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Un pomeriggio di cricket a cisterna: il prato di via delle province tra giovani e tradizione

Il cricket ha trovato casa nel cuore di cisterna di latina. Un prato periferico, in via delle province, si è animato con partite organizzate da giovani di origine indiana, pakistana e cingalese. Un’occasione per portare uno sport lontano nel tessuto della città, mostrando quanto la quotidianità possa accogliere forme diverse di socialità e cultura. È così che angoli della provincia pontina si trasformano, raccontano nuove storie senza clamore.

Il cricket sbarca a cisterna: un segnale tra sport e comunità

Quel pomeriggio in via delle province, chi passava si è trovato davanti una scena insolita rispetto agli standard della città. Un gruppo di giovani correva sul prato, diviso in due squadre, con in mano non palloni da calcetto ma le mazze di cricket. La mazza non era quella da baseball, ma una versione più larga e piatta, tipica del cricket, sport che in paesi come india, pakistan e sri lanka è molto radicato.

La partita non era improvvisata. Si trattava di un appuntamento, di un momento fisso per questi ragazzi, che così portano una parte delle proprie radici dentro uno spazio urbano spesso considerato marginale. Il cricket ha storicamente trovato casa nei grandi parchi delle metropoli, ma qui la scena cambia. Dopo anni in cui questo sport restava confinato ai poli metropolitani, si assiste a una diffusione nel territorio della provincia pontina, con protagonisti che si ritrovano per giocare, socializzare, rinsaldare legami culturali.

via delle province e il suo prato diventano così non solo un campo sportivo, ma un luogo di incontro e dialogo tra giovani che portano con sé tradizioni lontane. Non è soltanto un passatempo, ma una piccola rivoluzione silenziosa che prende forma lontano dai riflettori.

Una domenica che racconta la nuova cisterna tra lingue, sapori e giochi

La scena del cricket non si limita allo sport. In effetti, quella domenica il prato si riempie di altri elementi di vita. L’aria sembra profumare di spezie, i discorsi si intrecciano tra lingue diverse. È un microcosmo dove culture si esprimono senza forzature, senza voler imporsi ma semplicemente esistere. I giovani giocatori non disturbano, non alzano la voce, giocano con rispetto e sorridono.

Il ritmo lento ma continuo della partita si trasforma in un momento di socialità semplice. Tra un lancio e un colpo, ci si passa la mazza, ci si rincorre, si ride. Alcuni residenti passano, fermandosi incuriositi, chiedono, osservano. Altri preferiscono ignorare e continuare il loro cammino. Di fatto, il prato diventa un palcoscenico dove si scrive una nuova pagina di convivenza quotidiana.

Questa immagine sfata la percezione di un’arrivo invasivo di nuove comunità. Qui, non c’è conflittualità visibile ma un arricchimento discreto. Un segno che la città cambia forma senza rumore. Il cricket infatti, più di tanti discorsi, segna un passaggio nel modo di vivere gli spazi pubblici.

Cisterna tra passato e presente: da calcetto a cricket, un’evoluzione sociale tangibile

Per lungo tempo, cisterna si è identificata con partite di calcetto o incontri sportivi di amici radunati per una serata. Ora, la scena sportiva della città accoglie nuove realtà e nuovi protagonisti. Il prato di via delle province è la prova che queste trasformazioni avvengono, spesso in modo spontaneo e pacifico.

I bambini e i ragazzi di origini straniere riempiono spazi lasciati a margine, li abitano, li fanno propri. Non è semplicemente questione di numeri anagrafici e percentuali di residenti stranieri. Il cambiamento si misura in azioni quotidiane, come un gioco che sembra lontano ma che riporta la città in dialogo con culture molto vive e storiche.

Nuovo mosaico di convivenza a cisterna

Così, la cisterna del 2025 si scopre un mosaico a più colori, dove la multifonia delle voci si traduce anche in giochi e rituali condivisi. Il cricket sul prato è testimonianza di quanto la convivenza passi da gesti concreti, da momenti di inclusione che non richiedono proclami ma si esprimono nel tempo e nello spazio comune della città.

Clarissa Abile

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