discipline come il judo, utili per sviluppare disciplina e socialità.
Questi programmi contribuiscono a rafforzare legami e a migliorare la conoscenza tra culture diverse, aiutando i bambini a trovare spazi di libertà e confronto.
Lo scambio simbolico di doni e il messaggio di pace ribadito dagli organizzatori
Al termine della cerimonia inaugurale, la presidente enza amato ha consegnato a ciascun bambino una medaglia commemorativa, un gesto che vuole far sentire i piccoli ospiti parte integrante della comunità napoletana. In cambio, i bambini hanno regalato ai presenti braccialetti con la bandiera saharawi e piccoli quadretti realizzati a mano, simboli preziosi di riconoscenza e amicizia.
Questo scambio, semplice ma carico di significati, ha sottolineato come l’incontro tra culture possa diventare terreno fertile per la pace. Amato ha ricordato che proprio “dalle piccole mani dell’infanzia” può nascere pace e dialogo. napoli, città legata al mare e ai popoli del mediterraneo, continuerà a mantenere aperta la porta sul mondo, offrendo accoglienza e sostegno concreto.
L’iniziativa assume così una valenza internazionale, capace di ribadire l’importanza dei contatti umani e il valore della solidarietà nelle grandi sfide contemporanee.