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Revocato il sequestro della rotfer ecologia nell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti a borgo san michele

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Il tribunale ha disposto la revoca del sequestro dell’azienda Rotfer Ecologia, coinvolta nell’inchiesta che ha acceso i riflettori sul traffico illecito di rifiuti a Borgo San Michele, frazione di Latina. La decisione è arrivata a seguito delle richieste presentate dalle difese e segna un nuovo capitolo per questa vicenda che riguarda decine di indagati su scala nazionale. L’inchiesta aveva già mosso importanti azioni investigative, ma ora l’azienda torna a essere operativa, almeno formalmente.

Alcune tappe delle indagini e la misura del sequestro su rotfer ecologia

La vertenza giudiziaria parte da un’attività investigativa svolta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale dei Carabinieri del Gruppo Forestale di Latina. Questi controlli, svolti tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, hanno portato a misure restrittive in relazione all’attività della Rotfer Ecologia, azienda che si occupa di raccolta e trattamento di rifiuti speciali. Il nucleo delle accuse riguarda la gestione non autorizzata di rifiuti, violazioni amministrative e un coinvolgimento in presunti traffici illeciti.

Il sequestro preventivo e il ruolo strategico di borgo san michele

Fra le azioni più rilevanti c’è stato il sequestro preventivo della società, un provvedimento finalizzato al blocco delle attività per evitare ulteriori danni ambientali o manovre fraudolente. L’azienda si trova lungo la Migliara 45 a Borgo San Michele, un punto strategico nelle indagini. L’obiettivo delle forze dell’ordine era accertare come venivano smaltiti rifiuti speciali e se la posizione normativa fosse stata rispettata.

Questo provvedimento aveva creato un fermo nell’operatività aziendale e l’amministratore giudiziale era stato chiamato a gestire la Rotfer in via temporanea. Le indagini hanno coinvolto numerose persone, almeno 73 secondo i primi atti, tutte indagate a piede libero e legate a vario titolo ai reati contestati. Le accuse comprendono associazione organizzata per lo smaltimento illecito, inadempienze burocratiche su registri e formulari, e anche sospetti di riciclaggio.

Dettagli sulla revoca del sequestro e le motivazioni del pm carlo villani

Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, Carlo Villani, ha deciso di revocare il sequestro della Rotfer Ecologia dopo aver esaminato le richieste delle difese impegnate nella causa. Gli avvocati Mario Pellegrino e Massimo Frisetti avevano presentato istanze per annullare sia il sequestro dell’azienda che la nomina dell’amministratore giudiziale, ritenendo ci fossero irregolarità procedurali e carenze nel corso delle indagini.

La mancanza di interrogatorio preventivo degli indagati

Una delle ragioni decisive per questa scelta riguarda il mancato interrogatorio preventivo degli indagati, elemento che aveva inficiato la validità delle misure restrittive. Il giudice per le indagini preliminari, Tamara De Amicis, aveva già disposto la restituzione della libertà a quattro persone arrestate tra Latina e provincia di Roma, proprio perché non era stato fatto questo passaggio previsto dalla legge.

L’epilogo di questa fase segna quindi un forte ridimensionamento delle conseguenze giudiziarie immediate per Rotfer Ecologia e i suoi rappresentanti. La revoca dell’amministratore giudiziale consente all’azienda di tornare a gestire direttamente la propria attività, anche se le accuse rimangono in piedi e proseguiranno gli accertamenti.

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Reati contestati e estensione geografica delle indagini

Le contestazioni mosse dagli investigatori toccano vari aspetti della gestione dei rifiuti, e coinvolgono non solo la sede di Borgo San Michele ma anche altre realtà territoriali. Il gruppo Rotfer, controllato da Gianni Altobelli, ha visto sotto la lente le due società satelliti utilizzate per il trasporto di rifiuti su strada, con decine di camion indagati.

Le accuse principali e le attività illecite accertate

Ai reati di associazione per traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata e mancata tenuta dei registri si aggiungono accuse relative al riciclaggio. Nel corso delle perquisizioni e sequestri gli inquirenti hanno trovato elementi legati a documentazioni false o incomplete.

Le indagini hanno rivelato un sistema complesso, con collegamenti estesi fino alla provincia di Salerno. Qui una ditta riceveva grandi carichi di batterie provenienti da Borgo San Michele. Questo flusso avveniva tramite una società con sede ad Ardea, incaricata del trasporto di rifiuti speciali. L’elemento fa emergere un giro ampio di smaltimento che abbraccia più regioni e coinvolge un’importante rete di soggetti.

Gli atti processuali dimostrano come i movimenti di materiale possano superare i confini regionali, complicando il lavoro di controllo e obbligando la procura a una cooperazione estesa tra forze dell’ordine. La situazione resta comunque sotto particolare attenzione, in vista di possibili nuovi sviluppi.

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