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Tavolo agricolo del Lazio affronta l’emergenza blu tongue con nuove misure urgenti per gli allevatori ovicaprini

La Regione Lazio ha convocato un incontro con le principali associazioni agricole nella sede regionale per discutere l’allarme legato alla diffusione della Blu Tongue, malattia che sta colpendo duramente gli allevamenti ovicaprini. L’assessore all’Agricoltura e al Bilancio, Giancarlo Righini, ha presentato una serie di interventi immediati per sostenere il settore e contenere gli effetti del contagio. Le soluzioni prevedono aiuti economici, semplificazioni operative e iniziative per favorire la ripresa delle attività danneggiate.

Confronto fra associazioni e regione lazio sulla diffusione della blu tongue

Nella sede della Regione Lazio si è riunito il tavolo delle rappresentanze agricole, con la partecipazione dell’assessore Giancarlo Righini e i portavoce delle associazioni che rappresentano gli allevatori locali. Al centro della discussione la gravità della situazione causata dalla Blu Tongue, una malattia virale che colpisce gli ovini e provoca gravi danni economici agli allevamenti. I rappresentanti delle associazioni hanno esposto le difficoltà incontrate negli ultimi mesi, soprattutto in merito alla gestione degli animali malati e al proliferare dei casi non denunciati.

La regione risponde alle sollecitazioni del territorio

La Regione ha raccolto le sollecitazioni dal territorio, cercando di definire sin da subito un piano che potesse aiutare concretamente i produttori colpiti. La necessità è quella di intervenire con urgenza per evitare un peggioramento e sostenere chi rischia di subire perdite crescenti nel settore ovicaprino, importante anche per l’economia regionale. Nel corso del confronto si è parlato anche degli impedimenti burocratici che rallentano alcune operazioni di smaltimento, creando costi aggiuntivi non sostenibili per gli allevatori.

Proposte di sostegno economico e semplificazioni per smaltire le carcasse ovine

Tra le misure proposte dall’assessore Righini, la prima riguarda l’attivazione di aiuti a favore degli allevatori, gestiti secondo il regime de minimis, che possano compensare i danni causati dalla malattia. Significa che chi ha subito perdite potrà accedere a indennizzi mirati, evitando il rischio di abbandoni o fallimenti nel comparto. Una parte considerevole delle risorse è rivolta al problema dello smaltimento delle carcasse degli animali morti a causa della Blu Tongue, operazione che finora ha pesato molto sui costi delle aziende.

Semplificazioni per lo smaltimento delle carcasse

Per snellire questa procedura, si sta valutando l’introduzione di una nuova modalità che permetta l’interramento delle carcasse direttamente nei terreni aziendali, limitando così le spese legate al conferimento in discarica o in centri di trattamento. Questo metodo sarà adottato dopo l’accordo con le autorità sanitarie e gli enti locali, seguendo modelli già sperimentati in altre regioni colpite dallo stesso problema. Tale passo, oltre a ridurre l’impatto economico, potrebbe far emergere numerosi casi rimasti finora non segnalati perché gli allevatori tendevano a evitare la denuncia per evitare la complessità dello smaltimento.

Un terzo intervento prevede la possibilità di supportare gli allevamenti acquistando nuove riproduttrici ovicaprine femmine. Questi animali sono fondamentali per recuperare il potenziale produttivo compromesso dalla malattia e ricostruire in tempi più brevi il numero delle greggi colpite. L’obiettivo è rendere disponibili fondi e incentivi per far ripartire l’attività zooculturale senza eccessive difficoltà economiche.

Valutazioni sulla vaccinazione e compartecipazione regionale ai costi

Il tema della vaccinazione contro la Blu Tongue è stato affrontato con attenzione, poiché in questa fase la somministrazione del vaccino segue criteri volontari e i costi sono a carico degli allevatori. A tal proposito, si è esaminata la possibilità di un contributo regionale che copra parte della spesa, sempre utilizzando il regime de minimis per gli aiuti. L’intervento potrebbe prevedere un rimborso parziale per l’acquisto del vaccino, così da favorirne una diffusione più ampia e migliorare la prevenzione.

L’assessore ha sottolineato come questo tipo di azione possa avere effetti positivi non solo immediati, ma anche sul medio termine, limitando nuovi focolai e stabilizzando la situazione sanitaria delle greggi. La partecipazione della Regione al costo della vaccinazione si configura come una strategia per assicurare un controllo più efficace della malattia e tutelare la stabilità del comparto ovicaprino regionale.

Impegno della regione lazio per fronteggiare la crisi e migliorare la tracciabilità dei casi

Giancarlo Righini ha definito l’incontro un momento di confronto utile, frutto del lavoro condotto dalla direzione Agricoltura negli ultimi giorni. Le misure presentate sono pronte per essere messe in campo nel breve periodo, con l’intento di fermare la diffusione della Blu Tongue sul territorio laziale. L’altra finalità importante è portare alla luce il reale numero di casi, spesso sottostimato per le difficoltà di denuncia.

Il punto chiave resta stabilizzare la situazione e avere un quadro chiaro, necessario a coordinare ulteriori azioni di contrasto. Molti allevatori non avevano segnalato le morti degli animali per le complicazioni legate allo smaltimento o per paura di sanzioni, ma le nuove disposizioni puntano a trasformare questo atteggiamento, incentivandoli a collaborare con le autorità sanitarie. Solo con dati certi sarà possibile affrontare con maggiore efficacia l’emergenza e programmare interventi più calibrati.

Con la riunione al tavolo delle rappresentanze agricole, la Regione Lazio mostra una risposta rapida e diretta verso un settore messo a dura prova dalle malattie animali. L’attivazione di indennizzi, la semplificazione delle procedure e il supporto alla vaccinazione costituiscono i nuovi tasselli di una strategia in divenire per proteggere l’allevamento ovicaprino e tutelare la salute pubblica legata alla produzione locale.

Paolo Ludovichi

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