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il mare di nisida liberato da oltre 50 corpi morti rimossi in un’operazione della guardia costiera

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Un intervento durato quasi un mese ha rimosso decine di corpi morti illegali nel mare antistante nisida, liberando una vasta porzione di area demaniale. L’operazione, partita il 24 giugno 2025 e conclusa in tarda serata ieri, ha coinvolto la guardia costiera e l’adsp del mar tirreno centrale. Si tratta di un passo importante per restituire alla collettività uno spazio marino prima occupato abusivamente da blocchi di cemento e massi usati per l’ormeggio di imbarcazioni.

Come sono stati rimossi i corpi morti nel mare di nisida

I cosiddetti corpi morti sono massi o blocchi di cemento posizionati sul fondale marino, ai quali vengono fissate catene e gavitelli per ormeggiare barche di varie dimensioni. Nel mare di nisida, un’estesa zona demaniale di circa 100mila metri quadrati risultava occupata senza autorizzazioni da oltre 150 corpi morti e relative attrezzature per l’ormeggio.

L’azione di recupero ha permesso di rimuovere più di 50 corpi morti oltre a circa 2.000 metri di cime e catene impiegate per mantenere ancorate le imbarcazioni. Questi si aggiungono a altri 100 elementi simili tolti ad aprile 2024 nel corso di un primo intervento. I corpi morti abusivi limitavano l’accesso all’area costiera e compromettevano l’uso del mare nel tratto prospiciente la spiaggia di nisida, creando problemi anche per la navigazione locale.

Un intervento lungo e coordinato

L’area interessata dall’occupazione abusiva era stata sequestrata nel 2024, dopo indagini delegate dalla procura della repubblica presso il tribunale di napoli. Le verifiche erano state condotte dalla capitaneria di porto con la cooperazione della guardia costiera e della guardia di finanza. Tutti hanno lavorato insieme per monitorare e intervenire su uno spazio marino usato illegalmente per ancorare barche, in aperta violazione delle normative sul demanio marittimo.

Le attività di sequestro hanno rappresentato un punto cruciale per fermare l’occupazione non autorizzata. A quel punto è scattata la fase di rimozione fisica dei corpi morti e degli elementi connessi, che ha richiesto tempo e mezzi specializzati. L’impegno congiunto di diverse forze ha garantito risultati concreti, migliorando la fruibilità pubblica della costa.

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Il coinvolgimento dell’adsp del mar tirreno centrale nella gestione dei materiali

L’autorità di sistema portuale del mar tirreno centrale ha giocato un ruolo fondamentale nel recupero e nello smaltimento dei materiali rimossi. Oltre a coordinare le fasi operative con la guardia costiera, l’adsp si occuperà della corretta gestione dei corpi morti e delle catene, assicurandone lo smaltimento secondo le normative ambientali vigenti.

Questa attività è necessaria per evitare impatti ulteriori sull’ecosistema marino e per garantire che i materiali recuperati non vengano semplicemente abbandonati o ricollocati in modo irregolare. Il lavoro dell’adsp assicura la chiusura del ciclo operativo, dal sequestro alla rimozione fino allo smaltimento.

Un passo importante per la tutela delle coste

La restituzione di questa porzione di mare alla libera navigazione e alla balneazione rappresenta un passo significativo per la salvaguardia delle risorse costiere e la tutela del patrimonio pubblico. Ogni passaggio ha rispettato le disposizioni legali, a tutela di cittadini e ambiente.

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