Il parco archeologico di Ascea-Velia ospita, dal 4 al 6 luglio 2025, il Salerno Danza Festival. Tre giornate dedicate alla danza contemporanea con spettacoli capaci di mettere in dialogo la fisicità del corpo con la riflessione sociale. Il festival, organizzato dal CDTM, propone sei spettacoli firmati da compagnie italiane e internazionali, trasformando lo scenario antico in uno spazio di espressione artistica e confronto.
La rassegna si apre venerdì 4 luglio con la compagnia Asmed – Balletto di Sardegna. Fondata nel 1982, la formazione rappresenta un punto fermo per la danza d’autore in Italia e oltre. Per questa occasione, Asmed porta in scena “Latte+”, un lavoro ispirato liberamente a Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. Il racconto si concentra su un bicchiere di latte, simbolo di innocenza e purezza che nasconde tensioni violente e identitarie.
La performance sviluppa una forte carica emotiva, quasi un “grido bianco” che intende scuotere lo spettatore rispetto a una brutalità quotidiana spesso accettata senza consapevolezza. Coreografia e movimento si fanno specchio delle fragilità e delle aggressività interiorizzate, creando un’atmosfera carica di inquietudine. L’abilità dei danzatori nel tradurre sensazioni ambigue in linguaggio corporeo coinvolge profondamente chi guarda, invitando a riflettere su come la violenza si annidi nei gesti apparentemente innocui.
La scelta del parco archeologico di Velia come luogo per questa performance aggiunge un livello di significato ulteriore, legando passato e presente in un dialogo fatto di corpi e memoria. Il contrasto tra il sito storico e l’energia contemporanea dello spettacolo accentua la percezione del lavoro, trasformando il contesto in un vero laboratorio di emozioni.
Sabato 5 luglio è il turno della MM Contemporary Dance Company, realtà nata nel 1999 a Reggio Emilia e guidata da Michele Merola. La compagnia presenta due lavori complementari, entrambi concepiti per dialogare con gli spazi non convenzionali del parco archeologico.
“Short Stories” è un trittico di coreografie brevi, eseguite con musica live di Natalia Abbascià. Nel corso della performance, i danzatori animano l’area di Velia con assoli, duetti e orchestrazioni corali. I movimenti si adattano all’ambiente, creando un legame stretto tra corpo e scenario, e trasformando ogni passo in una narrazione che sfrutta suoni e silenzi per raccontare piccoli frammenti di vita. La relazione con il paesaggio archeologico rende la rappresentazione viva e immediata.
Il secondo lavoro, “Elegia”, firmato da Enrico Morelli, propone una riflessione sulla memoria e la rinascita. Otto interpreti si muovono in una coreografia ricca di contrasti e sfumature, accompagnati dalle melodie malinconiche di Chopin e Villarosa, e dalle poesie di Mariangela Gualtieri. Questi elementi si mescolano per evocare una dimensione intima di cura e speranza, in cui la fragilità umana diventa punto di partenza per una possibile ripartenza. Ogni gesto si carica di significato, restituendo una visione profonda di solidarietà e sostegno reciproco.
Il valore delle due opere risiede anche nella capacità di valorizzare un territorio come Velia, dando respiro al festival e ai suoi spettatori attraverso movimenti pensati per la specificità degli spazi.
La giornata conclusiva del festival, domenica 6 luglio, mette al centro due visioni del Boléro di Ravel, interpretate da compagnie diverse e con stili radicalmente differenti. Questo capolavoro musicale viene declinato in modo originale, intrecciando coreografie a tematiche sociali e personali.
S’Ala Production, collettivo fondato da Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, presenta “How to_just another Boléro”. Questo duetto si svolge nello spazio ristretto di un tappeto, ponendo in evidenza il gioco tra i due performer. Movimenti di cooperazione, intimità e tensione si alternano, generando una narrazione ironica ma anche drammatica. Lo spettacolo mette a fuoco la complessità dei rapporti umani attraverso un linguaggio fatto di dettagli e piccoli gesti, evidenziando come il contatto fisico possa raccontare storie di potere e vulnerabilità.
In chiusura, JC Movement Production, compagnia lussemburghese diretta da Jill Crovisier, presenta due letture del Boléro: “ICream – Boléro Femme” e “Boléro”. Il primo affronta il femminile, esplorando le tensioni interne con uno sguardo personale e corposo. L’altro si concentra sulla solitudine maschile, tracciando un percorso tra disordine e ricerca di equilibrio. Entrambi i lavori utilizzano i pattini a rotelle come elemento simbolico, suggerendo il movimento continuo della vita e l’instabilità del presente. Lo spettacolo unisce danza, teatro e riflessione sociale, ampliando il senso del Boléro in chiave contemporanea.
Il richiamo al parco archeologico arricchisce l’esperienza, mettendo in relazione antichità e contemporaneità, memoria e sperimentazione artistica.
Tre giorni di danza caratterizzati da un forte legame con i luoghi, capaci di restituire al pubblico un’esperienza intensa e variegata. Il Salerno Danza Festival nel parco di Ascea-Velia conferma il suo ruolo di spazio dove contaminazioni artistiche e temi di attualità trovano un terreno fertile. Con proposte diverse, dalla Sardegna al Lussemburgo, la rassegna offre nuove occasioni per leggere la danza come strumento di racconto sociale e individuale in un contesto carico di suggestioni storiche.
Il turismo sportivo continua a prendere sempre più piede in Italia, spingendo molti appassionati a…
L’annuncio della Lazio di sospendere la conferenza stampa di presentazione di Maurizio Sarri ha sollevato…
La prima giornata di gare valide per la Pool A di qualificazione agli Europei Under…
Sabato 12 luglio, nel cortile della Biblioteca Elio Filippo Accrocca di Cori, si terrà un…
La comunità di pontinia, terracina e sabaudia si prepara a dare l’ultimo saluto a mara…
La casa produttrice Mattel ha lanciato una nuova Barbie che rappresenta una bambola con diabete…