Fabio Fognini sta lasciando il tennis con un finale scenografico, segnato da momenti intensi agli Internazionali d’Italia e da un match memorabile a Wimbledon 2025. L’addio di uno dei volti più iconici del tennis italiano si è svolto tra applausi e colpi sorprendenti, in una carriera costellata di successi, rotture di racchette e qualche polemica.
Un’ultima apparizione simbolica agli internazionali d’Italia
Al Centrale degli Internazionali d’Italia, Fabio Fognini ha firmato una serata indimenticabile, un addio in grande stile che ha evocato immagini e simboli intensi. Durante il match contro Jacob Fearnley, sul maxischermo del Centrale è stata proiettata la proclamazione di Papa Leone XIV, un segnale forte che ha accompagnato la fine della sua esperienza in questa manifestazione. Quella di Roma non è stata solo una semplice uscita di scena, ma un momento carico di significati che ha emozionato il pubblico presente.
Atmosfera speciale a roma centrale
L’atmosfera sul Centrale ha reso speciale l’addio, con Fognini che ha regalato scambi spettacolari e movimenti dal sapore d’altri tempi. Quell’ultimo saluto in terra romana ha messo in luce ancora una volta la sua classe e la tecnica fuori dal comune, in una cornice dove si respirava rispetto e riconoscimento per un giocatore che ha saputo lasciare il segno nel tennis nostrano.
Una battaglia di cinque set a wimbledon contro carlos alcaraz
La sua uscita dal tennis in un campo prestigioso come quello di Wimbledon ha assunto i contorni di un evento da copertina. Fabio Fognini ha affrontato nel primo turno dell’edizione 2025 il campione uscente, Carlos Alcaraz. Il match è durato cinque set lunghissimi e intensi, con risultati serrati: 7-5, 6-7, 7-5, 2-6, 6-1 per Alcaraz, ma l’italiano ha dimostrato di non essere solo un avversario di routine.
Prestazioni memorabili a church road
A 38 anni, con 16 anni in più del suo rivale, Fognini ha sfoderato colpi spettacolari, recuperi complicati e discese a rete che hanno lasciato senza parole anche spettatori di alto profilo come David Beckham e Sarah Ferguson. Il Centrale di Church Road si è trasformato in un teatro di giocate tecniche e passionali, degne delle fasi finali di uno Slam. La sua prestazione ha conquistato il pubblico e persino il rispetto del giovane campione spagnolo.
Il confronto ha cancellato per una sera i ricordi di gaffe passate, come quella del 2019, quando Fognini manifestò in modo inappropriato il suo disappunto per il campo assegnatogli a Wimbledon, un episodio che gli costò una multa. Nonostante qualche errore in carriera, quella serata inglese è stata un tributo al talento e alla determinazione di un campione che ha sempre combattuto fino all’ultimo punto.
Il bilancio di una carriera tra trionfi e sfide
Fabio Fognini ha messo fine a una lunga carriera da professionista a quasi 39 anni, lasciando un ricordo intenso su tutte le superfici, ma con una speciale predilezione per quella erbosa di Wimbledon. L’edizione 2025 è stata la sua ultima partecipazione a Church Road, la numero 15, mentre la presenza agli Slam arriva a quota 63 tornei disputati. Una carriera iniziata da bambino ad Arma di Taggia, dove inizialmente praticava calcio prima di dedicarsi totalmente al tennis.
Il suo cammino sportivo è segnato da molti episodi: racchette rotte, multe salate e infortuni, ma anche da nove titoli in singolare e otto in doppio al fianco di Simone Bolelli. Il Master 1000 di Montecarlo nel 2019 resta uno dei momenti più alti della sua carriera, con la storica entrata tra i primi dieci del ranking mondiale a 32 anni. Tra le vittorie più celebri c’è quella contro Rafael Nadal, battuto quattro volte, anche sulla terra catalana, un’impresa quasi inattesa.
Successi in doppio e coppa davis
In doppio, il trionfo agli Australian Open 2025 con Bolelli ha aperto una serie positiva per il tennis azzurro in campo doppio, consolidando il ruolo di grande protagonista di Fognini. Questi successi si affiancano a una partecipazione costante e decisiva in Coppa Davis: 30 incontri con vittorie cruciali, come quella nel 2014 contro Andy Murray a Napoli e la rimonta nel doppio nel 2022 durante le Finals.
Fognini come punto di riferimento nel tennis italiano contemporaneo
Dal 2011 al 2019, Fognini è stato senza interruzioni il numero uno del tennis italiano. In questo arco di tempo ha rappresentato una sorta di guida per i giovani talenti come Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Proprio Berrettini lo ha definito un punto di riferimento nel percorso della nuova generazione.
Nonostante i risultati importanti e la tecnica sopraffina, Fognini non ha mai raggiunto la popolarità mediatica dei vari eredi azzurri. Il suo atteggiamento in campo, fatto di alti e bassi, linguaggio verbale e non verbale spesso poco comunicativo, ha limitato il suo consenso. Era noto per essere scherzoso e socievole fuori dal campo, ma in partita spesso sembrava in lotta con se stesso e con il modo di esprimere il suo gioco.
La sua storia raccontata in un documentario
La sua storia ha segnato il tennis italiano con un mix di talento e sregolatezza. Il documentario ‘Prendere o lasciare’ racconta proprio questa tensione interna che ha accompagnato la sua carriera. Nel suo ultimo match a Wimbledon, anche se la vittoria non è arrivata, è stata soprattutto la sua immagine e il suo tennis a vincere sulla scena, in quella che è stata davvero una danza finale da non dimenticare.