Il reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale San Paolo di Napoli ha adottato una tecnologia avanzata per il trattamento dell’ipoacusia trasmissiva, mista e della sordità monolaterale. Questo nuovo approccio prevede l’impianto del sistema Osia, un dispositivo innovativo che promette di migliorare sensibilmente la qualità uditiva rispetto alle soluzioni precedenti. L’intervento, effettuato in regime di day surgery, rappresenta un importante sviluppo per la sanità della regione Campania.
Per anni nella struttura sono stati utilizzati impianti Baha, dispositivi a conduzione ossea passiva. Questi sistemi, applicati da diversi anni, hanno consentito ai pazienti di recuperare un certo grado di udito, tuttavia la qualità del suono percepito non sempre soddisfaceva le esigenze, specie nelle frequenze alte o in ambienti rumorosi. I Baha funzionano per conduzione ossea trasmettendo le vibrazioni sonore tramite un impianto fisso, ma la pelle provoca una perdita di segnale che si traduce in una resa sonora meno nitida.
L’introduzione del sistema Osia cambia profondamente questo schema. Si tratta di un dispositivo attivo, che include un trasduttore piezoelettrico posizionato sotto la pelle, capace di generare vibrazioni direttamente nell’osso senza la mediazione della cute. Questa soluzione elimina le attenuazioni tipiche delle tecnologie passive e migliora la chiarezza e la precisione del suono, permettendo ai pazienti di percepire meglio anche i dettagli più sottili e le frequenze più alte, cruciali per il linguaggio e la musica.
Il cuore dell’innovazione del sistema Osia sta nel trasduttore piezoelettrico impiantato, in grado di produrre vibrazioni più potenti e fedeli. Questa tecnologia attiva offre prestazioni superiori anche in soggetti con ipoacusia medio-grave, un risultato non garantito dalle soluzioni precedenti. Il segnale uditivo mantiene maggiore fedeltà, mentre la batteria esterna, usa e getta, può essere sostituita senza necessità di ulteriori interventi chirurgici.
Un ulteriore beneficio riguarda la sicurezza: nessun componente attraversa la pelle, quindi si riducono drasticamente rischi di infezioni o irritazioni. Il processore esterno, sottile e applicato magneticamente dietro l’orecchio, è compatibile con smartphone e dispositivi Bluetooth, migliorando la gestione quotidiana dell’udito. Queste caratteristiche rendono il sistema particolarmente adatto a pazienti che non possono usare protesi tradizionali per motivi medici, come infezioni croniche, malformazioni o atresia del condotto uditivo.
Gli interventi per l’impianto del sistema Osia sono stati eseguiti in regime di day surgery, con un impatto relativamente contenuto per i pazienti. Dopo l’operazione, è stato immediatamente attivato il processore esterno collegato al dispositivo interno, con programmi personalizzati calibrati su misure audiometriche. Un’équipe di audiologi specializzati ha seguito la regolazione e l’adattamento, assicurando una risposta uditiva ottimale e adattata alle esigenze individuali.
Questa fase di tuning è fondamentale: permette al paziente di abituarsi gradualmente al nuovo suono e di ottenere la migliore qualità possibile in ogni situazione. L’equipe ha monitorato ogni passaggio, fornendo assistenza e modifiche necessarie nelle settimane successive, garantendo un percorso di recupero efficace e completo.
Secondo il direttore Giuseppe Panetti, il sistema Osia rappresenta un passo importante per la sanità campana, collocando l’ospedale San Paolo tra le istituzioni impegnate nell’adozione delle più recenti tecnologie. Il sostegno della direzione strategica della ASL Napoli 1 Centro è stato decisivo per realizzare questo risultato. Il sistema non solo migliora l’udito, ma contribuisce a migliorare la qualità della vita di chi soffre di difficoltà uditive, un bisogno spesso sottovalutato.
Questa tecnologia si rivolge a chi non può usare le protesi convenzionali e necessita di una soluzione più discreta, moderna e funzionale. Oltre a offrire un migliore recupero uditivo, apre alla possibilità di connettere il dispositivo a smartphone e accessori wireless, adattandosi anche alle esigenze delle persone più giovani. Un progresso che fotografa la volontà di ampliare l’accesso a cure specialistiche anche nel sud Italia, dove spesso l’innovazione arriva con ritardo.
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