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Protocollo tra guardia di finanza e agenzia per la cybersicurezza nazionale per rafforzare la sicurezza cibernetica italiana

La guardia di finanza e l’agenzia per la cybersicurezza nazionale hanno dato vita a una partnership formale per consolidare il lavoro comune nella protezione dello spazio digitale italiano. Questo accordo punta a mettere in campo risorse congiunte e a scambiare informazioni sui rischi cyber che colpiscono enti pubblici e imprese private. La mossa arriva in un momento in cui l’Italia deve rispondere a minacce informatiche sempre più articolate.

I termini dell’accordo e gli obiettivi comuni

Il protocollo è stato firmato dal generale Andrea De Gennaro, comandante generale della guardia di finanza, e dal prefetto Bruno Frattasi, direttore generale dell’agenzia per la cybersicurezza nazionale . Entrambe le strutture intendono rafforzare la sicurezza informatica dell’intero paese collaborando in modo continuativo. L’accordo prevede scambi operativi di dati e informazioni sugli incidenti cibernetici, così da reagire più rapidamente agli attacchi.

Formazione e diffusione della cultura digitale

Non si tratta solo di una questione di intelligence, ma anche di formazione. La collaborazione include la promozione di attività didattiche rivolte sia ai dipendenti degli enti interessati che al più ampio pubblico. In questo modo, si punta a diffondere una cultura della sicurezza digitale, indispensabile per aumentare la capacità dell’Italia di resistere alle minacce crescenti. L’intesa segna un passo importante verso una sicurezza più capillare e coordinata.

Condivisione di informazioni e reazione agli attacchi cyber

Uno degli aspetti fondamentali del protocollo riguarda la condivisione tempestiva di dati sugli incidenti che colpiscono soggetti pubblici e privati. Questo coinvolge reti istituzionali ma anche aziende che gestiscono informazioni sensibili o infrastrutture critiche. Lavorando insieme, la guardia di finanza e l’ACN possono individuare modelli di attacco, migliorare le tecniche di difesa e intervenire in modo più mirato.

L’obiettivo è limitare l’impatto di eventi cyber che possono causare danni estesi, anche a livello economico e sociale. Conoscere subito la natura di un attacco aiuta a bloccare la sua diffusione e a proteggere i sistemi informatici. In questo contesto, la collaborazione tra i due enti facilita la raccolta di prove e l’avvio di operazioni investigative, per rintracciare i responsabili degli attacchi.

Supporto operativo attraverso competenze specializzate e personale qualificato

Per migliorare l’efficacia delle operazioni, l’agenzia per la cybersicurezza nazionale potrà contare sul supporto del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della guardia di finanza. Questo reparto ha esperienza consolidata nelle indagini digitali, affrontando con strumenti specifici crimini informatici che toccano la privacy o violano dati sensibili.

Scambio di risorse umane per una risposta più tempestiva

In più, parte del personale della guardia di finanza verrà assegnata temporaneamente all’ACN, fornendo così competenze mirate in organico. Questo scambio di risorse umane consente di acquisire velocemente conoscenze e metodi operativi, per una risposta più tempestiva agli attacchi cyber. La presenza congiunta sul campo sprona inoltre la nascita di nuove strategie per prevenire i rischi digitali.

Promozione della cultura della difesa digitale attraverso formazione e informazione

L’accordo contiene un programma di azioni per diffondere la conoscenza della sicurezza informatica tra pubblico e privati. La guardia di finanza e l’agenzia per la cybersicurezza nazionale organizzeranno corsi, workshop e momenti formativi dedicati alla consapevolezza dei rischi nel mondo digitale. Queste iniziative mirano a educare i cittadini, le imprese e le istituzioni sull’importanza di adottare comportamenti più prudenti e sistemi protettivi aggiornati.

La formazione non riguarda solo aspetti tecnici ma si concentra anche su scenari pratici, in modo da preparare i partecipanti a riconoscere e affrontare tentativi di intrusioni o frodi. L’attenzione posta su una cultura condivisa della sicurezza resta un elemento chiave per ridurre le vulnerabilità. In questo modo si cerca di trasformare ogni anello della catena digitale in una barriera difensiva, costruendo un ambiente più sicuro per tutto il paese.

Monica Ghilocci

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