Negli ultimi anni la zona colpita dal terremoto del 2016 ha visto un cambiamento concreto nel cammino della ricostruzione. A Colli del Tronto, nella provincia di Ascoli Piceno, il commissario straordinario Guido Castelli ha illustrato l’andamento dei lavori pubblici e privati in corso, segnando un punto di svolta dopo un periodo di stallo e difficoltà. Il tema è stato al centro del Festival della Restanza e della Tornanza, un evento dedicato a chi ha scelto di restare e ricostruire nei borghi danneggiati dal sisma. Dal valore delle opere in cantiere alla prospettiva di rilancio delle comunità, i nuovi sviluppi meritano attenzione.
Il progresso nelle opere pubbliche dopo il sisma del 2016
L’avvio dei cantieri nelle aree terremotate è stato lento per anni. Al momento dell’insediamento del commissario Castelli, nel 2022, il 95% delle opere pubbliche legate alla ricostruzione non erano ancora partite. Da allora la situazione è cambiata: oggi si contano circa 1.500 interventi pubblici in fase di avvio, con un budget complessivo di circa 2 miliardi e 200 milioni di euro. Questi numeri indicano un’accelerazione nel dare concretezza ai progetti, che comprendono infrastrutture, edifici pubblici e servizi per la comunità.
L’impegno congiunto di regioni, comuni e soggetti attuatori ha reso possibile l’apertura effettiva dei cantieri. Rispetto al passato, quando molte iniziative erano bloccate da ritardi burocratici o problemi finanziari, oggi i lavori sono presenti sul territorio. Questa fase segna un cambio di passo significativo nella gestione della ricostruzione. Tuttavia, resta prioritario concentrare l’attenzione sui borghi più danneggiati, dove le criticità sono maggiori e la rinascita più complessa.
Interventi mirati per la rifondazione di borghi simbolo del sisma
Tra i luoghi che richiedono un’azione decisiva figura Arquata del Tronto, uno dei tre paesi più colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016. Sul territorio si è aperta la gara per la rifondazione del borgo, con un investimento di 60 milioni di euro destinati a ridare vita a strutture pubbliche e servizi fondamentali. Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come la ricostruzione vada oltre la mera ricostruzione degli edifici, puntando a ricostruire le comunità e la loro identità.
L’obiettivo è invertire la tendenza allo spopolamento e riflettere il legame profondo che le persone hanno con questi luoghi. Rendere nuovamente vivibili i borghi significa promuovere una rinascita culturale e sociale difficile ma necessaria. La gara d’appalto lanciata apre una fase nuova che prefigura condizioni migliori per il ritorno dei residenti e per la vitalità delle aree colpite.
La ricostruzione privata: risorse e ritmi di liquidazione
Accanto alle opere pubbliche, la ricostruzione privata rappresenta un capitolo altrettanto importante. Negli ultimi 30 mesi, il commissario Castelli ha evidenziato come sia stato possibile erogare il 60% delle risorse complessive destinate a privati, traducendo le risorse in soldi liquidi per le imprese incaricate dei lavori. La disponibilità finanziaria è un elemento cruciale perché permette ai cantieri di avanzare sul serio.
La fase iniziale della ricostruzione privata ha incontrato difficoltà e rallentamenti, ma ora si intravede una chiara ripresa. Le imprese infatti stanno ricevendo i pagamenti in misura più regolare e puntuale. Avere liquidità nei tempi giusti evita che i lavori si blocchino e consente di portare a termine gli interventi in tempi più ragionevoli. Questo passaggio segnala una gestione più efficace, indispensabile per completare edifici e abitazioni danneggiate.
Il festival della restanza e della tornanza come momento di confronto e rilancio
Il festival in corso a Colli del Tronto ha una doppia valenza: celebrare chi è rimasto nel territorio e stimolare il ritorno di chi aveva scelto di andarsene. L’evento richiama molte persone, famiglie e giovani che dimostrano di credere nel rilancio delle aree interne dell’Appennino centrale. Alla seconda giornata partecipa anche il ministro per lo Sport e le Politiche giovanili, Andrea Abodi, sottolineando l’attenzione istituzionale verso il tema.
La manifestazione richiama l’impegno non solo su aspetti materiali ma anche su quelli sociali e culturali. Il festival diventa la cassa di risonanza per iniziative a favore della vitalità comunitaria, un secondo passo rispetto alla ricostruzione fisica. Accanto ai lavori alla base, cresce così la spinta verso il rafforzamento delle relazioni e di nuove opportunità per chi vive in quelle terre.
Il ruolo della strategia nextappennino nella rigenerazione delle comunità
La strategia NextAppennino assume un ruolo centrale nel disegno della rinascita delle aree colpite dal terremoto. Non si tratta solo di intervenire sulle infrastrutture, ma di costruire condizioni per una nuova vitalità sociale. Castelli ha definito questo percorso come la “seconda gamba” della ricostruzione, quella che mira alla tenuta delle comunità e alla valorizzazione delle risorse culturali e sociali del territorio.
L’azione si concentra su iniziative che riportino persone e attività in quei borghi. Tra i progetti ci sono laboratori, festival, sostegno a imprese locali e interventi per rafforzare legami comunitari. La sfida è grande perché richiede tempo e investimenti mirati su aspetti non materiali. Il festival di Colli del Tronto conferma dunque l’impegno in questa direzione, offrendo uno spazio dove istituzioni e cittadini discutono e si preparano alle prossime tappe.
Gli eventi e gli interventi presentati rappresentano un segnale che la ricostruzione del terremoto 2016 ha superato le fasi più critiche, ma anche un richiamo a non abbassare la guardia. Continuare a lavorare su opere pubbliche e privati, ma anche su comunità e cultura, resta una priorità per restituire vita e speranza a quei territori ancora fragili.