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In Campania e regioni del Sud cresce il numero di persone con diabete: sfide e tecnologie in campo nel 2025

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Il diabete rappresenta una sfida crescente in Italia, con numeri nettamente in aumento soprattutto in alcune regioni del Sud. Oltre 3,5 milioni di italiani vivono con questa malattia cronica, con variazioni significative tra territorio e gruppi di età. In Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia si stanno cercando soluzioni per migliorare diagnosi, monitoraggio e gestione, con un’attenzione particolare alle innovazioni tecnologiche. Questo articolo approfondisce la situazione attraverso dati ufficiali e dichiarazioni di esperti e operatori sanitari delle diverse regioni.

Diffusione del diabete in italia e in campania: un quadro preoccupante

Secondo l’ISTAT, nel 2022 circa il 5,9% della popolazione italiana convive con il diabete, quindi oltre 3,5 milioni di persone. Il fenomeno cresce con l’età, raggiungendo il 21% tra gli over 75. La malattia colpisce più gli uomini rispetto alle donne . Un dato che spicca è quello della regione Campania, dove la prevalenza si attesta intorno al 7,6% della popolazione, più alta rispetto alla media nazionale che si ferma al 5,8%.

La regione Campania registra anche il tasso di mortalità più elevato per diabete in Italia, con 5,3 decessi diretti ogni 10.000 abitanti. Questo dato emerge da analisi incrociate tra ISTAT e Health City institute. Il diabete qui non è solo una patologia di per sé, ma è anche responsabile di molte complicanze cardiovascolari, spesso fatali, come ha spiegato il medico Tommaso Pellegrino del policlinico Federico II, intervenuto in un convegno sulla gestione della malattia nel Centro-Sud. Pellegrino sottolinea la necessità di monitoraggio continuo dei livelli di glucosio e l’importanza delle nuove tecnologie con dispositivi innovativi capaci di rilevare dati glicemici in tempo reale.

L’innovazione tecnologica per il monitoraggio del diabete in campania

In Campania si sta aggiornando la commissione diabetologica regionale, istituita dalla legge del 2009, con l’obiettivo di definire e aggiornare le linee guida per la gestione del diabete sul territorio. Si sta anche rinnovando la gara regionale per dotare i pazienti dei sistemi di monitoraggio glicemico più recenti, in grado di rispondere alle diverse necessità cliniche.

Il responsabile regionale delle politiche del farmaco Ugo Trama ha precisato che si sta lavorando per una stratificazione dell’uso dei dispositivi, assegnandoli in base alla complessità del paziente. Tali dati, poi, sono inseriti nel fascicolo sanitario elettronico, facilitando il percorso clinico e terapeutico. Questo sistema informatizzato permette ai medici un controllo più puntuale e una migliore prescrizione e gestione degli strumenti per il monitoraggio, aumentando così la qualità dell’assistenza e riducendo le complicanze. Trama evidenzia che investire nella diffusione di queste tecnologie abbassa i costi legati alle ospedalizzazioni o a trattamenti conseguenti a cattivo controllo glicemico.

Disparità nel sud: tra pessima gestione e iniziative per migliorare l’accesso

Al tavolo promosso da Motore Sanità sono emerse notevoli differenze tra le regioni meridionali. Nel Sud, infatti, l’accesso agli strumenti tecnologici per il controllo della glicemia resta disomogeneo. Mentre in alcune regioni, come Sardegna e Sicilia, si registra una più ampia diffusione di questi dispositivi, in altre, come Calabria e Puglia, l’uso di sistemi di monitoraggio è molto basso, meno del 20%.

In Calabria, il sistema sanitario ha criteri restrittivi che ostacolano una presa in carico adeguata del paziente, come ha spiegato Ernesto Esposito, commissario straordinario per la sanità calabrese. La regione ha comunque istituito una rete diabetologica pediatrica per assistere i più giovani e ha varato un registro regionale per indagare andamento e impatti del diabete su diverse fasce della popolazione. Questi strumenti aiutano a pianificare meglio interventi mirati su salute e prevenzione.

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Puglia: iniziative per superare le difficoltà

Puglia sta cercando di superare la frammentazione dei centri prescrittori per rendere più omogeneo l’accesso ai sistemi di monitoraggio. Lucia Parchitelli, presidente della VI commissione regionale, ha detto che si lavora per creare una rete diabetologica riorganizzata e autorizzare nuovi centri, mirando a facilitare l’accesso ai dispositivi e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Sardegna e sicilia: casi di maggiore copertura tecnologica e nuove strategie

La Sardegna spicca per un elevato impegno economico e strutturale. Negli ultimi anni ha investito 13 milioni di euro l’anno per fornire dispositivi a circa 14.000 pazienti, inclusi bambini e adulti. Stefano Piras, direttore del Servizio promozione reti di cura, ha indicato che è in studio una proposta per ampliare la disponibilità di dispositivi e rivedere i criteri di eleggibilità, spostandosi verso una platea più ampia basata anche sulle diverse terapie seguite dai pazienti.

La Sicilia ha allargato l’eleggibilità ai sistemi di rilevazione della glicemia dal luglio 2022. Oggi possono accedere tutti i pazienti in terapia con insulina basale, e sono inclusi anche soggetti con particolari condizioni come gravidanze gestazionali o patologie che aumentano il rischio di ipoglicemie. In via sperimentale, si consente la prescrizione di sistemi di monitoraggio anche per casi sospetti di ipoglicemie non legate al diabete. Un progetto pilota coinvolge poi gli istituti penitenziari della regione, per assicurare un controllo migliore della malattia nei detenuti, evitando crisi acute e ricoveri.

Verso un sistema più equo: le sfide per il sud italia nel 2025

L’Italia deve fare ancora molta strada per garantire equità nell’accesso alle tecnologie del diabete. Il numero di persone in terapia insulinica supera i 700.000, ma meno della metà utilizza sensori di glicemia, con differenze marcate tra regioni. Regioni come Sardegna e Sicilia fanno da esempio, mentre altre soffrono di limitazioni organizzative e criteri molto rigidi.

La gestione della malattia richiede un coordinamento nazionale che affronti le disparità regionali, potenziando formazione e informazione per operatori sanitari e pazienti. L’adozione diffusa di strumenti di monitoraggio permette di prevenire complicanze gravi, alleggerire il carico degli ospedali e migliorare la vita di chi convive con il diabete. I dati raccolti su tutto il territorio sono fondamentali per pianificare interventi mirati e adattare le risposte ai bisogni specifici di ogni regione. Lo sviluppo di reti diabetologiche e programmi di prevenzione rimangono imprescindibili per contenere l’impatto di questa patologia nel futuro prossimo.

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