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Scoperti 430 chili di rame nascosti in un’auto sulla via pontina, quattro denunciati per ricettazione

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Un controllo della polizia stradale a aprilia ha portato alla scoperta di un carico nascosto di rame, fermando quattro uomini di origine est europea. Tutto è avvenuto lungo la via pontina, dove gli agenti hanno fermato un’auto sospetta carica di materiale rubato, con un intervento tempestivo che ha evitato ulteriori illeciti.

Dettagli sull’operazione in via pontina

Durante un pattugliamento di routine, gli agenti della Polizia Stradale di Aprilia hanno notato due veicoli fermi lungo la banchina al chilometro 38 della via pontina, in direzione roma. Quattro uomini stranieri si trovavano fuori dai mezzi; uno dei veicoli sembrava sovraccarico, una situazione che ha subito attirato l’attenzione degli agenti. Hanno quindi deciso di mettere in sicurezza l’area prima di procedere a un controllo approfondito.

La banchina, una zona spesso utilizzata per fermate improvvise, ha offerto il contesto ideale per l’intervento. Gli agenti hanno individuato subito anomalie nel carico dell’auto sospetta, decidendo di approfondire l’ispezione con strumenti mirati. L’operazione si è svolta in un tratto di strada trafficato, ma la presenza tempestiva della polizia ha garantito che non ci fossero ripercussioni sulla viabilità o rischi per altri automobilisti presenti.

Identificazione dei soggetti fermati

I quattro uomini, tutti di origine dell’Est Europa, sono stati subito identificati dagli agenti grazie al controllo documentale. Dalle prime informazioni risultavano già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati a furti, circostanza che ha rafforzato il sospetto su quello che stessero trasportando.

La scoperta del rame e le accuse di ricettazione

All’interno dell’auto sovraccarica, gli agenti hanno rinvenuto più di 430 chili di bobine di rame, nascoste accuratamente sia nei sedili posteriori che nel vano di carico del veicolo. Il materiale, oltre a essere solido, ha un valore di mercato stimato in oltre 5.000 euro, quantificato dagli esperti intervenuti.

Nessuno dei quattro uomini ha fornito spiegazioni convincenti sul possesso delle bobine. La mancanza di giustificazioni valide ha portato alla denuncia a piede libero per il reato di ricettazione. Il rame è stato immediatamente sequestrato per le verifiche successive, così da preservare eventuali prove e mantenere il quadro investigativo chiuso.

Il fatto rappresenta un tipico esempio di reato predatorio collegato al furto di materiali preziosi come il rame, spesso destinato a essere rivenduto illegalmente nel mercato nero. In provincia di latina, il furto di questo tipo di materiale è diventato una questione ricorrente, con numerosi interventi mirati delle forze dell’ordine per fermare questi traffici.

Il provvedimento del questore fausto vinci

La Questura di Latina, attraverso il Questore Fausto Vinci, ha adottato un provvedimento restrittivo nei confronti dei quattro individui fermati: il divieto di ritorno nel territorio provinciale per tre anni. Questa misura mira a impedire che persone coinvolte in attività illecite rientrino nel territorio, contrastando sul nascere comportamenti criminosi.

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Il divieto di ritorno si inserisce nell’ambito di una strategia più ampia della Divisione Anticrimine della Questura locale, che da tempo si occupa di contrastare i reati predatori e di presidiare in modo più stretto le aree a rischio. Lo strumento è applicato a persone non residenti, considerate pericolose o con carichi pendenti, e serve a preservare la sicurezza pubblica.

I quattro denunciati, tutti residenti fuori provincia, si trovavano in zona senza autorizzazione né motivo plausibile, un altro elemento che ha contribuito alla decisione del Questore. Il controllo sul territorio si è rivelato efficace non solo per sventare il reato ma anche per indirizzare le attività investigative verso eventuali connessioni con altri episodi.

Approfondimenti sulle indagini in corso

Le indagini della Polizia di Stato continuano per definire la provenienza esatta delle bobine di rame sequestrate. Stabilire il punto di origine del materiale è fondamentale per individuare eventuali anelli di una rete più ampia che si occupa del furto e della vendita illegale.

Si lavora quindi per mettere insieme elementi e testimonianze che possano ricostruire la filiera di provenienza del rame, e con questo per risalire agli autori di possibili furti in aziende, impianti o cantieri della zona. Il valore economico del rame, unito alla facilità con cui può essere nascosto e trasportato, lo rende oggetto frequente di reati.

L’attenzione degli investigatori si concentra anche su possibili collegamenti con gruppi criminali organizzati o singoli che operano sul mercato nero. Il sequestro di materiale è solo una fase dell’intervento: continua la raccolta di informazioni e la collaborazione con altre forze dell’ordine per far emergere responsabilità più ampie.

Gli sviluppi futuri dipenderanno dalle evidenze raccolte nei prossimi giorni, ma l’azione sul campo ha già bloccato un traffico illecito e fermato persone con precedenti, segnalando la capacità di intervento incisiva della polizia in provincia di latina.

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