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Condannato a latina per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della madre anziana

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Un uomo di 62 anni di Latina è stato condannato per maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della madre 84enne. Le aggressioni, proseguite per anni con richieste di denaro e intimidazioni, hanno portato al processo concluso nel 2025 con una sentenza di poco meno di tre anni di carcere. Il procedimento ha messo in luce una situazione di violenza domestica ripetuta e sofferenza prolungata per la vittima. Il caso si inserisce nella cronaca locale come esempio di abusi intra-familiari puniti dalla giustizia.

I dettagli delle violenze e le richieste di soldi

Secondo le accuse, l’uomo sottoponeva la madre a continue richieste di denaro accompagnate da minacce e violenza fisica. Tra le intimidazioni si registrano frasi pesanti come «ti do un cazzotto se non mi dai i soldi», affermazioni che spiegano il clima di paura instaurato in casa. Le violenze si sono manifestate anche in schiaffi e persino in una testata, come accaduto il 23 luglio 2024, momento in cui l’uomo ha colpito la madre al volto stringendole anche il collo. Questi episodi non erano isolati né recenti: la donna aveva denunciato abusi continui iniziati già nel 2018.

L’intervento della polizia è scattato dopo una chiamata di soccorso arrivata dall’abitazione della vittima. Gli agenti della Squadra Volante si sono trovati davanti a una donna ferita, portata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Il referto medico ha evidenziato un trauma facciale e contusioni multiple al collo e al viso, con prognosi di sette giorni. questo episodio è stato il punto di svolta che ha portato l’autorità giudiziaria a procedere contro l’uomo.

Il procedimento giudiziario e la posizione degli inquirenti

La Procura di Latina ha contestato l’aggravante di aver rivolto le violenze proprio contro la madre, con accuse di maltrattamenti e lesioni aggravate. Una delle prove più importanti utilizzate durante il processo è stata la denuncia della donna e l’informativa degli agenti intervenuti sull’episodio di luglio 2024. Gli inquirenti hanno sottolineato come l’imputato avesse instaurato un sistema di maltrattamenti psicologici a cui la madre non poteva sfuggire, provocandole sofferenze, umiliazioni e privazioni incompatibili con la normale vita familiare.

Un clima di terrore continuo

Le indagini hanno evidenziato un clima di terrore continuo in cui la donna viveva un «totale stato di soggezione psicologica», parole usate negli atti per descrivere la situazione in casa. L’accusa è stata supportata da testimonianze e prove raccolte, culminando con la richiesta da parte del pubblico ministero Giuseppe Bontempo di una condanna a tre anni di reclusione. La difesa dell’uomo, assistita dall’avvocato Massimo Frisetti, ha optato per il rito abbreviato, ottenendo uno sconto di pena di un terzo rispetto alla richiesta originaria.

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Le fasi del processo e la sentenza finale

Il procedimento giudiziario ha preso avvio in tempi rapidi dopo che il pubblico ministero Giorgia Orlando, titolare dell’inchiesta, ha presentato al gip di Latina Giuseppe Cario la richiesta di giudizio immediato. Il giudice ha accolto la richiesta, fissando il processo davanti al Collegio Penale per il 25 gennaio 2025. Questo percorso ha consentito di giungere in tempi stretti alla decisione conclusiva.

La sentenza del giudice

Ieri, dopo la camera di consiglio, il giudice Mara Mattioli ha letto la sentenza in cui l’uomo è stato riconosciuto colpevole. La condanna è stata fissata a due anni e otto mesi di reclusione, inferiore alla pena chiesta dal pm ma comunque significativa rispetto alla gravità dei fatti. Il rito abbreviato scelto dall’imputato ha permesso una riduzione della pena, confermando tuttavia la natura delle imputazioni.

Non appena le motivazioni saranno depositate, la difesa ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. Resta da vedere se il tribunale superiore confermerà questa condanna o rivedrà la decisione. Intanto questo caso si aggiunge alle storie di violenza domestica emerse nel territorio di Latina, dimostrando come il sistema giudiziario intervenga anche in situazioni complesse di abuso familiare.

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